Capitolo 30.

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"Anche con il tuo ex hai immaginato un futuro?" chiede timidamente.

Annuisco. 

"Avevamo... Avevamo progettato anche la casa dove saremmo andati a vivere, pensa che stupida" ridacchio nervosa.

"Non sei stupida, ehy..."  mi guarda male, per poi tornare in silenzio.

Proseguo: "Era notte, eravamo a casa mia. Fede dormiva, erano... Le quattro credo. Allora era mattino, scusa" mi correggo. "Sì, erano le quattro del mattino. Non riuscivamo a prendere sonno, così abbiamo iniziato a parlare. D'un tratto mi ha chiesto  se vedessi un futuro con lui, ed io risposi di sì" le lacrime iniziano a pizzicarmi gli occhi. Sbuffo, e ricomincio: "Avevamo disegnato una piantina in quella dannatissima agenda, senza neppure sapere come si facesse... Infatti sarà stata orribile dal punto di vista di un esperto, ma per noi era perfetta. Avevamo scritto a lato quello che non riusciva a contenere, e così l'idea aveva preso forma... Peccato solo che mi stesse tradendo, ovviamente di nascosto, per cui... Ciao ciao progetti! " sorrido. "E tu? Con la tua ex?" lo guardo, per cambiare discorso.

"Sì, beh... Ammetto che anche noi avevamo pensato a qualcosa... Ma più che altro viaggi. Sai? <<Mi porti a Parigi?>>, <<Promettimi che andremo a New York!>>... Cose così" resta vago.

"E... Dove sareste andati? Se posso chiedere, intendo" azzardo.

"A Miami, Los Angeles, Parigi, Verona, Valencia, e poi non ricordo..." sorride. "Presumo ci sia andata con quell'altro!" termina con nonchalance spostando lo sguardo per un momento, ma si vede che ci sta ancora male.

"Ci hanno perso loro" replico senza battere ciglio. 

Torna a guardarmi.

"E noi, al contrario, ci abbiamo guadagnato!" sorride.

Annuisco.

"Siamo diventati più forti, l'abbiamo superata, e ci siamo conosciuti!" 

"Ti amo" sussurra.

"Ti amo anch'io" faccio allo stesso modo.

Senza accorgercene arriviamo all'ora di cena, quando ci salutiamo con la promessa di risentirci prima di andare a dormire.

Luca ha un bellissimo sorriso.

"Dimmi..." lo incito, ben sapendo che quando fa così sta pensando a qualcosa.

"No no, niente..." arrossisce.

"Dai!" insisto, al ché mi guarda. "Amore, dai!" 

I suoi occhi si illuminano.

"Come scusa?" si avvicina allo schermo. Io resto un momento immobile, capendo.

Rossa in volto come un peperone, ripeto: "Amore, dai... Ti puoi fidare!" 

Lui resta a guardarmi con occhi incantati, e come un automa dalla sua bocca esce un sospiro: "Sì"   torna in sé, si schiarisce la voce e riprende: "Ehm...Sì. Sì, posso fidarmi, lo so. Volevo solo dirti che mi piace davvero tanto restare a parlare con te. Parlare, chattare, qualsiasi cosa che riguarda te mi piace!" esclama d'un fiato, poi torna a guardarmi e si ferma per qualche secondo. "Tu dai un tocco unico alle cose, mai ripetitivo o banale" riprende. "Sei luminosa, divertente, sensibile, vera! Sei... Sei come una ragazza che al suo interno possiede una bimba e al tempo stesso una donna, che a seconda del momento tira fuori. E tutto questo... Beh, tutto questo è semplicemente incredibile per me. Ogni volta mi lasci senza fiato, perché non so mai con chi parlerò tra cinque minuti!"

Resto di stucco per un momento, poi mi riprendo.

"Non è la prima volta che me lo dici... Grazie!" riesco solamente a rispondere.

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