RUMORE E CONSEGUENZE

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I luminosi raggi del sole irradiano le facciate di mattone dei palazzi e le larghe strutture in acciaio delle istituzioni locali disposte nelle varie piazze principali della città, mettendo in risalto una bandiera con sfondo bianco e una figura umana nera in una posa trionfale, capo rivolto verso l'alto e le braccia leggermente distanziate dal corpo e con i palmi rivolti verso l'alto, che tiene nel braccio sinistro un libro e nel destro un martello. I raggi filtrano inoltre nelle varie finestre sbattendo in diversi mobili ed anche nei letti, incontrando gli occhi di gente troppo stanca per alzarsi o troppo energetica per essere ancora nel letto.

In uno dei vari appartamenti di un palazzo qualunque escono vari rumori formando una cacofonia, gente che si alza facendo scricchiolare le doghe, gente che ancora russa, l'acciottolio di posate e piatti e un rumore che stona con tutta la melodia mattiniera, un rumore continuo e fastidioso di ingranaggi che girano e piattini che sbattono insieme.

"siiii so' sveglia, spegni quella merda amò." un suono attutito da dei comodi cuscini uscì dalle labbra di una donna con i capelli più sul cuscino che in testa.

Rozy svegliato bruscamente dalla voce squillante della moglie, dalla fastidiosa e complessa sveglia si alzò con gli occhi aperti tanto basta per intravedere un piccolo ma altino strumento formato da ingranaggi e piattini che sbattono, con una manopola sul fianco ed una stecca dal lato opposto.

Rozy alza la stecca bloccando uno dei due grandi ingranaggi che muoveva il piattino di destra, fermando quell'inferno.

"pace finalmente." disse Isabel alzandosi e spostandosi indietro i suoi crespi capelli.

"io vado a prepararmi, puoi preparare tu la colazione?" continuò Isabel mentre barcollava assonata verso il bagno.

"ci provo ma non ci è rimasto molto." le parole venivano distorte da un suo lungo sbadiglio.

"peccato che qualcuno ieri non sia andato a fare spesa." rispose irritata, chiudendo la porta del bagno.

Un sospiro uscì dalle labbra fini dell'uomo.

Si alzò facendo leva con le braccia e si diresse verso la cucina, passando davanti alle stesse identiche porte del bagno e della cameretta di Clara che erano identiche alla camera matrimoniale, fatte da assi di legno che presentavano delle fessure tra loro e si poteva sbirciare all'interno.

Arrivato in cucina trovò la cera della candela spalmata al centro del tavolo.

<< vedo che inizia bene la giornata. Pulirò dopo.>>

Prese tre bicchieri di legno e le posate poggiandoli sul tavolo, dopodiché aprì gli sportelli a sinistra, una desolazione, sembra come nel deserto che dovunque ti volti vedi solo sabbia infinita e le uniche cose diverse sono frutto della tua mente, nella maggior parte dei casi. Ecco l'interno dello sportello è uguale, solo che l'unico oggetto presente è reale e non frutto della fame mattiniera, è cestino contenente quattro mele, due banane e un misero mandarino.

<< ecco che ritornano le conseguenze delle mie azioni.>> pensò con un leggero sorriso per poi sbuffare e prendere quel cestino.

Iniziò a ritagliare in spicchi tre mele, sbucciò il mandarino e taglio a fette la banana, riempì tre piatti di legno, uno con solo gli spicci di una mela, un altro con gli spicchi e il mandarino e l'ultimo con le fette di banana e gli spicchi.

Una porta si aprì e si chiuse e dei passi pesanti dominavano sui rumori mattinieri, Isabel entrò nella cucina e si mise a sedere davanti al piatto con gli spicchi e il mandarino sbucciato.

Aveva i capelli legati a coda di cavallo, anche se spuntavano fuori dei capelli ribelli, la fronte era coperta da degli occhialoni con una montatura in acciaio molto spessa, le lenti erano molto pulite e poco meno spesse rispetto alla montatura, un elastico teneva legati gli occhialoni alla fronte.

L'ultima AeronaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora