Capitolo 07 - Soppressori

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Quella mattina il sole entrò dalla finestra del corvino, il quale strizzò gli occhi. Sospirò per poi sentire accanto a lui un dolce profumo di feromoni Alpha. Aprì gli occhi e si trovò abbracciato ad Eren che, stringendo a se la sua schiena, inspirò il profumo dei suoi capelli.

Levi sorrise guardando fuori dalla finestra e allacciando la mano a quella del suo schiavo. Un uccellino si posò sulla sua finestra pulendosi le ali e Levi si incantò ad osservarlo finché non sentì un bacio umido sul proprio collo.

Voltò lo sguardo incrociando gli occhi smeraldini del suo Mate. "Buongiorno...!" Sussurrò, sorridendo e facendo sorridere a sua volta il suo Alpha. "Buongiorno, mio signore...!"

"Risparmia i convenevoli quando siamo soli...!" Arrossì il corvino, distogliendo lo sguardo dal suo.

"Okay!" Ridacchiò il castano, baciandogli una guancia.

Levi arrossì nuovamente per poi spostarlo lentamente da se. "Smettila!" Rise.

Lo schiavo sorrise, si alzò dal letto, ancora nudo e si mise alla ricerca dei suoi vestiti, sparsi per la stanza, iniziando poi ad indossarli. Levi lo seguì a ruota, vestendosi a sua volta, per poi rompere il silenzio. "Eren..."

Il castano alzò lo sguardo, incrociando i suoi magnifici occhi argentei, colmi di tristezza. "Che succede, Levi?"

"Come faremo d'ora in poi...?" Sussurrò il corvino, tremando leggermente. Il calore lo stava rendendo mentalmente instabile e colmo di insicurezze. Eren se ne accorse e lo abbracciò.

"Ehi...! Vedrai che andrà tutto bene...! Supereremo tutto insieme!"

Levi si rilassò tra le sue braccia. Fino ad ora, quando il calore lo rendeva instabile ed insicuro, il corvino trovava sollievo solo sdraiato nel suo letto, abbracciato al suo cuscino. Invece ora, dopo anni di solitudine, finalmente aveva qualcuno da abbracciare e che comprendeva il disagio che lo attanagliava ogni due mesi.

I suoi pensieri vennero interrotti da un odore pungente di rabbia e preoccupazione. Levi si staccò dall'abbraccio del suo Mate e guardò il suo schiavo negli occhi. "Sta arrivando...!"

Velocemente, il suo schiavo si ritrovò ammanettato nel suo solito giaciglio, mentre Levi si fiondò nuovamente sul suo letto. In quel momento entrò Kenny dalla porta e notò subito lo schiavo ammanettato mentre il nipote se ne stava sdraiato a leggere un libro.

"Ho sentito un forte odore stanotte...!"

"Sì...! Ho assunto i miei camuffatori!"

Kenny squadrò lo schiavo che, a sua volta, lo guardò storto, per poi abbassare lo sguardo. L'uomo entrò nella stanza e gli andò di fronte.

"Che fai, zio!" Sbottò Levi, alzandosi in piedi e andandogli incontro. L'uomo lo spintonò per farlo stare indietro e ad Eren uscì un ringhio gutturale che, per sua fortuna, non arrivò all'orecchio dello zio. L'uomo lo guardò per poi chinarsi di fronte a lui, sussurrando. "Se tu fossi il mio schiavo, saresti nelle segrete e assaggeresti la frusta ogni giorno! Altro che pellicce sotto al culo e vestiti pregiati!"

Eren lo guardò negli occhi, sfidando l'uomo di fronte a lui. Infatti i suoi smeraldi vennero sostituiti da un rosso scarlatto che fece andare l'uomo in collera.

"Come osi sfidarmi, moccioso!" Sbottò, dandogli uno schiaffo che gli fece voltare il viso.

"Adesso basta!" Urlò Levi, mettendosi fra i due.

"Zio, Lascialo in pace! Mi sta servendo nel migliore dei modi e a me va bene così!"

L'uomo lo guardò con rabbia per poi uscire dalla stanza facendo sbattere la porta con un enorme tonfo.

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