16.Michael

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Ho pubblicato per sbaglio un capitolo molto avanti ancora in fase di scrittura, chiedo scusa.😅

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La luce del sole le baciò le palpebre chiuse, un mal di testa atroce non le permise di tenere gli occhi aperti per più di due secondi.
Il corpo era indolenzito e rigido.
Tenendo gli occhi chiusi cercò di muovere le dita stringendo la stoffa di quella che sembrava essere una coperta.
Un urlo terrorizzato le fece strizzare gli occhi dal dolore.
<<Sei sveglia?!Si è mossa!Chiamate subito i dottori!>>
Riconobbe la voce squillante di Nejire.
Per quanto avesse sempre apprezzato la gioia che la ragazza portava con sé la maledisse in tutte le lingue possibili per avere accentuato il suo, già presente, mal di testa.
Riuscì, con difficoltà, a portare un polso sopra gli occhi e si permise di prendere un profondo respiro che si tramutò velocemente in una violenta tosse.
Riprese il controllo dei propri sensi e si contorse dal dolore.
Non c'era una sola parte del corpo che non le facesse male, un dolore atroce specialmente nelle braccia e agli occhi.

Un fitta alla schiena la spinse ad alzarsi lentamente per mettersi seduta.
Ogni singolo movimento procurava sofferenza e fastidio e non riusciva ancora ad aprire gli occhi.
Facevano troppo male.
Sfregò il dorso della mano sulle palpebre senza successo, non cambiava nulla.

<<Allora sei sveglia!>>
Riconobbe la voce di Mirio e la risata di Nejire.
<<Ci hai fatto preoccupare da morire!>>
<<Non farlo mai più!>>
Furono le uniche cose che riuscì a capire in quel casino, il fatto che non potesse vederli non facilitava il tutto.
<<Tamaki sta arrivando!Tu come stai?>>
Cercò di girarsi nella direzione giusta.
<<Sono per metà me e per l'altra metà sofferenza>>

Rimasero a parlare ancora un po' dell'accaduto prima che un medico entrasse nella stanza.
<<Scusatemi ragazzi, non vorrei interrompervi ma devo assicurarmi che la paziente stia bene>>
I due amici lasciarono la stanza e la corvina, un po' in imbarazzo per non poter vedere niente, si stese sul lettino per lasciare via libera al dottore.
<<Yuri Ashimo, giusto?>>

<<Si, sono io.>>

<<Ora ti farò alcuni controlli per assicurarmi che vada tutto bene, tu rilassati e rispondi sinceramente alle mie domande, va bene?>>
Il dottore aveva una voce limpida e abbastanza grave, non sembrava essere molto vecchio e aveva movimento sicuri, Yuri riusciva a percepirlo.
<<Ti ricordi cosa è successo?Il perché ti trovi qui, oppure hai vuoti di memoria?>>

Yuri si prese un paio di secondi per pensare.
Ricordava l'uomo gigante, ricordava Marta e il dolore.

<<Alcune parti sono confuse ma, si, mi ricordo perché sono qui.>>
L'uomo lascio sfuggire una specie di grugnito e aggrottò le sopracciglia.
Prese delicatamente una caviglia della ragazza e toccò dei punti precisi.
<<Dimmi dove senti più dolore e dove non lo senti>>
Dopo minuti interi ed essere passati all'altra gamba, il dottore si allontanò.
<<Non hai nulla di grave, solo parecchi lividi e una piccola commozione cerebrale, guarirai>>
Yuri si sedette al bordo del letto e si fece piccola.
<<Grazie.>>
Passarono diversi secondi ma non sentì i passi del medico allontanarsi.

<<Ti fanno male gli occhi?>>

<<Un po'>>

<<Perché non me lo hai detto?>>

<<Non penso sia grave>>

<<Questo non devi deciderlo tu>>
Il dottore si posizionò davanti a lei e toccò in diversi punti sopra e sotto l'occhio.
<<Um>> un verso confuso lasciò le sue labbra.
Ad un certo punto, Yuri sentì la sua mano poggiarsi sul suo viso e una strana e piacevole sensazione di calore riscaldarle la pelle.
<<Il mio Quirk può guarire le persone, dovrebbe andare meglio>>
Yuri rimase interdetta per un attimo, non si fidava di aprire gli occhi.
E se non avesse visto comunque niente?Se avesse perso la vista?
<<Forza. Aprili.>>
La corvina strizzò gli occhi e poi sollevò lentamente le palpebre.
Il mondo era sfocato e anche la figura davanti a lei.
<<Riesci a vedere?>>
<<È tutto sfocato.>>
Vide, anche se con difficoltà, l'uomo impegnarsi a cercare qualcosa da dentro a dei cassetti.
<<È normale. Aspetta un paio di minuti e tornerà tutto come prima>>
Yuri annuì mentre una domanda le martellava in testa.
<<Mi scusi..>>
Il dottore si girò nella sua direzione.
<<Dimmi>>
<<Con me, prima di svenire, c'era una bambina, penso si chiamasse Marta, ne sa qualcosa?>>
La preoccupazione la stava mangiando viva, e se le fosse capitato qualcosa?Non sarebbe mai riuscita a perdonarsi.
<<Si, è qui anche lei per dei controlli, siete state entrambe molto fortunate, inizi a vedere meglio?>>
Yuri alzò lo sguardo e assottigliò gli occhi.
Finalmente riusciva a vedere, anche senza mettere bene a fuoco.
<<Si.>>
La corvina pronunciò quella parola senza fiato.
L'uomo che aveva davanti a sé non era un uomo.
Poteva considerarsi poco più di un ragazzo, un ragazzo dannatamente bello.
Un paio di occhi blu scuro e i capelli tendenti al biondo.
Una figura possente e un accenno di barba ai lati dei viso, aveva un leggero sorrisino di cortesia e teneva fra le mani uno specchio.
Yuri fece una cosa molto stupida.
Non riusciva a comprendere la profondità e la distanza così allungò il braccio verso l'uomo davanti a sé e gli sfiorò la guancia.
Ritrasse subito la mano concentrandosi sull'espressione incredula del medico.
<<Io...Non capivo se le distanze fossero giuste>>
Le sembrò una scusa molto stupida da usare.
<<Potevi dirmelo, mi hai fatto prendere un colpo>>
Una leggera risatina costrinse Yuri a curvare le labbra verso l'alto.
<<Comunque, tieni, -le passò il piccolo specchio- guardati.>>
Yuri non poteva credere al suo riflesso.
Aveva un aspetto orribile.
I capelli erano tutti disordinati e pieni di nodi, la faccia era in parte coperta da alcuni cerotti bianchi e un profondo taglio le spaccava il labbro in due.
Ma la cosa che la sorprese di più furono un paio di occhi stanchi e spenti che la fissavano.
La zona intorno al bulbo era completamente rossa e un paio di profonde occhiaie la facevano sembrare uno zombie.
<<Qualcosa non va?>>

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