2. Capitolo

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Drake pov's
Castello Peleş
Ore 21:30

Oggi mio fratello scoprirà se la figlia dell'Alpha Alexandru è la sua compagna o meno.
Mi sto accuratamente preparando, indossando una giacca nera e una camicia bianca con i pantaloni abbinati che mi ha recapitato un mio uomo di fiducia.
Mi sento a disagio vestito così perché è un abbigliamento piuttosto soffocante, per non parlare della cravatta che io detesto.

Esco dalla camera che mi è stata data per la notte e mi dirigo nella sala portante, quella dove normalmente si svolgono ricevimenti e feste da ballo o in maschera.
La sala è gremita di persone ed è tutto addobbato alla perfezione con eleganza e finezza, senza troppa pomposità.

Ma non vedo lei.
Il mio istinto mi diceva di cercarla in questo branco perché il lupo dentro di me se lo sentiva, eppure qui non c'è.
Mentre continuo a cercarla, con evidente frustrazione, per l'immensa sala con gli occhi, annunciano che la coppia Alpha sta per entrare, e subito dopo di loro scenderà la loro primogenita.
Ciò mi desta dalla mia ricerca.

Cala il silenzio e i volti si girano verso l'imponente scalinata da cui tra poco appariranno i sovrani.
Ci siamo, osservo la bellissima compagna di Alexandru scendere con eleganza le scale, ed egli stesso al suo fianco ad accompagnarla, con la sua presenza visibilmente predatoria.

«Per la prima volta, tutti noi avremo l'immenso onore di vedere la figlia pura del nostro Alpha.
Atena Nyx Peleş.»

Ed eccola, la ragazza che non ho fatto altro che cercare questa sera.
I capelli neri che la volta scorsa le incorniciavano il viso, ora sono alzati in una coda liscia, che si appoggia dolcemente alla spalla.
Il vestito è completamente nero, corto e molto sexy.

Mi sto agitando.
Smanio per la voglia di avere quel fragile corpicino da ballerina sotto di me.
Fortuna che sono solo sogni.
Altrimenti non finirebbe bene.
Per nessuno dei due.

La dea che sta scendendo le scale con eleganza e sicurezza impressionante mi risveglia anche qualcos'altro dentro.
Un qualcosa che credevo morto.
Lo sento risvegliarsi e agitarsi nel petto, è primitivo, originale e provo così tante emozioni tutte insieme che inizio a sentire il mio stesso respiro affannato e devo ricorrere a tutto l'autocontrollo di cui dispongo per non fare qualcosa di avventato.

Non saprei che nome dare a tutto ciò ma mi spaventa a morte, e non posso permettere a questa "cosa" di controllarmi, non è nella mia natura.

Dopo che fa la sua entrata, seguita da mille sguardi ammirati, la osservo in ogni suo movimento.
Saluta tutti con una stretta di mano decisa e si dirige verso i suoi genitori di cui bacia la guancia di ognuno di loro, con affetto.
Infine, si siede sul trono appositamente fatto per lei e la vedo lì, in tutto il suo splendore, al fianco dei genitori.

Ma... è diversa, qualcosa in lei è diverso in questo momento.
Ricordo perfettamente i suoi occhi ardenti, con una scintilla che nonostante la strana circostanza mi attraeva, eppure ora non la trovo lì dove dovrebbe essere.
Vedo solo lei, con lo sguardo perso nel vuoto, tra mille pensieri, e se ieri i suoi occhi mi erano parsi di un azzurro limpido e acceso, adesso mi sembravano grigi, come il mare in tempesta, come se dentro di lei fosse tutto in preda al caos più totale.

«È bellissima, vero?»
Quasi sussultai alla voce di mio fratello, e distolsi velocemente gli occhi dalla mia tentatrice.
«Chi?» chiesi, facendo finta di niente, come se non sapessi di che cosa, o meglio di chi, stesse parlando.

«Atena. Non è solo bellissima ma ha anche il nome di una dea.»
Quelle parole fecero montare in me una rabbia innaturale che a stento trovai il modo di controllare.
Strinsi la mascella, per non far scappare dalle mie labbra le parole furiose che avrei voluto sputargli addosso in questo momento.
«Sì, è bella.
Perciò dimmi, fratello, è o non è la tua compagna? Avresti già dovuto capirlo, perciò illuminami.»
Il mio tono fu aspro e quelle parole bruciarono come lava bollente quando le pronunciai.
Era amaro, amarissimo, il gusto di ciò che dissi, perché in un certo modo mi ferì da solo.
Avevo paura della risposta che mi avrebbe dato Alex e ancora di più di ciò che stava accadendo dentro la mia testa e nelle profondità del mio animo.
Potei vedere il suo sguardo divertito posarsi su di me e staccarsi dalla mia dea.
«No, con mio sommo dispiacere non era lei. E questo vuol solo dire che non stringeremo l'alleanza con gli Obscura Nocte.»

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