Capitolo 1 Parte 10

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Mi precipito all'esterno, la mia mente prende a errare.

Un astante innocuo.

Chi potrei portare...?
Jodene? È scaltra! Rischio di mandare all'aria tutto con la sua presenza.

Alexander?
Circondato dalla sue groupie? Meglio glissare.

Le ragazze, magari? Coglieranno l'occasione per sparlarne con chiunque. Decisamente no!

Chi altro rimane...?
Bridget! È docile e alterabile.
Non avrei mai pensato che la sua castronaggine mi sarebbe tornata utile un giorno!

D'acchito, attraversa il corridoio una giovane ragazza dai capelli lunghi arruffati.

La sua maschera scivola lentamente dal suo volto, rivelando delle gote rosate. Deve essere avvinazzata.

Pur di aiutarmi a sentirmi a mio agio per un solo giorno, perfino l'equipaggio è mascherato.

Non credo di avere molto tempo a disposizione per permettermi girovagare alla ricerca di Bridget.
Andrà bene anche la ragazza. D'altronde, fa parte del personale anche lei.

"Ehi... Dahlia, giusto?"
Annuisce, scuote il capo e si lascia sfuggire un disinvolto flato.

È indiscutibilmente ubriaca. Meglio lasciar perdere.

Bridget. Ho bisogno di Bridget.

La ragazza ruzzola violentemente sul pavimento.
Esito prima di allontanarmi.

La vedrà qualcun'altro... Giusto?
Sospiro di frustrazione.
Accidenti! Perché deve capitare sempre a me?

Mi libero villanamente dai tacchi.

Fortuna la ragazza è smilza.
La accompagno cautamente in una delle cabine, lontano dalla concupiscenza di Alexander.

"Hai un bel profumo..."
Sussurra lagnandosi tra le mie braccia.
Le sue mani si posizionano sulla mia vita.
Un brivido mi attraversa la schiena.

Una volta appurato che si sia ripresa, anche se parzialmente, mi avvio verso le scale.

Le mie mani sfiorano spontaneamente il punto del vestito che la ragazza ha toccato. Un pezzo di carta spiegazzato cade sul lucido pavimento del corridoio deserto.

Esitante, mi chino per raccoglierlo. Mi sfugge un sussulto di sorpresa.
Le parole incise sulla carta mi lasciano perplessa in modo spaventoso.

Il mio corpo prende a tremare intensamente.

"Dev'essere arduo contenere la tua eccitazione. L'attesa non sarà lunga, cara Giselle. Ho grandi piani per noi. ~Satang imber~"

Senza rendermene conto, mi ritrovo di nuovo, senza fiato, nella cabina dove ho lasciato la ragazza apparentemente ubriaca.

È vuota... il che in effetti non mi sorprende.

Stropiccio l'avvertimento e avanzo cercando di scacciare i pensieri spiacevoli che annebbiano la mia mente.

Perché mai Zero dovrebbe coinvolgere una cameriera? E perché usa uno strano soprannome?
Questa situazione è priva di accezione.

Per fortuita coincidenza intravedo accanto al rinfresco, la chioma grigia opaca appartenente a Bridget!

Mi avvio in sua direzione, ma una figura somma funge da ostacolo tra me e il mio obbiettivo.
Gli occhi metallici di mio padre mi squadrano con diligenza.

"Smettila di celarti. Cosa penserebbero gli ospiti se non dovessero vederti in giro? Jodene non è stata abbastanza chiara al riguardo? Prendi posto accanto al tuo consorte"
Un Alexander euforico, solleva un calice scarlatto nella nostra direzione.
Mio padre incarica un sopracciglio.
Stille di sudore imperlano la mia fronte.

Non posso permettermi di perdere ulteriore tempo!
Devo agire, ne ho già perso abbastanza.

"Per anni ho atteso impazientemente il giorno in cui l'avrei incontrata di persona, Signor Thompson! Non avete idea del mio giubilo ora che quel rimarchevole giorno è finalmente giunto."
Ci giriamo entrambi in direzione della voce dal tono malizioso.

Per un istante il mio cuore ha smesso di battere.
Un ciuffo corvino, sugardo tagliente e fascino tenebroso inconfondibili.

Dinanzi a noi, Zero in tutto il suo splendore, accompagnato dalla stramba ragazza della scorsa sera. Cruita.

Che diavolo ci fanno qui?!

Suit armani, abito ysl e una bottiglia di romanée conti. Il loro aspetto è curato nei minimi dettagli.
La copertura ineccepibile!
Mi chiedo dove li abbiano trovati...
È strabiliante! Se non li conoscessi già li avrei scambiati per degli abbienti probabilmente.

"Con chi abbiamo il piacere di parlare"
Zero sussulta, signorilmente.

"Colpa mia!
Elijah dalla umile Hale Corporation, Signori. Lei è la mia assistente personale, Raija."
I suoi occhi colmi di astuzia, si posano per ultimo su di me.

"Che beatitudine fare finalmente la sua conoscenza, Signorina!"
Le sue labbra si posano urbaname sul palmo della mia mano, cagionando in me un gradevole disagio.

Mi rivolge uno sguardo insinuante.
Mio padre lagna, frustrato.

"Hale corporation... Suo padre deve essere Karl Hale! È da tempo che non ho sue notizie. Non ricordo abbia adottato... un ragazzo asiatico. Tuttavia il suo volto è sommamente familiare"

Zero sbanca per un istante. Vacilla per poi sfoggiare un sorriso.

"Già! Il mondo è davvero piccolo! Sono meramente onorato. Essere noto al famigerato Joseph è lodevole"
Sta rischiando grosso!
Mostrare il suo volto a mio padre quando lui stesso sarà il mio rapitore è pura insania!

La tensione nell'aria è palpabile.

Provvidenzialmente, Cruita interviene, in modo però inopportuno.

Si aggrappa al braccio di Zero prendendo a gemere estrosamente.

Aggrotto le sopracciglia, irresoluta.

Cosa pensa di fare!?

D'acchito, perde l'equilibrio cadendo tra le sue braccia, ambiguamente.

"Raija! Raija?"
Mi capacito immantinente che si tratta di un diversivo improvvisato.

Mi guardo intorno smaniosamente prima di intervenire.

Avanzo con cautela nella loro direzione, controllo il suo stato.

"Sta bene. Ha solo bisogno di riposo. Puoi stenderla qui!"
Indico un canapè.
Zero annuisce, Cruita esibisce un sorriso.

"Sei di un talento smisurato! Devi essere assuefatta a mentir-"
Ammutolisce nel momento in cui i suoi occhi sgargianti incontrano quelli scialbi di Zero.

L'orchestra comincia a suonare.
Gli ospiti scendono sulla pista da ballo con i loro dispendiosi abiti che rilucono mentre danzano.

Alexander mi rivolge una rapida occhiata. Io esito, incerta sul da farsi.

Una voce oleosa mi atterrisce.

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