Dear Dream (7/10)

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⚠️Storia originale di Qekyo su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Parte Sette

È Mr. Buchanan che gli fa visita a tarda notte.

Bussano alla porta di George verso mezzanotte. Per fortuna, se George non fosse stato sveglio a rileggere A picture of Dorian Gray, non l'avrebbe sentito affatto.

Inciampa nel suo soggiorno, ancora mezzo addormentato, mentre riesce ad aprire la maniglia della porta, lasciando entrare l'aria gelida nella sua dimora. Fa la pipì, avvicinando prontamente le braccia al petto per rannicchiarsi in cerca di calore.

Guarda in avanti nel freddo, scorgendo una figura familiare in abito elegante che gli ricorda suo padre. Solo che non era lui, era troppo alto per essere il padre di George. Inoltre si teneva nel modo in cui solo l'alta borghesia avrebbe fatto.

"Signor Buchanan?" Chiede. L'uomo di fronte a lui grugnisce visibilmente tremando per il freddo. George se ne accorge e lo fa entrare.

"Mi dica cosa vuole davanti a un po' di tè."

Mr. Buchanan entra gentilmente, e George lo segue.

"Si accomodi in salotto. Sarò da lei tra poco." George mormorò. Mr. Buchanan gli rivolse un sorriso riconoscente prima di farsi strada nella casa di George.

Rimase lì per un momento, fissando il bollitore del tè che bolliva mentre emetteva piccoli suoni di disputa. La sua mente era una confusione quando tornò in salotto, a braccetto con un vassoio con due tazze di tè al gelsomino fumante.

"Ecco." Disse mentre offriva a Mr. Buchanan sul suo divano. L'uomo più anziano la prese e sussurrò un dolce ringraziamento prima di portare la tazza di porcellana alle labbra.

George si sedette dall'altra parte, accanto al focolare scoppiettante. La sua copia di Dorian Gray giaceva sul lato della poltrona. Guardò l'altro uomo, guardandolo con attenzione prima di parlare.

"Perché siete qui, Mr. Buchanan?"

L'uomo più anziano smise di sorseggiare il suo tè, e presto il silenzio della stanza si sovrappose a loro. George lo guardò mentre armeggiava con l'orlo della tazza, notevolmente ansioso.

"Sarò franco con te, George Davidson." Sospirò: "Voglio che tu ti unisca in unione con mia figlia."

I suoi occhi si allargarono, lui aprì la bocca per dare la stessa risposta-

"Tua madre mi ha messo al corrente delle tue precedenti affiliazioni. Tuttavia, non intendo darti un improvviso cambio d'idea-"

I due si sedettero in silenzio, un improvviso mal di cuore lo assalì.

"La ragione per cui i tuoi genitori hanno acconsentito a un'unione, in primo luogo, era nella speranza che tu dimenticassi e andassi avanti con il tuo precedente amante." Mr. Buchanan concluse.

George rimase seduto lì, sopraffatto ancora una volta dall'improvvisa emozione a cui non sapeva dare un nome.

"Non intendo che tu volti pagina- Non intendo nemmeno che tu provi alcun sentimento per Abby, in primo luogo. Tutto quello che ti chiedo è che tu la sposi solo per il bene della sua sicurezza. In modo che possa essere il più lontano possibile dalla lotta."

George guardò- atterrito. Mentre l'aristocratico di alta classe cominciava a strisciare davanti a lui. Chiedendo, supplicando, implorando il suo aiuto. George sentì un improvviso senso di responsabilità cadere su di lui. Gli pesava pesantemente sul petto, soffocandolo.

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