OTTO

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- sai di casa -

Manuel aveva un concetto ben chiaro della parola casa. Non sapeva esattamente come spiegarlo. Ma il nome di Simone si era aggiunto alla definizione di questa parola che lui aveva ritenuto sacra per tutta la sua vita. Sapeva, inoltre, che pronunciando quella frase, Manuel aveva rivelato molto più di quello che avrebbe mai confessato in una dichiarazione d'amore, letto in un libro strappalacrime o ascoltato nella canzone più romantica dell'universo.

sai di casa.

sai di casa.

Passare del tempo con Simone era una delle poche decisioni prese che avevano avuto un risvolto positivo nella sua vita. Dopo quel bacio poggiati al muro della sua cucina, ne erano susseguiti tanti. A tavola, quando Simone si era sporcato il labbro con gli spaghetti alla carbonara, quando hanno mangiato il gelato al cioccolato con la granella alla nocciola e Manuel casualmente aveva lasciato del gelato all'angolo sinistro della sua bocca. Ora erano accoccolati sul divano, tranquilli, seduti l'uno accanto all'altro mentre il più piccolo teneva gli occhi chiusi. Simone aveva poggiato la sua testa riccioluta sulla spalla di Manuel, il quale gli accarezzava pigramente i capelli. Manuel era impegnato a cercare un film da guardare per passare il tempo, Simone non aveva ancora fatto pace con il coinquilino di Manuel. Briciola infatti si era steso sul bracciolo del divano a qualche centimetro di distanza. Ogni tanto lo fissava ancora con quello sguardo strano, che per dirla tutta, Simone aveva paura che lo graffiasse da un momento all'altro.

- Manu il tuo gatto continua a guardarmi male -

- lo fa con tutti, è un gatto geloso - 

- lo fa con tutti? - il tono di gelosia nella voce di Simone lo tradì.

- non sopporta neanche mia madre quando viene a trovarmi -

- ma io non sono tutti, dovrà abituarsi alla mia presenza -

Si accorge tardi di aver detto che il gatto del ragazzo di cui si è irrimediabilmente innamorato deve abituarsi a lui, perchè non ha nessuna intenzione di lasciar andare Manuel.

- scusa non intendevo insinuare nulla - viene assalito dal panico. Non vuole correre, non vuole che l'altro pensi che stia bruciando le tappe. L'ultima cosa che vuole che succeda è proprio quella.

- no anzi, hai fatto bene a dirlo -

Ora o mai più, Manuel. Respira e diglielo. A lui puoi dirlo. Ascolterà davvero.

- sai - comincia prendendo coraggio. Sospira. Realizza che è la prima volta che si apre con qualcuno in quel modo. Non c'è mai stato nessuno con cui si era sentito così a suo agio da potersi aprire così tanto. O se lo aveva fatto, era stato pugnalato alle spalle e lasciato solo a curare il suo cuore in frantumi.

- ho sempre avuto una teoria riguardo la definizione di casa - alza lo sguardo verso Simone, che si è sistemato meglio sul divano e ora ha il suo sguardo puntato nei suoi occhi.

- sai che ci vuole del tempo per costruire una casa, no? Si costruiscono le basi, si ergono i muri, si creano le stanze. E quando la casa è completa, qualcuno vi si trasferisce. La si decora e la si arreda come meglio si crede, mischiando gusti ed emozioni di chi la andrà a colorare di vita. Ma qualche volta le persone decidono di andarsene. Oppure distruggono tutto ciò che è stato costruito. Un giorno è solo un insieme di cemento, mattoni e mura. Un altro giorno è solo un insieme di stanze spente. Vuote. Ma sai che c'è? La casa è un solo un oggetto finchè qualcuno non decide di trasferirsi e farla diventare una casa. Colorarla, renderla rumorosa, luminosa. Un luogo pieno di gioia e amore. -

Manuel era sul punto di piangere. Aveva vomitato su Simone un insieme di parole che racchiudevano forse la cosa più intima che avrebbe mai potuto confessare a qualcuno.

Gli aveva appena donato il suo cuore, lo aveva appena messo nelle sue mani.

La speranza era quella che non doveva morire. La casa, stava iniziando a prendere forma.

La casa in cui ora stava proiettando il suo futuro non era abitata solo da Briciola.

C'era anche Simone.

Sentiva chiaramente il suo cuore che gli urlava che lui era quello giusto.

Simone. Lui e nessun altro.

Sperava che quella casa che vedeva chiara nella sua mente non sarebbe stata di cartapesta come le altre che aveva tentato di costruire. Quelle erano state distrutte dopo pochi mesi. Lasciate a loro stesse con l'ombra di Manuel, fermo all'ingresso a raccattare ciò che aveva donato per far illuminare di vita quella casa. Desiderava che quella casa che stava costruendo, che stava immaginando fosse solida. Desiderava che Simone diventasse un punto solido nella sua vita, come nella sua casa.

Donava poco. Era sempre stato attento a proteggere i suoi sentimenti. Ma quando il suo cuore batteva un po' più forte, sapeva che era il momento di donare incondizionatamente.

A Simone, voleva donare tutto incondizionatamente.

- grazie per esserti fidato e aperto con me - questa sono le prime parole che Simone proferisce appena assimilato il monologo di Manuel.

- voglio dirti anch'io una cosa -  e sa che è stupido dirlo adesso, soprattutto citando uno dei suoi autori preferiti. Ma non può non dirlo. Ora ci sono i sentimenti in ballo. Stanno giocando a carte scoperte ed è necessario che Simone gli confessi quella cosa.

- siamo addormentati fino al momento in cui ci innamoriamo - l'ho letto in un libro.

- Tolstoj - si ritrovano a dire contemporaneamente.

- l'ho capito adesso cosa significa. Stando con te. -

Ben consapevole del fatto che stia sorridendo mentre pronuncia quelle parole, vede il suo sorriso riflesso in quello di Manuel, il quale con sguardo impaziente, non vede l'ora di ascoltare quello che ha da dire Simone.

- stare con te mi fa sentire sveglio. Vivo. Completo. Essere innamorato di te è la cosa più naturale che abbia mai fatto in tutta la mia vita. Potrebbe non avere senso per te. Per me essere innamorato di te significa vivere al mio massimo. Non ricordo cosa c'era prima di te. Non ricordo come era vivere a metà, prima di te. Non capisco cosa è cambiato dopo di te. Mi sento intero. Non che non lo sia mai stato, lo ero anche prima. Però con te è diverso. Semplicemente è così e basta. - 

Sente la mano dell'altro ragazzo che gli accarezza il dorso della mano e che tiene ben salda la stretta su di lui. Non erano necessarie altre promesse. La promessa silenziosa l'avevano sigillata con un bacio e con una carezza appena accennata sui loro visi.

- Simo però devi scendere a compromessi con Briciola, lui è un tipo geloso lo sai -

- ma tu vedi devo pure essere geloso del gatto del mio fidanzato -

- al ragazzo tuo non da fastidio se sei geloso del gatto, gli fa molto piacere questo cinema gratuito - 

E con una fragorosa risata, si abbandonarono sul divano, riproducendo un film sulla televisione di cui non sapevano neanche la trama. Coi cuori più leggeri e gli occhi pieni d'amore.





buonasera !! eccoci col capitolo, abbastanza importante per me perchè c'è un po' del mio cuore in queste parole. spero vi sia piaciuto e come sempre, grazie per aver letto fin qui! critiche e voti sempre ben accetti! a presto, vostra mary <3


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