[Contea di Arlington - 2005]
"Ecco, piccola Dì, possiamo sederci qui.", esordì mia nonna, con tono solenne, appoggiando telo e cestino per terra, per poi estrarre le varie pietanze da esso.
Aveva chiesto di non incontrarsi a casa, il motivo non lo conoscevo, ma nemmeno mi importava più di tanto. Anzi, onestamente mi aggradava particolarmente: amavo davvero molto i picnic.
Il cibo per mia nonna era sempre stato un modo per dimostrare affetto, il suo "linguaggio d'amore", per così dire. Quel giorno non aveva cucinato molte pietanze, ma erano fatte di cibi molto complessi ed elaborati, che richiedevano ore e ore di preparazione e tanta tecnica. Le piaceva invitarmi per i picnic nel parco vicino al municipio, per sfoggiare le sue creazioni in una location diversa dal solito.
Mia nonna era speciale.
Talmente speciale che mi sentii in colpa ad aver portato una misera torta salata con uova e verdure, ma non ero molto capace di utilizzare pentole e padelle. Mia madre mi aveva insegnato a cucinare le torte salate quando, da ragazzina, ebbi il compito di realizzare una pietanza per la festa della scuola. Lei non aveva voluto farla da sola, aveva preso l'occasione come buona per insegnarmi a muovermi all'interno della cucina.
Tagliai la mia creazione, mentre mia nonna toglieva i coperchi dai vari contenitori che contenevano il cibo.
Nonostante la nostra litigata di settimane prima, sembrava allegra e lieta di vedermi; non che solitamente non lo fosse, ma risultava più felice del solito, mentre spacchettava tutta contenta quello che avremmo mangiato.
"Quella torta salata sembra buonissima.", esclamò lei, "Posso averne una fetta per cominciare?"
Gliela porsi, vedendola addentare ciò che avevo preparato e sorridere incoraggiante, dopo un momento di contemplazione e decisione.
"È fantastica, piccola Dì! Sei stata davvero brava."
Sorrisi anch'io di rimando, addentando un panino con carne salada e una strana salsa dal sapore leggermente dolce. Buono, davvero buono.
"Ho parlato con Jackson."
In quel momento, la mia attenzione dal panino si spostò su mia nonna, che aveva appena afferrato e bevuto un bicchiere d'acqua.
"Esatto. Abbiamo... abbiamo conversato a lungo e abbiamo capito che non ha senso continuare a stare separati per errori del passato che non possiamo controllare, giacché non siamo stati noi a commetterli. Per questo motivo, ho pensato di darti definitivamente il diario del tuo bisnonno Paul; Jackson mi ha fatta riflettere, non è giusto escluderti dalla vicenda perché riguarda anche la tua famiglia, oltre che la mia."
Annuii, lasciandole il tempo di continuare nel momento in cui se la sarebbe sentita. Lei fece una lunga pausa, per poi continuare:
"Ovviamente, so benissimo che il diario è a casa tua. Alla fine, penso vada bene che sia così: tienilo pure, io non me ne faccio assolutamente nulla."
"Grazie nonna, è gentile da parte tua.", risposi. Ero contenta che Jackson l'avesse convinta, ma ancora più contenta ero di riavere finalmente mia nonna dalla mia parte. Mi era mancato non poterla vedere o sentire per via del nostro litigio.
Avevo ormai finito il mio paninetto, ma era talmente buono che ne addentai un altro. Sperai che mia nonna iniziasse a parlare del diario e di cosa avevo bisogno di scoprire, quale fosse il segreto così tanto celato e protetto proprio da lei stessa. Non ero così decisamente e assolutamente sicura che l'avrebbe fatto, ma dalla sua ammissione potevo aspettarmi buone probabilità di successo.
E infatti così fu.
"Piccola Dì, mi dispiace davvero tanto di essermi rivolta a te in quel modo. Davvero molto. Mi rincresce averti tenuta esclusa dal mio passato e dal ricordo della mia famiglia, ma spero capirai perché l'ho fatto. Non sono fiera di quello che è successo, e l'idea di condividerlo con la mia piccola non mi piaceva. Non volevo farti entrare in quel mondo, volevo spezzare la catena che mi aveva tenuta così attaccata a questa famiglia, e volevo farlo senza dire nulla né a te né a tua madre. Fortunatamente, la mia Matilda non ha mai avuto così tanti problemi con questo segreto, né ha mai voluto scoprirlo, ma tu, piccola Dì, tu sei una ragazza curiosa, avrei dovuto sospettarlo."
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La ragazza sulla carrozza || Romanzo
RomanceDiane Blanchard trova nella soffitta di sua nonna un diario, appartenuto a un misterioso uomo, di nome Paul Shevchenko, che lei non ha mai sentito nominare in tutta la sua vita. Leggendolo, scopre che Paul Shevchenko è uno scrittore molto in voga ne...