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I ragazzi mi lasciarono qualche ora dopo, con la testa stracolma di pensieri e soprattutto dubbi.
Afferrai il telefono e mi diressi verso il terrazzo, le temperature durante la notte calavano sempre così mi rannicchiai sulla sdraio e chiamai immediatamente Nico e Teo, i quali non avevano esitato nemmeno mezzo secondo per rispondere.
<<Mi spieghi perché stai chiamando alle 02.45 di notte? La gente dorme a quest'ora>> disse Matteo ancora con gli occhi socchiusi, mi scappò una risatina e mi scusai, vidi entrambi i ragazzi alzarsi dal letto e dirigersi verso un'altra stanza per parlare in tranquillità, non c'era bisogno di chiedere loro già lo sapevano.
<<Allora, dici a cosa stai pensando di così grave da disturbare il mio sonno>> chiese Nicolò cercando do abituare gli occhi alla luce.
<<Sono venuti i ragazzi qui...>>
<<Stavamo parlando e mi hanno chiesto di restare a Napoli>> Matteo rimase sconvolto mentre Nico scuoteva la testa in segno di negazione.
<<A questo punto se devi tornare in Italia ti trasferisci in un posto che sia un po' più vicino a noi>> consigliò Nicolò, scossi la testa in mia risposta
<<Devo pensare ad Azzurra, è la mia priorità>> enunciai stanca di quella situazione di merda che stavo vivendo da circa un anno.
<<Azzurra ha bisogno di suo padre, soprattutto ora che sta crescendo e che sta acquisendo l'arte dell'intendere e del volere, non posso privarla della figura paterna solo perché non riesco ad andare avanti!>> esclamai sconfitta da quella triste verità che, piano piano, mi stava disintegrando.
<<Okay allora tu pensa ad Azzurra, ma chi ci pensa a te?>> mi chiese Teo con sguardo preoccupato
<<Non vale "me stessa" come risposta, non ti crediamo più, tu non fai nulla per te stessa!!>> sbottò Nicolò e aveva ragione, io non pensavo mai a me stessa.
<<Ci sono i ragazzi e poi qui è diverso, torno alla mia quotidianità, torno nella mia città e...>>
<<E torni da Giovanni>> m'interruppe il cagliaritano.
<<Giovanni ha Clarissa>> dissi semplicemente distogliendo lo sguardo dal display del telefono.
<<Tu non hai nessuno>> mi ricordò Matteo, andando a rigirare il coltello nella piaga.
<<Ho già detto che ci sono i ragazzi>> ripetè
<<Hanno le loro famiglie Manu>> continuò il monzese
<<Anche voi avete le vostre famiglie, cosa cambia?>> chiesi con tono accusatorio
<<Che tu fai parte della nostra famiglia Manu>> rispose Nico tranquillo.
<<Ma tralasciando tutto, tu sei pronta a tornare a Napoli? A vederlo tutti i giorni assieme a Clara?>> domandò Matteo dubbioso
<<Si chiama Clarissa>> lo corressi
<<È la stessa cosa>>
<<Rispondi, sei veramente pronta? Anche se non parli noi sappiamo che sei ancora ferma a quel giorno Manu, che non riesci a superarlo e che, soprattutto, sei ancora innamorata di lui>> concluse Matteo.
<<Io non sono innamorata di Giovanni>>
<<Devi rispondere alla domanda, non contestualizzare le frasi di Teo>> disse Nicolò sbadigliando.
<<Lo faccio per Azzurra, non per me>>
<<Un giorno finirai con l'ammazzarti se continui così>> continuò il centrocampista dell'Inter
<<Ti stai distruggendo da sola, ma ti appoggio lo stesso anche se per me è un'idea di merda>> disse Matteo
<<Ma se lo fai per il bene di Azzurra, non posso dirti nulla, sei tu la madre.>> continuò.
Parammo per altri 10 minuti fino a che non ci salutammo per raggiungere rispettivamente i propri letti.

@dilorenzo22

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Potremmo ritornare - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora