IV

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"Harry, arrivati a questo punto posso dirti con certezza che, purtroppo, hai sviluppato un'amnesia dissociativa localizzata*. Può essere stata causata da traumi fisici o emotivi e per individuarne l'origine dobbiamo fare delle sedute specifiche in cui ti farò domande e dovrai portarmi del materiale, come foto, video vecchi e qualsiasi ricordo tangibile che potrebbe aiutarci a ripercorre le fasce di età in cui presenti vuoti di memoria." La dottoressa osserva il ragazzo annuire e per questo, continua cercando di essere il più delicata possibile. "Se questo non dovesse aiutare, dovremmo optare per delle sedute di ipnosi, è possibile farle anche indotte attraverso farmaci, ma non sono solita farle in questo metodo, e puoi immaginare il perché. Una volta recuperati i ricordi, bisognerà procedere con l'EMDR, ne hai mai sentito parlare?" La donna guarda il giovane davanti a lui che scuote il capo, gli occhi impauriti e smarriti anche se pieni di fiducia. "La tecnica dell'EMDR si focalizza proprio sui ricordi del trauma o dell'evento stressante e, mediante l'utilizzo di movimenti oculari o di altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra, si pone l'obiettivo di desensibilizzare tali ricordi, facendogli perdere la carica emotiva negativa che inevitabilmente possiedono." Cerca di spiegarlo il più semplicemente possibile e dà al ragazzo un opuscolo che fornisce informazioni più dettagliate e semplici da assimilare per i pazienti, sia per l'ipnosi che per la pratica dell'EMDR. "I ricordi del trauma potrebbero sorgere durante una delle prossime sedute o anche durante il tuo quotidiano. Da come mi hai detto, non hai possibilità di chiedere ai tuoi familiari aiutarti a ricordare, ma sappi che il cervello è colpito da numerosi stimoli durante l'arco della giornata, quindi è possibile che grazie anche ad un semplice oggetto potrai ricordare qualcosa." Cerca di parlare con voce calma, tranquilla e sorride nel vedere Harry annuire. "Qualsiasi cosa, io sono qui per te e non lavorerai e ne affronterai la situazione da solo."


Harry sospira, uscendo dalla stanza e si prende un momento in cui percepisce la stanchezza pesargli sulle spalle. Era ormai alla quarta seduta e ancora aveva in mente le parole con cui la dottoressa lo aveva approcciato all'ipnosi e all'EMDR. La sua voce calma e i suoi occhi rassicuranti che, da quattro anni a questa parte, si prendevano cura di Harry da quando aveva iniziato il suo percorso terapeutico, l'avevano aiutato anche questa volta. Si sentiva così grato ad aver trovato una professionista che fosse adatta a lui: prima di lei, aveva avuto due cattive esperienze che l'avevano portato solo ad avere più confusione in testa, pensieri intrusivi e sbagliati che non avevano fatto altro che peggiorare la situazione. Per questo quando aveva avuto a che fare con Amelie, ormai con la fiducia sotto i piedi e l'umore nero, non si aspettava tutto quello che, grazie alla terapia con lei, sarebbe riuscito ad ottenere.

L'aveva condotto per mano quando la solitudine e il peso dell'essere al mondo gli gravavano sulle spalle, portandogli via l'aria con gli attacchi di panico, e persino quando l'università era diventata per lui un posto angusto, in cui si sentiva un pesce fuor d'acqua. La stessa università che lui invece aveva amato sin dal principio. A piccoli passi, dopo mesi dalla prima seduta, era riuscito ad approcciarsi a Liam e, successivamente, a Rick.

Se aveva conosciuto Liam in una semplicissima circostanza, in quanto frequentavano lo stesso corso di laboratorio che prevedeva un progetto in cui erano finiti in coppia assieme, l'incontro con Rick era stato come una doccia d'acqua fredda.
Aveva conosciuto l'uomo andandogli letteralmente addosso, inciampando in un fottuto sollevamento del marciapiede, che, ovviamente, non aveva minimamente visto e si era ritrovato faccia a faccia con due occhi scuri come il cioccolato fondente e un sorriso così tranquillo da farlo sentire subito al sicuro. E tra una colazione offerta per la sua sbadataggine e la promessa di rivedersi, Harry si era insinuato sotto pelle di Rick e viceversa, ma c'era voluto poco per far diventare Rick tutto il suo fottuto mondo. E Harry l'aveva notata la minima inclinazione del tono di voce della sua terapista quando i mesi passavano e parlava dell'uomo di cui si era infatuato, le sue domande volte a tastare il territorio, ma mai troppo invasive dal vedere Harry scappare via dalla porta dello studio.

It's gotta be a strange twist of fateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora