Quel giorno procedette in tranquillitá.
Non ci fu nessun omicidio durante la giornata, e quando arrivó la sera, tutti se ne andarono nelle proprie camere in tranquillitá.
A parte Salmone che continuava a non dormire nella sua stanza nonostante non ci fosse piú Oliver lí.Quella notte poterono tutti dormire in tranquillitá.
... Non proprio tutti.
Tipo c'era Hiroko che pochissime ore prima dell'alba era andata a bussare alla porta della camera di Aida.
«Aida? SEI GIÁ SVEGLIA OPPURE DORMIIII?» la chiamó.Non aspettò troppo tempo prima che si aprisse la porta, ma ad aprirla non fu chi sperava ci fosse, bensí la aveva aperta Chloè.
«Ma'am? Le serve qualcosa?» domandò, incuriosita.«Cercavo Aida! Perchè oggi ho scoperto che hanno aggiunto una nuova stanza con delle armi e volevo esplorarla insieme a lei dato che oggi pomeriggio non l'ho incontrata e non ho potuto chiederglielo!» spiegó sorridendo e mettendo le mani sui fianchi.
«Aida dorme a quest'ora. Volendo, posso accompagnarti io.» spiegò l'altra con calma e ricambiando il sorriso.
«Ma sí, mi va bene, perchè no?»
«Cerchiamo peró di non fare troppo rumore e di non svegliare gli altri.». . .
Nel bel mezzo della notte, ad un certo punto era sveglia un'altra persona, ovvero Arthit.
In quel momento doveva uscire dalla propria stanza, perciò si alzò dal proprio letto e si avvió verso la porta, sorridendo tranquillamente.Ecco, il suo sorriso sparí quando tirò la maniglia e la porta non si aprí, dando spazio ad un'espressione leggermente confusa.
Provò a tirare la maniglia un altro paio di volte, e presto la confusione si trasformò in preoccupazione rendendosi conto che la porta non aveva alcuna intenzione di aprirsi.
Stava provando varie emozioni in quei pochi istanti.Era la seconda volta in quel posto che veniva chiuso in una stanza piccola, e penso che dopo questi traumi inizierá a soffrire di claustrofobia.
«Fatemi uscire! DEVO ANDARE IN BAGNOOOO!»Nessuno sembrava rispondere alla sua richiesta di aiuto, perciò si girò a guardare Suchin, sconsolato.
«Ci sei solo tu qui con me, Suchin!»
Per tutta risposta il pappagallo lo guardò per un attimo, gracchiò, e poi se ne andò volando fuori dalla finestra che era stata lasciata aperta dato l'eccessivo caldo.. . .
Quella mattina, un nuovo giorno era iniziato.
E per PancakeMan era arrivato il momento di mettersi subito al lavoro.Perció appena uscí dalla sua camera si incamminò nel corridoio per iniziare da lí ad assicurarsi che non stesse succedendo niente di brutto.
E in effetti in quel momento sembrava tutto tranquillo.Continuó a camminare, ma ad un certo punto si fermò realizzando una cosa che aveva visto passando di lí.
Si rigiró e tornó indietro, notando una cosa alquanto strana.
...
Perchè c'era un comodino poggiato davanti alla porta della camera di Arthit?
Come avrebbe fatto ad uscire cosí??Inizialmente rimase per un attimo interdetto davanti a ció, non riuscendo a spiegarsi il motivo.
Poi si decise a spostare il comodino, dando cosí al ragazzo chiuso dentro la possibilitá di uscire.
Infatti poco dopo quest'ultimo aprí la porta, sollevato.
«Signor PancakeMan, mi ha salvato la vita!» disse, contento.«Non c'è di che, ho soltanto fatto il mio dovere... Ma dimmi... Perchè c'era un mobile davanti alla tua porta?»
«Non ne ho la piú minima idea!»
«A questo penseró dopo: l'importante è che tu sia riuscito ad uscire. Per il momento, mi occuperó di assicurarmi di aiutare chiunque altro sia in difficoltà nelle altre stanze di questo edificio.»
Detto ciò, continuó per la sua strada, mentre l'altro se ne andò alla ricerca di Suchin.