SERENA

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Serena era inciampata nel classico uomo d'affari, colui che in ogni momento della giornata è ricolmo di impegni di lavoro e chiamate improvvise da parte di altrettanti uomini importanti in giacca e cravatta che si muovono frenetici ed impettiti attraverso i corridoi della loro lussuosa azienda.
Si erano conosciuti al bancone del bar di una discoteca durante una calda notte d'estate, tra i riflettori abbaglianti e qualche cocktail di troppo. Era rimasto colpito dalle mani affusolate ed eleganti di Serena che reggevano un calice di vino bianco, unghie cremisi abbinate ad uno splendido tubino attillato che le scendeva lungo i fianchi scoprendo la schiena e facendo risaltare i suoi riccioli biondi e scomposti. Lui cercava l'avventura di una notte, lei di una vita.
Il tratto più caratteristico della personalità della mia amica dalle ciocche d'oro è la schiettezza: ciò che le passa per la testa arriva direttamente alle sue fini labbra color pesca. Quella sera, come tutti gli incontri successivi, lei chiarì le sue intenzioni e il suo desiderio di frequentare una persona fino a conoscerla profondamente e lui ascoltò con attenzione le sue parole annuendo con fermezza. Gli uomini sanno anche essere dei gran bugiardi.
Il vino sortiva sempre il suo effetto su Serena e, non quella sera ma una delle successive, si ritrovò distesa sul letto dell'affascinante uomo d'affari che aveva alle spalle diverse estati di esperienza con le donne, al contrario della giovane che da poco aveva compiuto diciotto anni. Venne trascinata in questo vortice di maturità che la fece sentire grande e importante, oltre ad eccitarla non poco: le mani di lui sapevano perfettamente come muoversi, provocarla e ben presto la notte si consumò lasciando spazio a candidi raggi di sole che le sfioravano il ventre mentre ciocche corvine le solleticavano il viso.
Percepì appena delle morbide labbra poggiarsi sul suo lobo e poi qualche parola sussurrata frettolosamente.
-Devi andare, è tardi.-
Nella sua testa assunse un'espressione corrucciata ma non la replicò nella vita reale, si limitò ad alzarsi trascinandosi dietro le lenzuola color crema alla ricerca dei suoi vestiti e si guardò intorno cercando dì individuare il bagno, gli occhi ancora stropicciati dal sonno.
"Sei sveglia?" Scrisse alla nostra amica più mattiniera, ma il messaggio non riscosse molto successo. Si sciacquò il volto e tornò in camera da letto, prese le ultime cose e si diresse verso la porta, ma non prima di aver salutato con un cenno il ragazzo che, con le stesse mani che l'avevano fatta sentire così importante, ora trafficava tra i cassetti alla ricerca dell'orologio da polso.

-Quanti anni aveva scusa?-
Mia osservava interdetta la sua amica mentre si lasciava scappare qualche mugugno contrariato sulla faccenda. Bianca invece sorrideva, c'era passata anche lei.
-Te l'ho detto ne avrà avuti una trentina-
- Più sei-
-Più sei.- sospirò Serena.
La situazione si stava facendo a dir poco esilarante: da un lato le parti razionali del gruppo, Aurora e Mia, osservavano l'amica appena maggiorenne mordicchiare il bastoncino dell'oliva con fare nervoso, mentre dall'altra Bianca ed io ci stavamo godendo la scena con la solita leggerezza che ci contraddistingue.
-Lasciatela stare, è abbastanza matura da poter decidere da sola- Bianca indicò poi l'amica incriminata - però raccontaci qualsiasi cosa e, soprattutto, stai attenta. È molto più grande di te.-
Serena annuì e sorseggiò l'ultimo goccio di Campari prima di raccogliere la sua borsetta da terra e dirigersi verso il suo appartamento con il fare silenzioso che la caratterizza quando è turbata da qualcosa.
Promise a se stessa che ne avrebbe parlato nuovamente solo in caso di necessità, tenendo tutto il resto per sé.
Ignorava però che una delle sue quattro consulenti avrebbe presto cominciato a frequentare un amico stretto dell'uomo d'affari, venendo a conoscenza di tutti i retroscena.

HUNTING GIRLSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora