Durante il viaggio io e Charles cantammo a squarciagola le canzoni che passavano alla radio e molte volte ci guardavamo di sfuggita e ci sorridevamo.
Si era creata un'atmosfera piacevole, che sapeva di casa e che non avrei voluto finisse mai.
Appena raggiungemmo la discoteca Charles scese e mi aprì lo sportello come aveva già fatto precedentemente prima di partire dal ristorante.
Lando mi aveva scritto che intanto erano entrati in quanto era un po' fresco di fuori, per cui digitai velocemente la risposta e lo comunicai a Charles che mi prese per mano e mi condusse all'ingresso riservato.
Sorrisi come una stupida a quel gesto così semplice, ma così importante per me. Appena raggiungemmo l'entrata mostrammo i biglietti e il buttafuori ci lasciò entrare nella struttura informandoci su dove ci saremmo dovuti fermare per ricevere il bracciale e aspettare il ragazzo che ci avrebbe accompagnato al privée prenotato dai ragazzi il pomeriggio stesso.
La discoteca era spettacolare: era costituita da più sale dalle quali proveniva musica diversa, ma la ciliegina sulla torta era la sala principale dove si ergeva una bellissima piramide, famosa per gli spettacolari giochi di luce durante l'alba.
Appena il ragazzo si avvicinò a noi e ci porse i due bracciali ci disse di seguirlo. Arrivati al tavolo salutai agli altri, ma soffermai maggiormente la mia attenzione sulle due ragazze che mi stavano guardando sorridendo. Infatti non gli era sfuggita la mano di Charles legata alla mia e che ancora non era intenzionato a lasciare.
Ci sedemmo e Christina mi porse i drink che avevano ordinato in precedenza e iniziai a sorseggiarlo. Qualche minuto dopo Caterina ci propose di andare a ballare e, mentre io e la mia migliore amica accettammo molto felici, i ragazzi si fermarono al tavolo e continuarono a chiacchierare tra una risata e l'altra.
Raggiunta la pista non ci volle molto prima che iniziassimo a scatenarci come delle matte e ad urlare a squarciagola le canzoni che rimbombavano nelle casse.
Piano, piano iniziammo a vedere i piloti avvicinarsi a noi e a divertirsi a loro volta. Creammo un cerchio e ci scatenammo sulla melodia, incuranti del dolore ai piedi che l'eccessivo movimento aveva causato.
Ci stavamo divertendo ed era quello l'importante, infatti nessuno accennava a tornare al privée per prendersi una piccola pausa, fino a quando la musica non rallentò e alcuni cedettero o per dissetarsi o per riposarsi.
Lewis prese Christina per mano facendola voltare e abbracciandola, mentre Pierre si avvicinò all'orecchio di Cate e le disse qualcosa a cui la ragazza rispose muovendo la testa in segno di assenso e facendoci cenno che sarebbero tornati entro poco.
Sentii due mani avvolgermi i fianchi lentamente e subito fui investita dal profumo che apparteneva al pilota monegasco e che avrei riconosciuto tra tanti. Forse un po' per l'effetto dell'alcol che scorreva nelle vene di entrambi o forse per il sentimento che stava crescendo tra noi, mi fece fare azioni che razionalmente avrei frenato.
Allungai la mia mano verso l'alto e la misi dietro la sua nuca, mentre con una leggera forza il pilota mi fece sbattere la schiena contro il suo petto. Inizia a muovermi in maniera sensuale lasciando che la musica dettasse il ritmo e potei avvertire Charles contento di questa mia presa di posizione.
Lentamente scese verso il mio orecchio e mi sussurrò:
<<Sei bellissima chérie>>
E continuò scendendo al lobo e iniziando a stuzzicarlo. Sicuramente gli organizzatori non avevano deciso di attaccare il riscaldamento, ma la temperatura dei nostri corpi si era alzata e questo andò solamente ad alimentare la chimica che si era creata tra noi due.
Era come se fossimo legati da un filo invisibile, i nostri movimenti si intrecciavano perfettamente e le mani si intrecciavano e scorrevano o lungo i miei fianchi o tra i suoi capelli.
Con un veloce movimento Charles mi fece voltare e mi accarezzò la parte inferiore della schiena lasciata scoperta facendo scorrere l'indice lungo la colonna vertebrale. Ad ogni suo tocco il mio corpo reagiva provocandomi vere e proprie scariche.
Anche un muro avrebbe potuto capire che nessuno dei due era indifferente all'altro, ma c'era sempre stato un qualcosa che ci aveva frenati. Quel qualcosa che questa sera era come scattato e aveva lasciato spazio ai nostri corpi di esplorarsi per la prima volta.
Lentamente si abbassò verso il mio viso e cercò un contatto visivo che non gli negai. Ci guardammo intensamente e come mossi da una forza esterna facemmo scontrare le nostre labbra in un bacio dolce e delicato, al contrario del movimento delle nostre mani che scorrevano lungo i corpi dell'altro.
Con una delicatezza incredibile chiese accesso alla mia bocca e, come assuefatta da quelle labbra morbide, la dischiusi e il tenero bacio fu solo un lontano ricordo. Eravamo impazienti di scoprire l'altro, ma sicuramente non potevamo dare spettacolo qui e penso che il monegasco capì i miei pensieri e lentamente si allontanò da me.
Guardai le sue iridi ora dilatate sia per l'alcol che per il piacere che il contatto gli aveva provocato, ma non potei non soffermarmi sulle labbra rosse e gonfie a causa del bacio.
Mi prese per mano e mi condusse al privée dove aveva precedentemente controllato che non ci fosse nessuno. Si mise a sedere e sbatté la mano sulle cosce per invitarmi ad accomodarmi e non me lo feci ripetere due volte.
Appena mi rilassai lo sentii fremere verso di me e non potei fare a meno di voltarmi verso di lui che mi rubò un bacio veloce e mi sorrise. Non potei non ricambiare e senza neanche rendermene conto alzai velocemente la mano e feci la seconda cosa che avrei voluto fare dopo averlo incontrato la prima volta: spinsi il dito sulla guancia dove si era formata la fossetta.
Questa mia azione non poté che creare una forte risata da parte del monegasco, che dopo qualche secondo tramutò l'espressione ad una più seria che mi fece accigliare.
Il giovane vedendo la mia evidente preoccupazione si affrettò a parlare e disse:
<<Em non voglio che quello che è successo stasera sia solo un momento di divertimento in una discoteca. A me farebbe davvero piacere conoscerti anche fuori da questi ambienti o dai Gran Premi, vorrei conoscere la bambina e l'adulta che c'è in te quando vive la sua vita quotidiana>> si fermò un momento per riprendere fiato e continuò
<<Non ti chiedo di darmi una risposta adesso, ma solamente di pensarci...>>
Non potei non notare quanto fosse stato carino nel chiederlo e quanta attenzione avesse posto nel scegliere le parole giuste. Capii di essermi persa nei miei pensieri quando vidi attraversare un lampo di delusione nei suoi occhi e mi affrettai a rispondergli:
<<Sì Charles anche a me farebbe piacere conoscere il ragazzo monegasco dagli occhi azzurri che ama vivere la vita...>>
E non potei che sorridere vedendo lo sguardo che mi riservò dopo questa risposta. In poco tempo le nostre labbra si scontrarono nuovamente permettendo alle lingue di riprendere quella danza che tanto avevano agognato.
STAI LEGGENDO
Hope
FanfictionIl cognome Wolff l'aveva fatta apparire troppe volte sotto i riflettori, non solo per la carriera di suo padre, Toto, e della madre, Susie. Emma era rimasta vittima di un grave incidente che le aveva rovinato la carriera e che era diventato il suo...