𝐆𝐫𝐚𝐜𝐞

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𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨
...

Mentre Grace correva in mezzo alla strada sotto la pioggia umida pensò che niente sarebbe stato più come prima.

La sua vita era distrutta e niente aveva più senso. Come aveva potuto Christopher tradirla? Sentiva la sua voce chiamarla da lontano, che le diceva di fermarsi, che non era come sembrava, ma lei vedeva solo la scena di lui abbracciato a Julia, la sua migliore amica.

E questo le dava solamente la forza che le mancava per continuare a correre il più lontano possibile da lui.

Le lacrime le offuscavano la vista, ma senza farci caso Grace continuò a correre, la voce del suo ex ragazzo ormai non la sentiva più, non aveva idea se era perché lui avesse smesso di seguirla e si fosse arreso oppure perché il rumore della pioggia sovrastava qualsiasi altra cosa.

Si fermò giusto un attimo per prendere fiato e capire quanto mancasse per arrivare a casa sua, e si rese conto che non aveva nemmeno fatto un quarto della strada. Per la disperazione si mise le mani nei capelli ormai fradici, per poi sentire una mano toccarle la spalla.

Fece un salto indietro girandosi verso chi l’aveva toccata nello stesso momento, solo per vedere un signore sui 50 anni guardarla dall’alto verso il basso.

-Scusami, non volevo spaventarti.- le disse mantenendo il sorriso maligno sul viso.

Poi continuò: -Ti sei persa? Hai per caso bisogno di aiuto?- -No grazie, sto bene.- gli rispose lei allontanandosi di qualche passo da lui.

-Stavo semplicemente tornando a casa.-
-Permettimi di darti un passaggio allora.- continuò lui avvicinandosi a lei indicando la sua auto parcheggiata la vicino.

Grace si rese conto che non lo aveva nemmeno sentito arrivare. -No grazie, è qua vicino posso arrivarci a piedi.- poi senza degnarlo di un altro sguardo si incamminò verso casa di Christopher, anche se era l’ultimo posto dove sarebbe voluta andare.

-Non era quella la direzione nella quale stavi andando.- le disse lui seguendola.

-Mi sono resa conto di aver sbagliato strada, per quello mi ero fermata.- gli rispose nuovamente Grace iniziando ad avere veramente paura.

Ma a quanto pare l’uomo non aveva intenzione di farla andare via perché la prese per un polso e iniziò a stringere, ringhiandole contro mentre lei si dimenava: -Dove pensi di andare ragazzina.
Vieni qua. So io cosa ti serve per tornare a casa.-

Alzandola di peso la portò non lontano dalla strada, dietro a qualche cespuglio dove però era impossibile vederli, poi, senza farsi scrupoli, iniziò a toccarla mentre lei cercava ancora di scappare con scarsi successi.

Le lacrime scendevano sul suo viso unendosi alle gocce di pioggia tanto che non si distinguevano quali erano le une e quali le altre. Sentì la mano dell’uomo scendere verso le sue parti intime ed iniziò ad urlare, sapendo che nessuno sarebbe venuto a salvarla vista la zona non abitata in cui si trovavano.

Allora chiuse gli occhi cercando di pensare ad altro, ma le venivano in mente solo cose brutte e tristi, che la fecero stare ancora peggio.

Dopo quello che le sembrò un tempo infinito l’uomo lasciò finalmente la presa su di lei, facendola cadere a terra tremante e con i vestiti tutti lacerati che facevano capire perfettamente ciò che era successo.

Abbandonata la a se stessa Grace cercò di strisciare verso la strada appena sentì la macchina dell’uomo partire ed allontanarsi, ma non riusciva a trovare un appiglio al quale aggrappasi per trascinarsi.

Sentiva le forze scorrere fuori di lei, le palpebre pesanti e gli occhi annebbiati dalle lacrime le suggerivano soltanto di addormentarsi e sperare di non svegliarsi mai più.

E così fece, chiuse gli occhi, rannicchiata su se stessa, pensando al suo comodo letto, e nel giro di pochi secondi svenne, mezza nascosta dal cespuglio dietro al quale si trovava.

***

𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒆̀ 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒐𝒑𝒆𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒓𝒊𝒖𝒔𝒄𝒊𝒕𝒊 𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂𝒕𝒕𝒂𝒓𝒆.

𝐈𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐭𝐚𝐥𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora