terzo capitolo.

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Mi sveglio e guardo il cellulare sono le 6,20. Devo andare a scuola, così mi alzo. Metto a scaldarsi la piastra e vado a scegliere i vestiti. Mi preparo vedere esco di casa. Prendo una sigaretta dallo zaino e la fumo durante il tragitto. Arrivo in fermata e vedo marco, sorrido e per un attimo mi manca il respiro. Arriva il pullman e io e marco saliamo. Lui scende a Sabbio, io a tre fermate dopo, a Dalmine. arrivo in classe e subito penso 《 perché? Perché? Oggi c'è la verifica alla terza ora è io come al solito non ho studiato. Sono un disastro lo sapevo. DIO SANTO. 》. Le ore passano veloce e grazie al cielo suona la campanella. Prendo una sigaretta dal pacchetto e ne accendo una, mentre cammino verso la ferrmata. Arrivata salgo sul pullman e mi siedo. Il pullman parte e arrivo in 10 minuti alla fermata dove di solito aspetto Marco. Arriva e ci incamminiamo verso casa. Ad un certo punto lui gira a sinistra e io a destra ci salutiamo e andiamo. Arrivo a casa e saluto mia mamma. Mi siedo a tavola e guardo il piatto. Sta volta non mi sforzo neanche più a mangiare. Lascio tutto li, poi appena va via mia mamma dalla cucina, il cibo va tutto nella ciotola del cane. vado a fare una doccia. Vado in camera prendo mutande, reggiseno, vestiti e calzini e mi precipito in bagno. Accendo l'acqua e intanto mi tolgo i vestiti e poi entro in doccia. Esco dalla doccia dopo 30 minuti. Guardo l'ora ed erano già le 14,30 mancava solo mezz'ora e sarebbe arrivato marco. Mi preparo velocemente e alle 15 sono pronta. Esco e sto in giro fino alle 18,30. Torno a casa e parlo un po con mio papà, era da due giorni che non lo vedevo, per questioni di lavoro. Mangiamo tutti assieme e poi io come al solito vado in bagno. Di solito entro con la faccia triste ed esco con un sorriso a 33 denti. Ma stavolta no, esco triste non so come mai..mi metto a letto pensando a quello che faccio ormai con naturalezza da un anno a questa parte e non trovo più sollievo, questo pensiero mi tormenta tutta la notte, continua a girarmi in testa senza mai smettere. Finche non mi addormento.

mi chiamavano disastro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora