𓂃 ֶָ֢ chapter three 𓂃 ֶָ֢

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-estate primi anni 2000, Tokyo, casa todoroki-

Ieri avevano passato una bella serata, ad un certo punto si erano di nuovo incrociati con il gruppo di Mina ed erano stati un po' con loro.

Erano entrati tutti abbastanza in confidenza tra di loro, tranne Todoroki che essendo molto timido per lo più parlava con il suo gruppo. Ogni tanto scambiava qualche parola con l'altro gruppo ma mai con Sero, questo perché aveva paura di diventare di nuovo rosso come un peperone e, sinceramente, preferiva di no.

Ma che poi, perché diamine diventava rosso?

Ci pensava da quando era tornato a casa e non aveva ancora trovato una risposta. In un primo momento aveva pure pensato di prendere un termometro. Si, pensava seriamente gli fosse salita la febbre.

Fatto sta che non avendo trovato una risposta sensata decise di andare a dormire; l'unico problema?
Il tizio dai capelli neri l'era venuto a trovare pure in sogno in tutta la sua magnificenza

'Fantastico, ci manca solo che comincio a sognarlo ogni notte' pensò appena sveglio, ricordandosi del sogno che aveva fatto.
Altro fattore abbastanza strano visto che non ricordava mai quello che sognava, ora CASUALMENTE si.

Non aveva sognato niente di che in realtà, solo una specie di "continuazione" della serata appena avvenuta. Stavano un po' là e chiacchieravano tranquilli, fine. Abbastanza deludente ma vabbè, infondo lo aveva visto solo una volta e non si erano mai rivolti la parola, cosa ci potevamo aspettare?

Shoto stette letteralmente TUTTA la mattinata a rimuginare su quel sogno e sui pensieri del giorno prima. No, non arrivò ad una vera e propria conclusione, ma possiamo dire che raggiunse un compromesso con se stesso.
Doveva arrivare in fondo a quello che sentiva. E per arrivarci doveva almeno riuscire a parlare con Sero. Sì, era questo il piano.

Beh ok non era un granché ma ce lo faremo andare bene.

Mentre pensava ad un modo per poter rivedere Sero si alzò dal letto e scese in cucina per fare colazione, stava morendo dalla fame e aveva proprio voglia di waffles.

Scese cautamente le scale, svegliare suo padre era l'ultima cosa al mondo che aveva intenzione di fare quindi meglio fare piano.
Solo qualche minuto più tardi capì che suo padre in quel momento non era a casa e che sarebbe tornato solo verso l'ora di pranzo.

-estate primi anni 2000, Tokyo, casa sero-

"Hanta, amor, svegliati"

no tranquilli, non era nessuna tipa con cui se l'era fatta Sero la sera prima, era semplicemente sua madre che aveva ben deciso di entrare in camera sua e aprire tutte le tende possibili e immaginabili. Di domenica mattina.

"Ma lasciami dormire. E poi ieri sono pure tornato tardi" disse mentre si portava le coperte fino agli occhi, accompagnando il tutto con un sonoro sbadiglio.

Alla fine la sera prima era riuscito a tornare a casa, tutto merito di Denki che gli aveva prestato il telefono così da poter avvertire suo padre e tutto il resto.

I suoi da un lato erano abbastanza preoccupati; insomma, si trovava in una nuova città da solo con persone che non conosceva, ma dall'altro si fidavano di Sero quindi decisero di non fare troppe domande, sapeva badare a se stesso.

"vedi di alzarti che è ti ho preparato i pancake" disse infine sua madre uscendo dalla stanza.

Si rigirò nel letto un po' di volte, e nel mentre pensava. Pensava specialmente alla serata che aveva passato ieri, in particolare ad un certo ragazzo dai capelli rossi e bianchi.

Lo incuriosiva, eccome se lo incuriosiva. Non era riuscito a parlare con lui più di tanto, ma lo aveva osservato molto. Il viso, i capelli, il modo di muoversi: come alzava la testa quando lo chiamavano, come si girava, come giocherellava con i pollici quando non sapeva che dire.

Aveva prestato attenzione ai minimi dettagli, e tra questi dettagli c'era anche l'enorme cicatrice che gli copriva gran parte della parte sinistra del viso.

Ovviamente non era mica un qualcosa che avevano tutti, anzi, a dirla tutta non ce l'aveva quasi nessuno. Era anche per questo che Sero era come "attratto" da Shoto, sentiva che aveva molte cose da dire e una storia da raccontare: magari non voleva farlo con il tutti; magari voleva aspettare la persona giusta, qualcuno di cui potersi fidare, e per qualche strana ragione Hanta voleva andare in fondo alla faccenda, voleva essere lui quel "qualcuno".

Todoroki era un ragazzo misterioso e lui amava i misteri quindi perché no. E poi i ragazzi misteriosi hanno quell'aria attorno che li rende così fighi… OK STIAMO USCENDO DAL DISCORSO.

Fatto sta che Sero voleva stringere di più con Shoto, magari prima solo in amicizia. Sentiva che non sarebbe stata proprio una passeggiata fare amicizia con quest'ultimo visto che era molto timido, ma voleva provarci lo stesso.

'Tentar non nuoce, si dice così no?' pensò, mentre si decideva ad alzarsi dal letto.

Andò in cucina tenendosi appoggiato con una mano sul muro, era così assonnato che faceva fatica a tenersi in piedi, era tornato veramente tardi la scorsa notte.

Si sedette a capo tavola, prese the pancakes dal piatto posto al centro del tavolo e li cosparse di sciroppo d'acero (no seriamente quei poveri pancake stavano annegando per quanto sciroppo aveva messo).

Cominciò a mangiare, erano buonissimi i pancakes che faceva sua madre, seriamente aveva un'ossessione per quei così, infatti ogni volta ella faceva sempre dell'impasto in più visto che sapeva quanto li adorasse suo figlio.

Mentre i suoi genitori parlavano del più e del meno, Sero aveva ben deciso di continuare ad ingozzarsi e fare anche il bis. Non stava ascoltando una parola di quello che i suoi stavano dicendo, non aveva alzato nemmeno la faccia dal piatto, finché suo padre non fece il suo nome

"Approposito, Hanta, non ti ho ancora detto molto sul mio nuovo lavoro"

Infatti, lui sapeva poco e niente, aveva capito che era un'agenzia molto importante di Tokyo ma non aveva idea di cosa si trattasse.

Sero fece un cenno col capo per incitarlo a continuare.

"È un'agenzia d'auto famosissima in Giappone, forse la più famosa..." il padre continuo a blaterare cose su quest'azienda per un bel po' finché il più giovane non parlò all'improvviso

"Ok ok ho capito la storia del trisnonno di sto tipo che ha aperto la ditta per primo, ma perché mi stai dicendo tutte queste cose?" disse abbastanza annoiato dal discorso.

Il padre lo fissò per un po' e poi disse
"Il mio capo, un certo Enji Todoroki..."

Sero sgranò gli occhi sentendo quel nome, aspetta, aveva sentito bene? Todoroki? Quel Todoroki? Lo stesso Todoroki nel nome di Shoto? No dai, non poteva essere... Anche se quest'ultimo aveva tutta l'aria di provenire da una famiglia ricca, l'aveva capito dall'abbigliamento.

"...mi ha invitato a cena in un ristorante molto famoso che sta nei dintorni e ha detto che potevo portare anche te" concluse.

"Anche me? Come fa a sapere della mia esistenza questo Todoroki?" chiese Hanta

"Durante il colloquio ha chiesto anche la nostra situazione familiare. Sai, lui ha quattro figli, e il più piccolo ha la tua età, lo porterà a questa cena" rispose infine suo padre, nel tentativo di convincerlo a venire.

Sero ci pensò un po'
'non può essere Shoto quel ragazzino di cui parla mio padre, ma se lo fosse? Non posso lasciarmi sfuggire l'occasione certo...
Al diavolo. Ci andrò, non potrà mica essere così male'

E così acconsentì a quella strana cena che si sarebbe tenuta la sera dopo al New York Grill, uno dei ristoranti più eleganti e famosi (nonché costosi) di Tokyo.

**spazio autore

hey luvs<33
SCUSATE PER L'IMMENSO RITARDO.
Non ho scusanti seriamente il punto è che non avevo la testa di scrivere, non uccidetemi :')

So già che farà schifo e ci saranno degli errori grammaticali ma per ora seriamente non so dove cazzo ce l'ho la testa, non riesco proprio a scrivere qualcosa di sensato.

Scusate anche il capitolo un po' noioso ma mi serviva qualcosa per introdurre quello che succederà dopo quindi vi dovete accontentare di questa schifezza.

Ovviamente ditemi se il capitolo vi è piaciuto, se è troppo lungo/corto o cose del genere

all the love <33
-sam

ѕουℓмατєѕ -a seroroki fanfic &lt;3  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora