𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐂𝐈𝐍𝐐𝐔𝐄

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴄɪɴǫᴜᴇ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴄɪɴǫᴜᴇ

Tu? Questo è tutto ciò che aveva da dire?

" Se i tuoi compagni non sono decisi a dirmi perché sono qui, forse potresti illuminarmi. " Gli dissi guardandolo dritto negli occhi.

Il mio tono era nitido e chiaro. Non volevo far vedere alcuna mia debolezza di fronte al suo sorriso beffardo. Alla fine guardò i quattro uomini posti dietro di lui.

" Davvero, nessuno di voi si è preso il compito di spiegare a questa ragazzina insolente che cosa sta succedendo? " Chiese, con tono stizzito ai suoi uomini.

" Lasceremo a te, capo. Hai lavorato sodo per trovarla, quindi ti lasciamo questa dolce ricompensa. " Rispose quello con la voce profonda, in tono sarcastico.

" Grazie, Felix. In realtà preferisco prendermene con cura." Aggiunse il biondo che voltandosi mi guardò con un sorriso beffardo.

" Cosa vuoi da me ? "

" Secondo te ? " Rispose, alzando il sopracciglio, come se fosse ovvio. Perché ti seguivo dall'estate scorsa?

Perché mi stava facendo incazzare... Pensava che io avessi la risposta?

" Secondo te, ti avrei fatto quel genere di domanda se avessi la minima idea del perché sono qui? "

La rabbia cresceva sempre di più, non avevo tempo per questo genere di sciocchezze. Si era preso la libertà di inseguirmi notte dopo notte, poi di mandare i suoi uomini a prendermi, supponendo che sapessi cosa mi stava succedendo?

" Restituiscici quello che ci hai preso e ti lasceremo sana e salva. " Dichiarò, mentre il suo sorriso svaniva, lasciando il posto a una faccia spaventosa.

" Scusami? Sono stata inseguita per mesi, da degli idioti, mi avete rapita e portata in questo posto, non so dove sono, non ti conosco, e tutto ciò a cui riesci a pensare è restituirti una cazzo di cosa! "

Non riuscivo più a controllare la mia rabbia. La situazione mi opprimeva e il mio unico desiderio era tornare a casa.

" Primo, ti ho citato in giudizio perché hai deciso di scappare. Mi avresti dato il tempo di parlare, non saresti qui oggi. "

Oh, quindi è colpa mia adesso? Dannazione, non ci posso credere... avrei voluto strappargli la testa...

" Secondo, non è un rapimento, sei libera di andare. Mi chiamo Hwang Hyunjin, i miei colleghi ed io lavoriamo per i servizi segreti. Hai altre domande, signorina? "

Ero senza parole. Agenti segreti? Sono fuggito da un agente segreto? Cazzo... Avrei dovuto avvertire prima...

Mi sentivo sbagliata e ridicola. Volevo farmi molto piccola di fronte a questa forte sensazione che mi attraversava lo stomaco.

" Cosa... cosa stai cercando? " Provai a chiederglielo dopo aver riacquistato la calma.

" Lo sai benissimo. Non abbiamo tempo per quel tipo di infantilismo. " Disse cominciando ad innervosirsi.

" Smettila di ripeterlo! Non ho idea di cosa stai cercando! E non ho preso niente da te! Puoi controllare se vuoi! "

Mi alzai dalla sedia, che fece uno scricchiolio acuto mentre scivolava contro il pavimento di cemento. Le mie braccia si alzarono orizzontalmente per permettergli di sorvegliarmi. Il biondo, Hyunjin, fece scivolare gli occhi sul mio corpo, scrutandomi e assaggiando. Quando incontrò i miei occhi, si schiarì la voce e incontrò le braccia al petto.

" Ti siedi, per favore. Devi solo essere collaborativa. "

"Ma non ti ho rubato niente! Capisci quello che ti sto dicendo o no! " Borbottai, battendomi la mano sul petto.

La mia rabbia stava salendo di nuovo dentro di me. Feci un passo indietro e la sedia cadde a terra. I suoi uomini iniziarono ad avanzare verso di me ma Hyunjin li fermò con un gesto della mano.

Alla fine ho sollevato la sedia da terra e poi mi sono appoggiato pesantemente su di essa, trovandomi alla sua altezza.

"Senti... credimi o no, non ti ho rubato niente. Sicuramente devi essere la persona sbagliata. Sono uno studente che non ha mai commesso un reato. Ora vorrei andare a casa, dato che sono libero di andare."

Un momento di silenzio si stabilì alla fine delle mie parole. Tutti avevano gli occhi puntati su di me. Di fronte a loro ero intimidito, ma il desiderio di ritrovare la mia famiglia era molto più forte.

" Molto bene. " Hyunjin concluse alzandosi dalla sedia.

Raccolse la pila di fogli che aveva lasciato entrando nella stanza, la sua mano aprì la porta e se ne andò, lasciando me e i suoi uomini.

È tutto? Sul serio?

Tre di loro uscirono a turno e uno si sedette di fronte a me. Felix, il ragazzo dalla voce profonda, mi rivolse un sorriso confortante. Ebbi appena il tempo di ricambiare il sorriso quando la testa di Hyunjin riapparve sulla soglia.

" Non ritardare. Ti porterò a casa. "

Poi scomparve un attimo dopo. Quel ragazzo era davvero insopportabile...

" Sei fortunata, è molto gentile con te. " Felix canticchiò.

La mia attenzione tornò al ragazzo di fronte a me. Anche lui era biondo, il suo viso era ovale e pieno di lentiggini. Quando le sue mani si appoggiarono sul tavolo tra di noi, notatai numerosi tatuaggi sulle sue mani che correvano lungo le braccia e fino al collo. Guardai quella della sua mano sinistra, una falce di luna presa a triangolo era tatuata. L'altro braccio reggeva un bellissimo paesaggio.

" È meglio che vada, la mia famiglia si starà cominciando a preoccuparsi. "

Mi alzai, rivolgendogli un lieve sorriso timido e mi diressi verso la porta di uscita.

" Nari, giusto? "

Mi voltai di nuovo verso di lui e annuii goffamente con la testa.

" Sono Felix. "

𝗨𝗡𝗗𝗘𝗥 𝗬𝗢𝗨𝗥 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗢𝗟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora