Regina di cuori.

Sconosciuti

Luca era seduto sull'autobus nel posto di fronte al mio, aveva le cuffie nelle orecchie e con quei meravigliosi occhi cioccolato guardava fuori dal finestrino. A volte un raggio di sole filtrava dal vetro andando a colpire il suo sguardo e costringendolo ad assottigliare gli occhi infastidito creando delle piccole rughette che scomparivano poco dopo, quando le numerose nuvole di quel cielo di metá novembre coprivano la luce intensa che la mattina svegliava la cittá. Era da tanto tempo che non mi trovavo così vicina a lui ma non avevo dimenticato i piccoli particolari del suo viso, i suoi modi di fare, la sua mania di sospirare profondamente ogni cinque minuti, le piccole lentiggini, invisibili da lontano, che gli sporcavano gli zigomi, quel ciuffo di capelli castano chiaro che lui teneva indietro ma che gli ricadeva sempre sulla fronte innervosendolo e costringendolo a scostarlo con le mani, le sue labbra perfette, rosse e morbie e non screpolate come le mie, quel vizio di contrarre la mascella ogni volta che si innervosiva e i sorrisi che gli nascevano spontanei sul viso. Non potevo fare a meno di guardarlo e la mia mente era un groviglio di pensieri sconclusionati che facevano a botte tra loro. L'unico posto libero quella mattina sull'autobus era quello di fronte a me e quindi non potè fare a meni di sedersi lì. Io ero felice e preoccupata allo stesso tempo e quel fastidioso tuffo al cuore mi aveva fatto ancora visita. "Ei Gre, posso?" , mi aveva salutato ed io risposi solo " Ciao Luca si certo" e dopo non avevamo proferito parola. Era chiaro che si era perso nel suo mondo, quel mondo di cui anche io, anche se per poco, avevo fatto parte ma che ora non mi apparteneva più. Io potevo solo guardarlo ed era bellissimo, nonostante tutto era la cosa migliore che mi fosse capita. Ma ora eravamo lontani, Luca come puoi fare finta di nulla con me? Con la tua regina di cuori?... Mi persi mei miei pensieri e in men che non si dica arrivai in universitá.