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Darcy pov

Ero immersa in una tranquillità surreale, quando dei piccoli rumori provenienti dalla stanza affianco mi svegliarono, rumori che dopo qualche istante si trasformarono in forti gemiti. Cercai di riaddormentarmi infilando la testa sotto il cuscino, ma con scarsi risultati, allora decisi aprire gli occhi ed ancora confusa dalla sbornia constatai di non ero a casa mia. Mi alza velocemente dal piccolo letto provocandomi un giramento di testa e mi dovetti appoggiare alla cassettiera alla mia sinistra per non cadere e cercai di ricordare cosa fosse successo la sera prima, ma dopo l'interruzione di Michael, il nero più totale. "Cazzo, cazzo, cazzo" avevo un mal di testa devastante, non trovavo più la mia pistola e per di più non sapevo dove mi trovavo. In quel momento delle urla provenienti dal piano di sotto si sovrapposero ai gemiti della stanza affianco attirando la mia attenzione, le voci si avvicinarono e presa dal panico afferrai il primo oggetto che avrei potuto usare come arma. Un patetico taglia carte, ma meglio di nulla pensai in quel momento. Quando le voci furono adiacenti alla mia porta, la aprii di scatto facendola arrivare a uno dei due uomini in faccia e saltai  velocemente sulle spalle al altro poggiandogli il taglia carte alla gola. Era ancora buio e non li vidi bene in faccia, ma li riconobbi subito quando cominciarono a lamentarsi come galline a cui si sta tirando il collo. "Il mio fottutissimo naso!" abbaiò Artùr e John sentendo una lama nel suo collo stette zitto . "Merda John ma che cazzo è successo" urlò di nuovo il fratello più grande. "Darcy saresti così gentile di togliermi quel coltello dalla gola" disse guardandomi con la coda dell'occhio, sorridendomi. In quel punto decisi di scendere dalle sue spalle. "Buongiorno...perché sono qui e non a casa mia?" disi con voce piatta. Artùr che fino a quel punto era rimasto in ginocchio con una mono sul naso si alzò e parlò "Buongiorno un cazzo ragazzina, mi hai rotto il naso!" "Scusa Artùr non avevo idea foste voi...in realtà non ricordo nulla fino a dopo..." dissi, ma mi fermai prima di parlare troppo. "fino a dopo cosa?" chiese John. "Dopo aver bevuto quattro bicchieri" " Hm okay, dai Artùr troviamo qualcuno che ti sistemi il naso prima che arrivi Tommy" ribatté John non troppo convinto "Ah Darcy eravamo qui per informarti per informarti che nostro fratello vuole vederti nel suo studio dopo la riunione di famiglia" continuò lui. "Va bene...Artùr e se vuoi posso metterti io il naso apposto" mi proposi per rimediare al casino che avevo combinato e mi fece un cenno di assenso per poi scendere le scale "Dai andiamo giù c'è la colazione pronta" mi informò John seguendo il fratello.  Arrivata in cucina feci sedere Artùr e presi un tovagliolo per togliergli un po' di sangue rimasto. "Okay Artùr non sarà piacevole, al mio tre lo rimetterò apposto" lo avvisai "Tranquilla ne ho passate di peggiori" "Perfetto" risposi io cominciando il conto alla rovescia "Uno" presi bene il naso con una mano e con l'altra gli tenni la testa "Due..." e rimisi con uno scatto della mano il naso al suo posto "Fanculo avevi detto al tre!" mi urlò dietro Artùr e io gli sfoderai il mio più bel sorriso. "Davvero? non ricordo" risposi io con fare innocente. Proprio in quel momento entrarono due donne che rimasero a guardarci e mi alzai velocemente per andare a presentarmi "Buongiorno, io sono Darcy Carleton é un piacere fare la vostra conoscenza signore?" "Polly Gray" disse rivolgendomi un sorrisetto di circostanza "Esme Shelby, la moglie di John, ma ci siamo già conosciute, alla sala scommesse." ripose lei "Vero!" esclamai io e a quel punto un altro mal di testa mi prese alla sprovvista e dovetti sedermi "Maledetto alcol non berrò più in vita mia, comunque dite al mio vicino di camera tenere la bocca chiusa alle puttane che si porta a casa, le fa urlare come oche" dissi mentre mi stendevo sull'unico divanetto libero quando una risata proruppe nella stanza "Povera piccola Darcy! la principessa ha le orecchie delicate?" si palesò così Michael "Ovvio non potevi non essere tu...hai interrotto qualcun altro ieri sera ho sei andato a farti fottere?" domandai scontrosa mente lui mi rispose con il sorriso "Dovrei chiederti scusa per ieri sera?" "Si, dovresti" affermai mentre lui si avvicinava "Allora scusa se non ho lasciato mio cugino farti venire" mi sussurrò all'orecchio ed diventai un parente stretto dei pomodori  facendolo ridere ed di risposta io afferrai un cuscino e glielo lasciai addosso facendoglielo arrivare in piena faccia. "Riunione di famiglia" urlò Thomas entrando in casa e guardandomi aggiunse " dopo veglio parlarti, fai pure colazione con Esme mentre aspetti che uno dei miei fratelli che ti venga a chiamare quando avremo finito. John, Artùr muovetevi!, Michael tu hai visto Finn e Isaiah?" "No io non li ho visti" rispose lanciandomi uno sguardo furbo che Thomas non notò o fece finta di non notare. La porta d'entrata sbatté di colpo ed entrò un ragazzo di colore vestito come un Peacky Blinder "Scusa il ritardo Tommy" disse lui "Non importa muoviti, vai nello studio. Ma dove cazzo è Finn?" ripeté di nuovo Thomas più incazzato e dal piano superiore si sentirono delle imprecazioni "Credo stia arrivando" dissi io con un sorrisetto che nascosi con la tazza con cui stavo bevendo il mio thè. Quando arrivò al piano non feci a tempo a vederlo che Thomas lo spinse nel suo studio tirandogli una sberla sulla testa.

Dopo trenta minuti di conversazione su cavalli e bambini con Esme arrivò John a dirmi che erano tutti usciti dal retro e che Tommy mi stava aspettando nel suo studio, l'ultima porta a destra mi aveva detto prima di attaccarsi alla bocca di sua moglie. Arrivata davanti alla porta indicatami da John bussai e ricevetti in risposta un "Entra!". Thomas Shelby era seduto scomposto dietro la sua scrivania con in mano una sigaretta accesa che accompagnò alle labbra lentamente.  "Siediti" mi disse e siccome mi girava ancora la testa lo assecondai. "Dimmi pure Thomas, andiamo dritti al punto dimmi perché sono qui" proposi afferrando la sigaretta che mi stava porgendo. "Mi sembra coretto, allora, io qui ho già tutto, ho la polizia che mi lecca il culo e spie ovunque ma... alle gare non ho il pieno controllo sulla situazione per non parlare sul comitato, come non ho i contatti che hai tu alle corse" "Quindi vuoi farmi lavorare per te come..."cercai di finire mi mi interruppe "Spia, si, nessuno si aspetterebbe che una ragazzina così graziosamente ricca stia raccogliendo informazioni per uno zingaro o che possa piantargli una pallottola in testa" a quel affermazione rimasi un po' scossa mentre mi passava un contratto. "Era la prima vero?" mi interrogò "La prima cosa?" rigirai io la domanda "La tua prima uccisione" e restai zitta "Non ti preoccupare ci si abitua e se lavorerai con me lo dovrai fare". Pensai ai pro e contro del lavorare per lui "Cosa ti fa pensare che una ragazza "graziosamente" ricca come me, possa voler lavorare o anche solo pensare di farlo?" domandai cercando di capire meglio le sue intenzioni. "Perché le conosco le donne come te, ne sono perennemente circondato, tu sei una ragazza ambiziosa che vuole dimostrare che può farcela anche senza il nome che ti ha dato la famiglia, proprio come mia sorella" sbuffò ma riprese a parlare subito "Ecco da cosa è dovuto il tuo caratterino". Quando ebbe finito di rispondere alla mia domanda ci fu in minuto di silenzio che interruppi dicendo "Okay, ma voglio essere pagata sei scellini" "quattro" provò a negoziare lui "Eh no accidenti, se devo sparare o uccidere qualcuno devo essere pagata bene, sette scellini" continuai "Prima erano sei" cercò di controbattere "E ora sono sette, prendere o lasciare Thomas Shelby" ribattei facendogli uno dei miei sorrisetti che mi rimandò. "Accetto sette scellini, preparati perché comincerai a Epson, ti dirò cosa fare un volta arrivata lì" disse lui e allora io firmai senza leggere, mentre spegnevo la sigaretta sul porta cenere di metallo alla mia destra. "E per ultima cosa Thomas, se volete che io sia la vostra spia avrò bisogno della mia pistola, non trovate?" e dopo questa constatazione aprì lentamente un cassetto della sua scrivania e ne tirò fuori la mia arma, porgendomela. "Va bene, alla prossima riunione di famiglia ti voglio dentro il mio ufficio. Abbiamo finito, esci pure dal retro, Finn ti sta aspettando per accompagnarti a casa ". Uscendo sussurrai "Agli ordini capo"  e in quel momento realizzai di essere diventata una spia dei Peacky Blinder.

Io e Finn passammo il tragitto a parlare e scherzare sulla mia avventura con i suoi fratelli di qualche ora prima e una volta arrivati mi disse "Questa si che è una fottutissima villa, tu vivi qui?" chiese fermando la macchina davanti all'ingresso e scendendo risposi "Si, e grazie per il passaggio Finn, mi sono divertita molto...in questi giorni Thomas dovrebbe venire a vedere la puledra, accompagnalo mi farebbe molto piacere se mi venissi a trovare" "Vedrò cosa posso fare, buona giornata Darcy" mi rispose sorridendomi per poi ripartire per tornare a Small Heath.

Angolo autrice☀️🐎

Allora, come vi sembra?
Io mi sto divertendo un mondo a scrivere e non vedo l'ora che a giugno esca la 6 stagione su Netflix e lasciate un commento e una ★ se vi va!

Tra cavalli e whisky | Finn ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora