90 minutes

Capitolo 2 Parte 4

I primi raggi di sole filtrano attraverso le tende rovinate, ravvivando la stanza sudicia.

Mi sveglio completamente disorientata trovandomi dinanzi un alto soffitto in cartongesso bianco.

Un flusso di emozioni e pensieri quasi dolenti mi attraversa, spegnendomi completamente.
Per un momento rimango distesa con la mente sfocata.

Lentamente i ricordi tornano a galla suscitando in me ripugnanza. Vorrei poter credere che tutto sia solo un incubo dal quale mi sveglierò presto.
Ma a quanto pare non accadrà.
Tutto è semplicemente troppo reale per essere un'illusione.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette.
Sette volte sbatto le mie palpebre pronta ad iniziare la giornata.

Alzati.

Mi strofino gli occhi annebbiati e vado alla finestra. C'è un bagliore perlaceo nel cielo. Mi distrae quasi dai miei pensieri negativi.

Ho così tante domande e poche certezze...

Sono piuttosto scettica riguardo la storia della domestica. Troppe cose non quadrano. Ma è un'opportunità che non posso farmi sfuggire.

Se però quello che dice la donna è vero, significa che da un momento all'altro potrebbe presentarsi la vera domestica mandando tutto all'aria.
Allora sarò davvero in guai seri.

Sono così stupita dalla situazione che non posso fare a meno di prendere tutto alla leggera.

Ridacchio.

Stare qui dentro chiaramente non risolverà nulla.
Devo trovare Giselle e andare lontano da qui.

Lancio un'occhiata all'abito sopra il letto, gentilmente offertemi.

È ridicolo come cercano di tenere tutto sotto controllo.

Immersa nei miei pensieri, il mio sguardo cade sul pavimento.

Mi blocco sul posto.

La mia attenzione è attratta da qualcosa di piccolo e poco appariscente sul pavimento.
Mi inginocchio e do un'occhiata da vicino. Mi ci vuole un momento per realizzare quello che sto osservando.

Un'unghia sporca e macchiata di sangue è adagiata proprio davanti all'armadio.

Istintivamente avanzo in direzione dell'armadio oltrepassando l'unghia.

Deglutisco piano combattendo la voglia di urlare.

Segni di graffi ricoprono la maggior parte della superficie in legno delle porte dell'armadio dall'interno.

Sono addirittura visibili diverse sanguinanti striature e impronte ormai secche.

Indietreggio portando una mano alla bocca.

Graffiare ossessivamente da strappare via un'unghia.
Suona come un terribile incubo.
È raccapricciante.

L'aria all'improvviso è secca e perfino respirare mi è impossibile.

Mi tornano immediatamente in mente le parole della suora la sera prima:
"Questa stanza apparteneva all'ultima domestica. D'ora in poi sarà tua."

Cosa è successo qui dentro?
Che incubo ha dovuto affrontare la scorsa domestica in questo monastero?

Sarà stata aggredita?
O forse è stata rinchiusa e per mera insania ha graffiato le porte fino ad arrivare al punto di staccarsi un'unghia?

Qualunque scenario mi venga in mente è decisamente peggiore di quello che lo precede.

D'emblée, vengo distratta da un fruscio orrido.

Il silenzio assordante che lo segue risalta così chiaramente ogni piccolo rumore.
Prendo un respiro profondo.