i morti parlano, i morti raccontano, i morti rivelano

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Il funerale di Jeon Jungkook era stato un intimo, freddo convegno tenutosi il 29 aprile del 1985. La bara era una costosa fabbricazione in ebano, gli ospiti erano pochi e principalmente familiari e i pochi amici che aveva a Busan, più lei.

Hayoon si aggirava come un fantasma malvoluto da tutti, un essere che chiunque avrebbe voluto fuori da quella sala, ma che nessuno aveva abbastanza coraggio per cacciarla via con le proprie mani e, dunque, si limitava a starsene in un angolo, sia in chiesa, sia al ricevimento poco dopo la sepoltura.

Jungkook era stato trovato ancora seduto e leggermente piegato sul suo materasso, le braccia un macabro spettacolo di carne aperta e viva che spruzzava sangue, i vestiti, il pavimento e il materasso attorno a lui insozzati del liquido scuro e rivoltante che dovevano avergli fatto compagnia per davvero poco tempo, prima che morisse. Il coltello di sua madre, un piccolo coltellino che insisteva nel portarsi dietro per autodifesa, stretto nel pugno gelido e gli occhi socchiusi, come se stesse ancora guardando qualcosa, così come aveva fatto negli ultimi istanti di vita.

Si è ucciso il 27 agosto, lo stesso giorno nel quale, sei anni prima, Yoongi era morto di arresto cardiaco a seguito dell'overdose.

È stata la sorella a trovarlo, così come Hayoon aveva trovato Yoongi.

Lei li aveva osservati tutti: la madre, la sorella, il marito della sorella, gli amici, i parenti più vicini e i parenti più lontani, qualche conoscente, e nessuno di loro, poteva giurarci, avevano amato Jungkook nemmeno in modo lontanamente simile a quanto lo avesse amato la stessa famiglia Min. Aveva chiamato i suoi genitori, la mattina del suo ritrovo, spiegandogli la situazione, e sua madre era scoppiata a piangere e le aveva chiuso il telefono in faccia bruscamente. Era il secondo figlio che perdeva, dopotutto.

La sorella si era avvicinata a lei, a un certo punto, porgendole una piccola scatola bianca ben tenuta e rivolgendole un debole sorriso. Aveva gli occhi leggermente arrossati, ma nient'altro faceva breccia nel suo inconsueto contegno.

- Sono alcune cose che aveva Jungkook, ma riguardano principalmente Yoongi. Abbiamo pensato a rendertela, come ringraziamento per quello che hai fatto, per mio fratello.

E ora si ritrova a casa, con una scatola piena di ricordi che includevano principalmente il suo defunto fratello, motivo del suo alcolismo, e l'ora altro defunto Jungkook, per cui non poteva fare a meno di pensare che fosse colpa sua, se aveva fatto quel che aveva fatto. Per un attimo, le venne l'idea di lasciare la scatola sotto il letto e fuggire al primo pub aperto, scolarsi qualsiasi cosa fino a svenire e risvegliarsi nuovamente sopra un marciapiede, avvenimento che era l'esatto motivo per cui aveva deciso di andare in riabilitazione. Ma, respingendo il pensiero e facendosi coraggio, apre la scatola e dentro ci trova delle foto, delle lettere, un piccolo barattolino.

Prende il barattolo, pieno di terra e lo piega appena per vedere cosa c'è scritto nel foglietto attaccato al vetro. Recita: Jeju, Y+J, 1974. Sorride.
Nel '74 Yoongi e Jungkook erano andati insieme a suo padre a visitare l'isola, standoci tre giorni e due notti, riportando tanti piccoli souvenir e, a quanto pare, quel barattolino, cui la terra doveva provenire sicuramente dal terreno di Jeju stessa, magari un luogo di un significato particolare per i due. Magari su quel terreno crescevano i fiorellini gialli e viola.
Quando tornarono, Jungkook stava piangendo, perché non voleva andare a casa e preferiva rimanere con loro, e pianse ancora di più quando suo padre era arrivato a prenderlo.

Fruga ancora nella scatola e ne tira fuori una foto: Yoongi e Jungkook nel primo piano e scorge con sorpresa che è presente anche lei, nello sfondo. Non ricorda il momento o il contesto in cui quella foto è stata scattata, ma è una bella foto, divertente, quasi. Sono solo bambini, probabilmente deve risalire al '71 o al '72, Yoongi sta sorridendo, seduto per terra e guarda Jungkook, con quegli occhi adoranti che Hayoon conosce bene, mente Jungkook guarda l'obiettivo, gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse, un fiorellino con i petali giallo acceso fra le dita di una mano.

mors non accipit excusationes / yoonkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora