Capitolo 17

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Proprio mentre Federico stava cercando di alzarsi senza svegliare la ragazza accanto a lui gli squillò il telefono.
«Ciao ma'. - rispose velocemente sperando di non aver svegliato Sofia - No, stavo ancora dormendo. Sisi, mi ricordo che domani ho la partita. Tranquilla starò attento. Sto bene qui, anzi vorrei farvi conoscere una persona. Poi vedrai, ora vado che tra poco dobbiamo partire. Fai la brava pure tu mi raccomando.» salutò la madre per poi chiudere la telefonata.
«Buongiorno.» gli disse Sofia appoggiando il mento al suo petto.
«Ti ho svegliata io?» le chiese iniziando ad accarezzarle i capelli.
«Si ma tranquillo.»
«Stai bene?»
«Come potrei stare altrimenti.» lo rassicurò lei avvicinandosi per baciarlo.
«Mi raccomando. - iniziò a raccomandarsi la ragazza vedendolo uscire dalla porta - Dai il massimo e anche se non andrà come speri non permetterti di recriminare qualcosa a te stesso.»
«Sei bella sai?» le sussurrò nell'orecchio sapendo di metterla in imbarazzo.
«Dai, è un discorso serio.»
«Oh ma anche il mio non credere, sei bella seriamente. Ti chiamo appena arrivo ok? E non fare casini. Se hai bisogno chiamami quando vuoi, non farti problemi.» le disse afferrandole la vita per abbracciarla.
«Vale lo stesso per te. Sempre.»
Federico si allontanò per il corridoio, la ragazza seguì la sua sagoma quando d'improvviso si bloccò e si girò a guardarla, come se si fosse dimenticato qualcosa.
«Ti amo.»
«Ti amo anche io. Ora vai che fai tardi.»
Tornò in camera, chiuse la porta e si rannicchiò appoggiata al muro, le venne in mente il suo volto, la sua voce, i suoi occhi. Le sembrava di essere sotto effetto di un incantesimo, uno del quale però non voleva ci fosse un antidoto.
Il pomeriggio era in palestra quando le arrivò una chiamata da un numero sconosciuto alla quale, anche se parecchio titubante, decise di rispondere.
«Salve, si sono Sofia Mancini, lei è? L'avvocato? Ah si per l'affidamento. Come? Domani? Ehm, nono si figuri, verrò io a prenderlo. Perfetto,  le auguro buona giornata.»
Cercò di realizzare ciò che aveva appena udito ma non riuscì più di tanto, l'indomani sarebbe dovuta andare a prendere il fratello.
Scrisse immediatamente al padre per dirgli di quella strana chiamata, lui le rispose se sarebbe stata uno grado di occuparsene almeno fino a quando non sarebbe tornato così, nonostante le use innumerevoli paure, Sofia accettò.
Quella sera le tre amiche avevano organizzato una cena per cui si cambiò e andò al ristorante.

La serata tra le tre fu come tornare ai vecchi tempi, scherzarono, risero e chiacchierarono del più e del meno, Sofia raccontò di suo fratello e si offrirono di accompagnarla, tuttavia lei negò dato che sentiva di dover fare quella cosa da sola

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La serata tra le tre fu come tornare ai vecchi tempi, scherzarono, risero e chiacchierarono del più e del meno, Sofia raccontò di suo fratello e si offrirono di accompagnarla, tuttavia lei negò dato che sentiva di dover fare quella cosa da sola. Dopo cena la mora tornò a Coverciano dato che si sentivo poco bene, la testa le girava particolarmente e aveva uno strano senso di nausea, collegò immediatamente quei sintomi al ciclo per cui non ci prestò molta attenzione. Appena si sdraiò si mise a letto quando il computer mostrò un avviso di videochiamata su facetime da parte di Federico.
«Ciao amore, come stai?» le chiese subito.
«Un po' male, mi deve arrivare il ciclo e sono abbastanza a pezzi.»
«Ma oggi ti doveva arrivare?»
«Si, ma magari è in ritardo anche se è parecchio strano, non mi è mai successo, tu piuttosto come stai? Il viaggio?»
«È tutto tranquillo. Sai in aeroporto siamo stati fermati da un gruppo di ragazze che hanno chiesto a tutti delle foto, ce le siamo ritrovate anche sull'aereo.»
«Fantastico. Ora scusa ma sono veramente stanca, ci sentiamo domani mattina. Notte.» lo salutò chiudendo il computer; si preparò a dormire ma la schermata del telefono si illuminò.

Federico💚
Tranquilla, nessuna era bella come te,
puoi dormire tranquillamente perché
tanto sono pazzo solo di te.

Leggendo quel messaggio immediatamente sorrise, dopodiché chiuse gli occhi e si addormentò pensando ancora a Federico.
La mattina successiva si svegliò con una forte nausea, il che lo trovò molto strano dato che il giorno prima non aveva mangiato nulla di che, cercò però di non farci caso e si cambiò.

La mattina Sofia partì per andare a prendere suo fratello, il viaggio fu molto lungo dato che la madre si era trasferita a Roma, cercò anche di fare in fretta dato che la sera sarebbe dovuta tornare in tempo per vedere la semifinale, partita che n...

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La mattina Sofia partì per andare a prendere suo fratello, il viaggio fu molto lungo dato che la madre si era trasferita a Roma, cercò anche di fare in fretta dato che la sera sarebbe dovuta tornare in tempo per vedere la semifinale, partita che non si sarebbe persa per niente al mondo.
Mentre era in macchina le iniziò a salire l'ansia, stava per entrare in contatto con una parte di lei che fino a quel giorno non sapeva nemmeno esistesse, non avevo idea di come comportarsi con lui; a bloccare quel momento fu una chiamata in arrivo da suo papà.
La ringraziò ancora per quello che stava facendo, ma Sofia non aveva bisogno di essere ringraziata. La verità è che in fondo le faceva piacere, certamente era sovrastata da emozioni negative, ma avere un fratello avrebbe cambiato la sua vita e lei amava i cambiamenti.
Arrivò nel luogo dell'incontro e parcheggiò l'auto, si trovava in una piazzetta abbastanza vicino al centro di Roma. Vide su una panchina un uomo, una donna e un bambino. La donna e l'uomo erano vestiti elegantemente, lei aveva i capelli raccolti in una coda bassa mentre lui aveva i capelli perfettamente ordinati. La sua attenzione si spostò sul bambino. Aveva i capelli ricci e molto scuri, degli occhi non fu in grado di riconoscere il colore, tuttavia le sembrarono abbastanza chiari. Era seduto in mezzo ai due adulti con un libro in mano, aveva un'aria abbastanza calma, forse perché agitato o impaurito. Sofia fece un bel respiro e scese dall'auto, da quel momento non poteva più tornare più indietro.

Il pezzo mancante || Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora