è la prima volta che so davvero cosa vuol dire rimere feriti da qualcuno. nel profondo. quando anche solo guardare in faccio quella persona ti spezza l'animo, e senti la voglia di piangere ed urlare risalirti alla gola come la lava di un vulcano.
non pensavo l'avrei mai provato così. sicuramente non avrei mai pensato che quella persona potesse essere mia madre. è due giorni che ormai non la guardo in faccia, ho quasi paura di dimenticarmi il suo volto e forse un po' ci spero. vorrei tornare indietro nel tempo e stare zitta, ma tanto succederebbe nuovamente: lei che mi sputa adosso quelle parole che sa farmi male, sa che mi distruggeranno, senza pensarci, senza nemmeno rimpiangerlo. da lei non ho nemmeno sentito uno scusa, mi sarebbe andato bene anche se fosse stato fatto per la serenità della famiglia, anche se non l'avesse pemsato davvero. mi sarebbe andato bene, perché fa male sentirsi sempre quello sbagliato, fa male desiderare un abbraccio ma non sentirsi soddisfatto quando lo ottieni dai tuoi stessi genitori. non so nemmeno più quando sia stata l'ultima volta che mi sono sentita colma ricevendo un abbraccio.
una parte di me vuole perdonarla, voglio essere abbracciata e tenuto stretta, voglio sentirmi soddisfatta, ma non lo sono e non la perdonerò. non posso farlo, non dopo tutte le volte che l'ho già fatto ignorando il dolore che mo ha causato come se fosse normale. come se fosse giustificata dalle sue personali debolezze a farmi del male per sentirsi bene con se stessa. mirare dove fa male. lei l'ha fatto e continua a farlo perché lei si sente male con se stessa.
sono stanca, in casa non si può respirare perché sembra che possa scoppiare una guerra e ogni opinione negativa deve essere trattenuta o si offende. io sono stanca, uscire dalla mia camera e come attraversare un oceano d'acqua ghiacciata, il freddo che penetra nelle ossa e rallenta ogni movimento, inghiottendo ben presto qualsiasi cosa ci sia.
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𝗻𝗮𝘂𝘀𝗲𝗮 𝗲 𝘂𝘁𝗼𝗽𝗶𝗲 - vent
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