Obscura Nocte [SOSPESA]

6. Capitolo (X)

Drake pov's

•Due giorni dopo•
«Alpha, il capo del branco Obscura Nocte la sta cercando con molta insistenza.»
Il mio secondo, Jared, con la testa china e inginocchiato di fronte alla mia autorità, mi informò che Alexandru mi stava cercando per non so quale motivo.

Feci un cenno col capo e lo congedai.
Con il dubbio su ciò che avrebbe dovuto dirmi mi incamminai verso la dimora del mio alleato e, dopo aver fatto annunciare da una serva il mio arrivo, entrai.

«Sono felice che il messaggio recapitato dal mio Beta sia arrivato così infretta e che tu sia venuto con altrettanta velocità.»
Disse mentre camminava con le braccia incrociate dietro la schiena.
Sempre gelidamente feci un cenno e lui continuò a parlare.

«Allora, arriviamo al dunque.
Atena si è svegliata e non fa altro che chiedere di te» fui rinquorato da quella notizia, così mi girai per andare nella stanza in cui la vidi essere portata stretta tra le braccia del padre, che aveva una faccia angosciata, ma fui bloccato dalla voce di Alexandru che riprese a parlare.
«ma prima che tu vada, ti consiglio di tranciare ogni tipo di rapporto che hai con mia figlia.»
Quelle parole mi turbarono in modo inimmaginabile, ma mantenni la rigida maschera di ferro in cui si era trasformato il mio volto.

«Con tua figlia non ho alcun tipo di rapporto, probabilmente mi vorrà parlare per ringraziarmi di averla portata in salvo da quel luogo sanguinario.
Sono sicuro che non c'è nient'altro.»
Feci un altro cenno per educazione e me ne andai con apparente calma per poi precipitarmi lungo il corridoio e dentro la stanza spoglia.

Ed eccola. Lì, su quel letto, avvolta tra le lenzuola bianche che facevano sembrare più umano il colore della sua pelle a confronto con quelle.
I suoi bellissimi e lunghi capelli neri erano sparpagliati sul cuscino e poi il viso..oh, il suo meraviglioso volto era sempre di quel bellissimo colore rosato che veniva contrastato dai suoi magnifici occhi color cielo, che cambiavano a seconda delle situazioni e delle emozioni che provava.
In quel momento erano stupiti, sorpresi e brillanti, chiari.

«I-io... ti hanno avvisato che ti stavo cercando? Per parlare, volevo parlare con te.»
Le sue labbra rosa pallido, naturali, tremarono leggermente, non sapendo cosa dire.
Ero completamente incantato da esse, dalla loro forma e immaginai come potessero essere morbide e fresche, come l'aria pulita di montagna o come l'acqua che disseta le bocche più avide.
Al loro sapore, alla voglia di scoprirlo e così anche di baciarle.
Distolsi il mio sguardo ardente da quelle labbra che erano una tentazione per me e cercai di controllare la dura erezione che mi stava crescendo nei miei pantaloni.

«Sì, ora parla.»
Forse le mie parole e il mio tono fu troppo duro per quella situazione ma quella che avevo ancora tra le gambe era pure peggio.
Perciò iniziai a pensare alle parole dell'Alpha Alexandru e alla sua espressione estremamente seria che mi aveva non poco infastidito.

«Volevo ringraziarti per avermi salvata. Per avermi portata al sicuro qui, da mio padre.
Grazie, davvero, non sai quanto ti sono grata.»
Le sue parole mi intenerirono perciò controllai il tono e lo addolcì cercando di non allarmarla prima di rispondere.
«Atena, io non ti ho salvata.
Ti sei salvata da sola.»

La sua espressione era esterefatta. Balbettò qualcosa per poi riuscire a comporre una frase completa e sensata.
«Ma-ma... io non ricordo niente. I miei ricordi terminano dopo aver sentito lo sparo e il corpo senza vita di mia madre cadere per terra.
A quel punto tutto diventa ovattato e senza senso e poi...» cercò di concentrarsi, si sforzò per seciattare ogni angolo della propria mente ma poi... «niente, il buio più totale. Non ricordo niente da quel momento.
Tu, come mi hai trovata?
Cosa hai trovato? Ti prego raccontami e prova a colmare questi maledetti vuoti che mi stanno facendo impazzire.»
Il suo tono si fece d'un tratto esigente, come se si trattasse di vita o di morte.