Prologo - Prigioniero

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Quella sera al palazzo reale del regno di Paradis, fecero il loro ingresso a lunghe falcate, due guardie reali con un prigioniero tra le mani. Lo trascinarono al cospetto dell'attuale uomo in carica al trono, nonostante non fosse il vero Re, e sbatterono a terra quello che a primo impatto sembrava un innocuo ragazzino.

"Signore! Lo abbiamo fermato mentre stava rapinando una farmacia!" Esclamarono le guardie, al cospetto dell'uomo seduto sul trono. "Gli abbiamo confiscato le medicine rubate e altre pasticche sconosciute, ma non ha voluto rivelarci il contenuto!"

L'uomo si alzò dal trono e si avvicinò al ragazzo castano, che alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi in tono di sfida. "Cosa abbiamo qui? Sei un Alpha, ragazzo! E come mai un Alpha si trova a dover derubare una farmacia! C'è qualcosa che non ci stai dicendo?"

"Non sono tenuto a dirvi proprio un bel niente!" Sbottò il ragazzo, inginocchiato a terra e con le mani ammanettate dietro la schiena.

"Quanti anni hai?"

"V-Venti...!"

"Mh...! Sei giovane! Lo sai che quello che hai fatto costituisce un grave reato punibile con la morte?"

"Lo so signore!"

"E non hai paura di morire?"

"Era un rischio che ero disposto a correre!"

"Molto bene!" Concluse l'uomo. "Rinchiudetelo! Domani verrà giustiziato!"

Le due guardie lo fecero alzare da terra per condurlo nei sotterranei.


Era una giornata soleggiata nel regno di Paradis, nonostante fosse pieno inverno e il principe Levi Ackerman, un ragazzo dai corti capelli corvini e leggermente basso di statura, stava camminando nel giardino reale insieme a suo zio, Kenny Ackerman. Egli era l'attuale uomo in carica nel regno, in attesa del ventesimo anno del nipote che stava compiendo in quel momento i diciannove anni.

"Nipotino, oggi compi diciannove anni...!"
"Wow che intuito...!"

Il principe era un persona poco affabile, spesse volte rispondeva a tono allo zio che nonostante ciò non si preoccupava di riprendere il suo comportamento. Il principe aveva subito la morte dei genitori non molti mesi prima e lo zio aveva preso la carica di successore al trono in attesa del ventesimo anno del corvino.

Con lo zio il rapporto non migliorò in questi anni, al contrario, si divisero sempre di più finché, come in questo caso, si limitarono a vedersi solo nei momenti formali. Il principe stava la maggior parte del tempo all'interno delle sue stanze, senza cercarlo e senza voler esser cercato. Era diventato di ghiaccio e questa cosa rattristò lo zio che gli fece incontrare i migliori psicologi del regno ma senza ricavarne un osso dal buco. Più passavano gli anni e più il ragazzo mostrava poco interesse per la vita a palazzo.

"Verranno molti nobili e i principi dei diversi regni... Porteranno dei doni e potrai scegliere ciò che vorrai!"

"Che genere di doni?"

"Armi, le migliori dei loro regni... Gioielli, spezie e confetture..."
"Confetture? Wow! Non vedo l'ora...!" Sbottò ironicamente "Qualcosa di più eclatante? Per esempio... La città di Liberio?"

"Cosa?"

"Cosa mi porterà la città di Liberio?"

"Credo pesce, ragazzo... Liberio è sul mare!"

"Non ho mai visto il mare...! Pensi che riuscirò mai a vederlo? Ne siamo così distanti e io non posso mai allontanarmi da qui... La vita a palazzo è così monotona!"

"Quando il principe Armin compirà gli anni, sarai invitato a Liberio e potrai vedere il mare!"

"Lo spero!"


Quel pomeriggio a palazzo arrivarono tutti gli invitati e fra quelli vi era proprio il principe Armin. Levi si avvicinò a lui sorridendo.

"Benvenuto a Paradis, signorino Arlert!"
Il biondo si voltò verso di lui con un sorriso smagliante.

"Levi...! Vi prego, chiamatemi Armin! Vi ringrazio e vi faccio i miei più sentiti auguri per i vostri diciannove anni!"

Levi ringraziò il principe di Liberio con un breve chino del capo. I due si fermarono a parlare per un po' dei loro regni, seduti in una sala isolata da tutta la confusione dei festeggiamenti, mentre Levi fece svariate domande all'amico riguardo al mare.

"Mi piacerebbe tanto poterlo vedere!"
"Lo vedrete! Quando verrete a Liberio vi ci porterò io stesso!" Armin si alzò in piedi, stringendosi le mani fra loro, per poi voltarsi verso Levi.

"Ecco altezza... A proposito del vostro compleanno...! Vi abbiamo portato il pescato di stamattina! Spero sia di vostro gradimento!"

"Ma certo Armin, vi ringrazio!"


Poco dopo vi fu la consegna dei regali. Ogni Re si inchinò dinanzi al principe di Paradis lasciando doni accanto a lui, vicino al trono.

Quando fu il momento del regalo dello zio, egli sbatté le mani per fare entrare nel palazzo un carretto che trasportava una gabbia. Al suo interno vi era un ragazzo incatenato ad un paio di grosse manette intrecciate ad uno dei tubi di ferro della gabbia. Kenny fremette di eccitazione.

"Questo ragazzo è stato catturato giorni fa, dopo che ha derubato una farmacia! Doveva essere giustiziato ma ho pensato di lasciarlo fare a te, nel giorno del tuo compleanno!"

Levi sgranò gli occhi e per un istante gli mancò il respiro. Suo zio voleva che lui stesso uccidesse quel ragazzo, lì davanti a tutti? Come poteva essere così spregevole?

Levi strinse i pugni dalla rabbia guardando quel povero ragazzo che probabilmente erano giorni che non toccava cibo, da quanto era magro. Lunghi capelli castani gli arrivavano fino alle spalle e la sua postura era china, in quanto quella gabbia era bassa e stretta. Teneva la testa bassa e non osò alzarla nemmeno al cospetto del principe di Paradis. Una delle guardie si avvicinò alla gabbia e afferrò un lungo tubo di ferro accanto ad essa.

"Sei al cospetto del principe Levi! Mostrati a lui!" Urlò, sbattendolo contro alla gabbia, la quale fece un forte rumore che fece sobbalzare il ragazzo dentro di essa. Si perse a guardare l'uomo di qualche sera prima, per poi voltare lo sguardo pieno di terrore verso il principe Levi, che per un istante si perse in due magnetici occhi color smeraldo. I due si guardarono per un attimo che sembrò durare anni. Un'immensa scossa di piacere partì dalle ghiandole di entrambi espandendosi in tutto il loro corpo. Levi aveva appena trovato il suo Mate, peccato che il ragazzo in questione fosse chiuso in una gabbia, pronto a morire e Levi vide nei suoi occhi puro terrore. Il corvino deglutì per poi annuire allo zio.

"I-Io..." Non poteva tollerare di vedere tutta quella sofferenza portata da un singolo individuo e subito gli tornarono in mente i sui genitori negli ultimi istanti di vita, il terrore negli occhi di chi sapeva benissimo che non avrebbe raggiunto il giorno dopo. Lo stesso terrore che in quel momento vide negli occhi smeraldini del ragazzo davanti a lui. Pensò un modo per rassicurarlo e per fargli capire che lui, Levi Ackerman, non gli avrebbe mai fatto del male.

Lo guardò negli occhi e il ragazzo abbassò velocemente lo sguardo sussurrando "Vi prego, non fatemi soffrire...!"

A Levi mancò il fiato e sussurrò a sua volta "Non posso farlo..."

Il castano spalancò gli occhi e nello stesso istante, il principe si voltò verso lo zio.

"Vi ringrazio zio Kenny...! Ma non intendo uccidere questo ragazzo!"



ANGOLO AUTRICE
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Eccomi qua con la nuova storia! Ci sono al lavoro da tanto e come promesso, eccovi il prologo!

Spero che la storia vi ispiri, ci vediamo al  prossimo capitolo!


Miky

Omega PrinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora