27.It hurts, doesn't it?

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Yuri si sentiva stordita.
Hawks l'aveva afferrata al volo ed era partito a tutta velocità.
Il suo costume da eroe era decisamente leggero e non adatto alla stagione, le braccia e le gambe erano gelide e il viso arrossato per il freddo.
Ad un certo punto della ronda, iniziò a tremare in maniera visibile, tanto che Hawks si fermò.
<<Ho scordato la mia giacca a casa tua, altrimenti te la darei>>
La corvina si chiese come facesse a stare a maniche corte con quel freddo senza minimamente scomporsi mentre lei stava ghiacciando.
Ad un tratto Hawks sparì in mezzo ad alcune persone lasciandola completamente da sola.
Provò a chiamare il suo nome ma nessuno le rispose.
Lentamente il panico saliva in lei, chiudendole le vie respiratorie, se fosse successo qualcosa?
Yuri si sentiva male.
Prima di riuscire a camminare la vista le venne oscurata da un qualcosa di stoffa morbida.
Lo prese tra le mani rivelando la forma di una felpa rosso scuro.
<<Così non senti freddo>>
Disse la voce di Hawks.
Yuri capì immediatamente che non fosse una delle sue per via della non presenza dei buchi dietro la schiena.
L'aveva comprata in quel momento per lei?
La corvina la indossò arrossendo rendendosi conto anche di come Hawks avesse centrato in pieno la sua taglia.
Era un gesto carino, dolce, constatò.
Il ragazzo era strano.
Silenzioso e aveva una postura insolita.
Camminava con la schiena leggermente ricurva ad un passo incerto e sembrava quasi che tremasse.
<<Anche tu dovresti indossare qualcosa prima che ti senta male>>
Hawks non si fermò.
<<Sto bene, anzi, sto morendo di caldo in questo momento>>
Yuri esitò prima di afferrargli una mano e trovare il palmo bollente.
Hawks si voltò verso di lei così che quest'ultima potesse vedere i suoi occhi.
Lui era un po' più alto di lei e per guardarla dovette abbassare leggermente la testa.
Gli occhi di Hawks erano lucidi e rossi, quasi infiammati e Yuri non esitò a premere debolmente la mano sulla sua fronte.
<<Hawks, scotti, hai la febbre alta, è per questo che senti caldo e che barcolli>>
Hawks rimase nella stessa posizione, anzi, spingendosi leggermente più vicino a lei.
<<Io non barcollo>>
Disse gonfiando le guance come un bambino.
Per qualche strano motivo Yuri lo trovò incredibilmente dolce.
Ma non era il momento per quello.
<<Devi andare a casa a riposare, ora>>
Hawks cercò di protestare affermando che la ronda non era ancora finita e che era il suo compito e l'avrebbe portato a termine.
<<La ronda è quasi finita, Hawks, e tu stai per avere un collasso, quindi ora chiamo un taxi e ti riporto a casa>>
La corvina proibì qualsiasi idea di Hawks di usare le ali.
Sul ciglio della strada ci vollero pochi minuti prima che un piccolo veicolo si fermasse a prenderli.
Yuri disse le indicazioni affermando che avrebbe pagato lei, con qualche protesta da parte del ragazzo al suo fianco che, quasi senza forze, aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, tenendo gli occhi chiusi.
Stava sicuramente scomodo in quel piccolo spazio per via delle sue ali, quindi Yuri lo lasciò stare, portando una mano fra i suoi capelli e accarezzandoli leggermente, sperando che alleviasse il fastidio.
Hawks mugolò qualcosa quando si fermarono e scese con un po' di difficoltà dal veicolo.
Suggerì di volare fino al suo piano ma Yuri glielo impedì.
<<Scordati di volare in queste condizioni>>
Il ragazzo nel suo palazzo non aveva un ascensore, ovviamente, così fu costretta a portare un braccio di Hawks intorno alle sue spalle e sostenerlo mentre saliva con passi lenti e strascicati.
Hawks aveva un mal di testa assurdo, le tempie sembravano esplodergli e voleva soltanto dormire.
Davanti al portone di casa Yuri fu costretta a frugare tra le tasche di Hawks alla ricerca delle chiavi e a provarne una ad una, fino a trovare quella giusta.
<<Quando starai meglio devi spiegarmi perché hai una cinquantina di chiavi>>
Il ragazzo non rispose.
<<Forza, solo un altro piccolo sforzo per arrivare in camera>>
Ma quei metri sembravano i peggiori di tutti.
Con ancora qualche difficoltà riuscì a fare stendere Hawks e a coprirlo con il piumone.
Non voleva curiosare in giro ma aveva assolutamente bisogno di un termometro.
Aprì svariati cassetti e mobili fino a trovarlo, buttato in un angolo come se non venisse usato da anni.
Era vecchio, uno di quelli al mercurio, Yuri non ne vedeva uno da anni.
Il giorno seguente sarebbe andata a prenderne uno nuovo, si disse.
Yuri si aspettava che avesse la febbre molto alta, da come scottava, ma non si aspettava di certo 39.7.
Hawks respirava pesantemente, come se lo trovasse difficile e Yuri non poteva abbandonarlo in quelle condizioni.
Preparò un panno freddo e glielo posizionò sulla fronte bollente.
Girò per la casa constatando come Hawks non avesse neanche il minimo accenno di medicina.
Contro voglia, mandò un messaggio a Mirio, chiedendoli di portarle qualcosa contro la febbre a l'indirizzo di cui inviò la posizione.
Fortunatamente Mirio rispose subito e non fece domande, con grande sollievo della corvina.
Hawks tremava visibilmente ed aveva un'espressione dolorante in viso.
<<Ti fa male la testa, vero?>>
Disse lei accarezzandoli i capelli cosciente che probabilmente non le avrebbe risposto.
Spostò una sedia accanto al letto in modo da stare comoda e rimase lì una decina di minuti, senza fare nulla se non fissare il volto di Hawks.
Ora che aveva l'occasione di vederlo meglio, notò alcuni particolari che prima non le erano saltati all'occhio.
Hawks aveva un accenno di barba, corta e curata, i suoi lineamenti erano contratti ma in linea di massima molto dolci, Hawks aveva dei tratti sorprendentemente femminili per essere un ragazzo.
I capelli ricadevano lunghi intorno al volto, più volte le aveva detto che avrebbe voluto tagliarli; le labbra erano schiuse e secche a causa del malessere ma rimanevano rosse e sottili.
Hawks era un bel ragazzo.
Un uomo, si corresse.
Un bellissimo uomo.
Ma possibile che non avesse nessuno?
Un genitore, un amico, un fratello, a prendersi cura di lui?
Ma in fondo, chi era lei per giudicare, che scappava da casa sua appena possibile perché non c'era nessuno da cui tornare.
Lei e Hawks erano più simili di quanto pensasse, entrambi soli, abbandonati, probabilmente infelici ma troppo orgogliosi per ammetterlo.
Il gorgolio del suo stomaco si fece sentire, Hawks aveva per forza qualcosa da mangiare in quella casa, si disse.
Tolse la mano dalla testa di Hawks sospirando e alzandosi, prima che qualcuno le afferrasse il polso.
Hawks la teneva, senza forze, ma la teneva.
<<Non andartene>>
La sua voce era tenue e vibrante a causa della febbre.
Sembrava così vulnerabile in quel momento, quasi sul punto di piangere.
<<Non lasciarmi da solo, per favore>>
A Yuri parve di vedere veramente una lacrime attraversagli la guancia.

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