Capitolo 8

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Scendo dal pullman dopo che questo si è fermato davanti al cancello del liceo. Ringrazio infinitamente chi ha inventato le cuffie, è da quando sono uscita di casa che le indosso, ho messo play alla mia playlist abbastanza deprimente e ho ignorato il mondo esterno. Sistemo lo zaino quando varco la soglia del cortile lasciando perdere gli sguardi fastidiosi dell'intero corpo studentesco, che, come al solito, non sono in grado di farsi gli affaracci propri.

Libero un sospiro profondo quando entro nell'edificio, ma la situazione nei corridoi non è di certo migliore.

-Oh Dio- borbotto quando vedo tutti gli occhi puntati su di me. Ora faccio una strage.

-Che avete da guardare?! Tornate a farvi i cazzi vostri!- urlo stringendo i pugni e lanciando occhiatacce a chiunque. Vedo un professore fermarsi prima di entrare nell'aula e mi guarda male.

-Le sembrano i modi?! Veda di darsi una calmata! Siamo in una scuola, non al porto!- mi rimprovera puntandomi un dito contro.

-Non so lei, ma non è piacevole sentirsi osservati costantemente da gente che non ha un cazzo da fare- mormoro infischiandomene del francesismo.

-Continua? Vuole finire dal preside?!- si avvicina arrabbiato e io sono pronta a controbattere quando sento una mano poggiarsi sulla mia bocca.

-La scusi, prof. È un periodo stressante, di solito non è così- mormora Mattia premendo la mano sulle mie labbra quando provo a contraddirlo. Il professore mi lincia un'ultima volta per poi andare verso la sua aula. -Sbrigatevi ad andare in classe prima che ci ripensi-

Una volta che il professore è scomparso dalla nostra visuale, mordo la mano di Mattia e mi volto spingendolo dal petto. Lui mi guarda sorpreso per poi fare una faccia schifata guardandosi il palmo bagnato.

-Ma che schifo Anna!- esclama pulendosi la mano sui pantaloni neri strappati in diversi parti.

-Sei un rompipalle!- lo spingo di nuovo irritata -So cavarmela benissimo da sola-

-Volevi farti espellere per caso? Ti ho fermato prima che facessi una cazzata- spiega tranquillamente guardandomi negli occhi.

-Sai quanto me ne frega se mi avessero espulsa? Devono smetterla di fissarmi!- alzo la voce guardando male chi si ferma a sentire la nostra conversazione. Vedo Mattia sospirare profondamente per poi sistemarsi lo zaino sulle spalle.

-Cambiamo discorso che è meglio- mi prende il braccio e ci spostiamo più verso il muro così che lui ci si possa appoggiare con la spalla -Oggi pomeriggio andrai alla centrale di polizia?- mi chiede e io annuisco.

-Si, anche se la voglia di rispondere a tutte le domande di quelli è pari a zero- sbuffo lanciando uno sguardo allo schermo del cellulare per controllare l'ora.

-Vuoi un passaggio?- mormora agitando la chiave della moto davanti la mia faccia e gli sorrido annuendo ripetutamente.

-Ovviamente, te lo avrei ordinato se non me lo avessi offerto- ridacchio guardando i suoi occhi spalancarsi.

-Ordinato? Ma senti te questa- mi pizzica il fianco e io salto continuando a ridere.

-Si, ordinato, perché io posso- gli colpisco il braccio e lui scuote la testa sorridendo.

-Andiamo in classe che è meglio- si stacca dal muro e ci avviamo all'aula. Mi blocco davanti la porta quando vedo il banco vuoto attaccato al mio. Sarà davvero dura...

***

-Corri Nora! Non voglio finire in prima fila quest'anno!- urlo verso la mia migliore amica mentre corro verso la classe tirandola per il polso. Chi non ha mai fatto la corsa per il posto in ultima fila il primo giorno di scuola?

Scacco Matto al ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora