Capitolo 1 Parte 8

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Un piede segue l'altro perpendicolarmente ai gradini.

Con i riflettori puntati addosso, scendo l'esorbitante scala a chiocciola dell'imponente crociera, con squisitezza, accolta da un'ovazione. 

Sistemo la seta del mio lungo abito adornato da perle, in preda al panico.

<<Appoggiare l'avampiede e contrarre i glutei. Schiena dritta e sguardo fisso in avanti per mantenere l'equilibrio>>

Grazie, Jodene!

Se non fosse stato per le tue lezioni, in questo momento sarei accasciata sul pavimento.

L'attenzione dell'intera sala è su di me, il che mi rende alquanto inquieta.
Ad ogni passo, il mio battito accelera.

Intravedo tra la folla mio padre, come al solito, il suo volto non tradisce emozioni.
Al suo fianco, con sguardo meticoloso e calcolatore, c'è Vincent Et Moore, padre del mio consorte, Alexander Et Moore.

Le decorazioni dell'intera hall sono curate nei minimi dettagli. Non che mi aspettavo l'antitetico.

Oltre che celebrare il mio fidanzamento, questa cerimonia fungerà da inaugurazione per le prime crociere dell'Apex Corporation. Credo questo sia il motivo principale della presenza dei giornalisti. Solitamente le feste organizzate da mio padre sono piuttosto riservate e ritrose.

Nonostante non sia mia la scelta della location, non posso fare altro che essere grata. Non può che essere a mio favore un'eclissamento a bordo di una crociera in mare aperto.

"Rammenta chi sei. Non agogno vederti conciata ancora da miserevole in futuro"

Mio padre digrigna i denti e nasconde con un amaro sorriso il suo furore. 

È come se al posto delle parole, l'aria fosse piena di fiocchi di neve spinosi.

"Mi dispiace. Non credevo ci sarebbero state così tante persone."
Il suo sguardo gelido mi ordina di tacere.
Il ghiaccio attorno al suo cuore è perpetuo, come sempre d'altronde.

Annuisco e abbasso il capo rivalutando la mia scelta d'outfit.

Vincent prende la parola.
"La nostra Giselle non delude mai. Uno splendore qualunque cosa indossi. Alexander non è maturo abbastanza da capacitarsi della venustà e sagacia della sua donna. Come biasimarlo, nessun uomo potrà mai essere abbastanza"
Sorridiamo entrambi, l'ipocrisia prende posto nei nostri sguardi.

"Allora? Dove sono le altre splendide Thompson?"
Chiede con un filo di malizia.

"Non sono qui purtroppo. I riflettori, come ben sa, non fanno per loro."
Replico.

Vincent Et Moore

Età:61 anniAltezza:174 cmOccupazione: Uomo d'affari

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Età:61 anni
Altezza:174 cm
Occupazione: Uomo d'affari

Economicamente sono in una posizione buona. Buona, ma non abbastanza per i Thompson.
Entrambe le famiglie possiedono numerose azioni nell'Apex Corporation, tuttavia, una ha fondato l'azienda mentre l'altra, giocando sporco ha guadagnato la sua posizione. Alquanto discutibile la cosa.

Siamo le famiglie più fluenti del paese, questo è poco ma sicuro. La domanda rimane dunque: cosa spinge Joseph Thompson Harris ad accettare di dare la sua unica erede in mano ad una famiglia del genere quando ci sono decine di altri miliardari nel mondo?

In realtà una buona ragione dietro c'è. La loro reputazione è a dir poco irreprensibile. Continuano a contribuire in lavori di beneficenza, i loro volti sono perennemente in prima pagina.

Mio padre continua ad affermare che a distanza di pochi anni la famiglia Moore raggiungerà livelli smisuratamente alti, arrivando ad appropriarsi completamente dell'Apex Corporation.
Pertanto, quando quel giorno arriverà, la nostra dovrà essere la sola e unica famiglia al loro fianco. In questo modo non desteremo sospetti, e il matrimonio non sembrerà un affare economico.

In sostanza, questo matrimonio combinato non farà altro che portare benefici alla famiglia, e dovrà farlo prima del crollo delle nostre azioni. A dire il vero sta già accadendo, l'unica famiglia ad aiutarci è stata la loro visto che si tratta di rischi immani, per tanto, questo è il prezzo da pagare.

La stampa non è al corrente delle crisi che ultimamente abbiamo subito, ma è solo questione di tempo. Gestire somme esorbitanti è estremamente rischioso.

Da un lato comprendo le rigide decisioni di mio padre, tuttavia è così che va avanti da tredici anni ormai. Non fa altro che prendere decisioni su decisioni riguardo la mia vita. Non è più una questione individuale. Vorrei poterlo aiutare in qualche modo, ma la sua è una insania. Coinvolgere i Moore sarà la ragione della nostra rovina. Rovina che trascinerà nell'oblio il nostro nome.

Vincent è un avido truffatore. Se non fosse per l'ocaggine del figlio alcolizzato, non ne sarei mai venuta a capo.
Mangeranno tutto come serpenti senza lasciare neppure le ossa.

L'avidità e la cupidigia saranno la ragione del nostro sconquasso.

La priorità al momento è far sì che tutto fili liscio.
La mia se pur una mossa folle, salverà il nostro impero.

L'ultima delle mie preoccupazioni, anche se la più significante, è che mio padre comprendi un giorno il valore di sua figlia e condividi il mio incondizionato amore nonostante tutto.

"...Ed è fuggito come un codardo senza aprire bocca. La povera ha dovuto abortire prima che qualcuno lo scoprisse, ma è finita comunque in tutti i quotidiani. Il padre è ormai in coma da settimane"
Le parole di Katherine mi distraggono.
A Eleanor sfugge un risolio.
L'intero gruppo si gira a fissarla in cagnesco.

"Oh avanti, ragazze. Non è di certo una santarellina! L'ultima cosa che dovreste fare è sentirvi rammaricate"

Sarah interviene.

"Ma suo padre non ha colpe-"
Eleonora la interrompe villanamente.

"Parli dello stesso stupratore che nasconde i suoi crimini gettando milioni? Aprite gli occhi! Quella dannata famiglia merita ogni singola disgrazia che gli sia capitata!"
La conversazione inizia a darmi sui nervi.
Più continuano a parlare e più mi rendo conto di quanto miserevole sia la mia situazione. Il mondo è privo di compatimento e la gente non fa altro che parlare.
L'ansia si insinua nelle mie viscere.

"D-d'accordo, ragazze. Perché non spostate l'attenzione sui miei nuovi zigomi piuttosto che parlare della gente insignificante? Un'altro paio di interventi e diventerò una ragazza da capo a piedi"
Un orologio a pendolo batte la mezzanotte e l'orchestra comincia a suonare.

Credo sia arrivato il momento.
Abbandono il tavolo, mi dirigo verso un angolo vuoto e sicuro della crociera.

Nel mio vagare per i corridoi scorgo una voce maschile seguita da un roco sussurro femminile proveniente dalla cabina alla mia destra.

La curiosità ha la meglio su di me, sbircio attraverso la porta spalancata.

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