Marta

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DRIIIN DRIIIN DRIIIN DRIIIN

La sveglia suona a ripetizione e il sole comincia a penetrare dalle fessure delle persiane.

"Che palle, ma che ore sono?" pensa Marta mentre cerca in qualche modo di aprire gli occhi impastati di mascara e eyeliner.

"Marta svegliati, devi andare a scuola" dice sua mamma aprendo la porta della camera, "ma come sei conciata? Hai tutta la faccia nera, tirati su da quel letto.."

Marta cerca di rispondere, ma non è ancora del tutto sveglia.

"Marta allora, ti vuoi alzare? Non vedi che ore sono? Vuoi fare tardi anche oggi?"

"Mi sto alzando.." riesce a biascicare Marta tra uno sbadiglio e l'altro.

"Ti faccio un caffè e latte e ti aspetto di sotto.. Ah, Marta, vestiti in modo decente che quando esci da scuola andiamo a pranzo con Damiano."

"Ma chi cazzo è Damiano, mamma?"

"Marta è l'avvocato con cui sto uscendo.. Sono settimane che te ne parlo"

"Ah si.. Scusa.. okay comunque, aspettami di sotto.. Arrivo!"

Marta si alza a fatica da quel letto che sembra averla inghiottita e si trascina verso il bagno.

"Che faccia di merda" si dice mentre cerca di togliersi il trucco della sera prima dal viso.

"Ma perché cazzo non lo faccio la sera?! Che poi la mattina è peggio.." tira un sospiro profondo e continua ne tentativo di levare il trucco.

Marta scende in sala da pranzo a bere velocemente il suo caffè e latte.

"Ciao mamma vado!"

"Ciao amore a dopo.." grida da non si sa quale stanza della casa.

Marta esce con il suo North Face sulle spalle e corre verso la fermata per prendere l'autobus, sperando di fare in tempo.

"Eccoti principessa, ti porto io a scuola.. sali" disse una voce in lontananza. Marta si girò sapendo benissimo di chi fosse quella voce che al momento le appariva così fastidiosa.

"Lavati Vale, vado a piedi" rispose.

"Ma come? Ieri sera eri così felice di stare in macchina con me.. che succede oggi?" sogghignò lasciandosi scappare una risata. 

"Valentino Vaffanculo".

In quel momento l'autobus, che per fortuna quella mattina era in ritardo, si fermò davanti al marciapiede. 

Marta raccolse il suo zaino da terra mettendoselo su una spalla sola e salì. L'autobus ripartì e lei, vedendolo dal finestrino, esibì un dito medio destinato al ragazzo accostato al bordo della strada sul suo Range Rover. 

Come stelle nel cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora