Incarico

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Narrator's POV:

Erano passati 2 anni e mezzo dalla laurea di Lyon, i due purtroppo si erano lasciati e molti amici e famigliari erano rimasti scettici, li vedevano sempre come una coppia perfetta e da invidiare, ma tutti hanno i loro scheletri nell'armadio, no?

In tutto questo Cico aveva acquisito un successo pauroso, scalando le classifiche ad ogni suo album che usciva, Lyon era riuscito a diventare giornalista e grazie ai vari articoli di prova scritti si era guadagnato un buon posto. Dalla loro separazione non si erano più né visti né sentiti.

Lyon's POV:

Un'altra pallosa giornata, in questo periodo non mi stanno arrivando chissà quanti articoli interessanti, parlano tutti dei gossip tra VIP e altre cose varie, pensare che quando ero all'università sognavo di scrivere le cronache nere e smascherare chissà quali misteri, probabilmente ce n'è ancora di strada da fare.

Entrai nel mio ufficio perfettamente in disordine: cestino pieno di cartacce, fogli sparsi qua e la e cassetti lasciati aperti; l'unico momento in cui quel posto è stato in ordine era il primo giorno che ci misi piede, con pareti verde oliva e un pavimento in legno di quercia. In mezzo alla stanza si trovava la scrivania anch'essa in quercia, per poi concludersi con una finestra vicino e una parete coperta di cassetti.

Mi sedetti sulla sedia accendendo il computer portatile e cercando una e-mail dal capo per elencarmi i vari lavori possibile da svolgere. <<Buongiorno!>> mi disse una voce squillante, alzai gli occhi verso la porta notando Anna. Era vestita molto elegante: una coda bassa appoggiata sulla spalla sinistra, una camicia rosa con una cravatta nera e una gonna del medesimo colore.

Con se aveva due tazze di caffè latte, infatti si avvicinò sedendosi sulla poltrona davanti alla scrivania offrendomene una. <<Che lavoro hai?>>, chiesi cercando di attivare una conversazione.

<<Nulla di interessante, all'ufficio stampa nessuno ha ancora chiamato,>> disse in tono annoiato, <<Perché? Speri in qualcosa di interessante rispetto alle solite e noiose interviste?>> mi chiese lei in tono sarcastico. <<Sempre meglio dei gossip, mi chiedo a chi interessi sapere che Gina Giuseppa ha tradito Pippo Poldo.>> lei si mise a ridere dopo quella battuta detta da me.

Cliccai il tasto destro aprendo l'email, "ti prego fai che non sia il solito pettegolezzo" pregai mentalmente. Iniziai a leggere le varie possibilità:gossip, gossip, ancora gossip. Iniziai a perdere le speranze finché non vidi un'intervista da fare ad un noto cantante di fama.

Alzai le mani al cielo ringraziando i Santi di aver ricevuto finalmente qualcosa di diverso, senza nemmeno leggere i dettagli accettai il lavoro.

Consisteva nel fare un intervista ad un cantante diventato famoso negli ultimi anni, Cico Tobbi. Cico... Tobbi.

<<Quindi che è capitato?>> chiese Anna notando le mie precedenti reazioni.

<<Nulla, devo solo intervistare il mio ex.>> Risposi con un tono che eviti di far trasparire quello che veramente vorrei dire.

<<Aspe, in che senso? Quale ex?>> chiese confusa. Ne ho solo 3, mica 200. <<Cico.>> Risposi freddo, "perfetto, ecco come farsi rovinare il lavoro" pensai sarcastico.

<<Quindi preferisci lui a del gossip?>> mi chiese nonostante sapesse già la risposta. <<Certo.>> dissi, in effetti era una mezza verità, avrei preferito riparlare con un mio ex piuttosto che sopportare un ennesima lamentela da parte di persone tradite o ipotetici figli in arrivo delle coppie.

<<Ma hai ancora il suo numero?>> mi chiese Anna mentre osservava lo schermo, <<Sì, perché?>> chiesi confuso, voleva che mi rimetessi con lui? <<Beh meglio per te, lo devi chiamare.>> Mi disse lei, ero come caduto dalle nuvole, non avevo nemmeno letto quello che dovevo fare.

Mi soffermai sul leggere le richieste da eseguire: dallo scritto è stato il capo a volerlo intervistare, infatti Cico dovrebbe essere ancora all'oscuro di tutto. <<Mi sa che era meglio il gossip.>> dissi lasciandomi andare contro lo schienale della sedia, come potevo convincere il mio ex a farsi intervistare da me? Di sicuro non mi vorrà più vedere, magari ha persino cambiato numero e mi toccherebbe andare a chiedere in giro.

<<Ti lascio pensare, fammi sapere magari metto una buona parola per farti cambiare articolo.>> mi disse sorridente mentre usciva dall'ufficio, lasciandomi in balia ai miei pensieri.

Continuai a leggere l'e-mail, buttando giù qualche domanda da fare su un foglio per appunti, almeno potevo dire di star facendo qualcosa. Dopo circa 1 oretta, finii di scrivere, rileggendo le varie domande che gli dovevo porre ma una di queste attirò la mia attenzione:"È percaso single?" come potevo partorire una domanda simile, molto probabilmente se avesse confermato una relazione si sarebbero alzati molti rumors, inizio a pensare che anche quest'intervista da fargli si basi sul gossip.

Però se l'avesse negata, mi sarei sentito più sollevato, non riuscivo a capire il motivo di questa emozione dato che oramai tra di noi non c'era più nulla e ci eravamo lasciati piuttosto malamente, o meglio, io lo avevo lasciato. I miei pensieri si concentravano principalmente sulla risposta che avrebbe potuto dare, se avesse detto sì chi sarebbe questa persona? Sarebbe stata migliore o peggiore di me? Se fosse "lei"? Mi diedi uno schiaffo mentale pensando a simili scemenze, evitai di perdere tempo cercando magari qualche altro articolo da scrivere.

Arrivò la sera e tornai a casa, la casa era la stessa, buia e silenziosa e non si sentiva un'anima. Il silenzio da tempo ai ricordi, guardai il tavolo sospirando, mi vennero alla mente vari momenti passati con il rosso che un tempo amavo tanto: quando si trasferì da me, quando ci mettevamo sul divano a fare le maratone di Netflix fino alla cena per farlo conoscere alla mia famiglia.

Non capivo perché mi salirono tutti quei bei ricordi, oramai era passato e le cose devono finire; ma non prima di quell'intervista. Mi sedetti sul bordo destro del letto, scorrendo nella rubrica telefonica ritrovai il suo contatto:"Cico Tobbi" ok i rapporti erano decisamente storti, non registro mai le persone con nome e cognome almeno che non siano messi ancor peggio del mio nemico, ma questi son dettagli, cliccai il numero e avvicinai il telefono all'orecchio.

Primo squillo, secondo squillo... <<Cico Tobbi, chi parla?>> disse una voce d'altro capo del telefono che avrei potuto riconoscere tra mille. <<Sono io.>> dissi con una leggera nota di imbarazzo.

Hello!
Benvenuti nel sequel di:"iniziò tutto con un calice di vino", mi ritengo molto soddisfatta di questo primo capitolo, ho cambiato un pò metodo di scrittura ma spero che apprezzate lo stesso. Detto questo ci vediamo nel prossimo capitolo! Arrivederci!

𝓡𝓲𝓷𝓲𝔃𝓲𝓸' 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓬𝓸𝓷 𝓾𝓷 𝓬𝓪𝓯𝓯𝓮' [&quot;Lyontobbi&quot;]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora