Qualche tempo dopo, River era seduto nel suo ufficio alle sei di sera. Ormai si avvicinava la fine delle negoziazioni... lo sentiva. Non capiva come mai, ma 'Lo squalo' aveva fatto delle concessioni sorprendenti.
Il telefono squillò e lui socchiuse gli occhi. Aveva quasi deciso di non rispondere, ma pensò che potesse essere Samaire. Ormai mancavano solo tre settimane alla data del parto e lui non aveva nessuna intenzione di perdersi la nascita del suo bambino.
"Shields qui," disse.
"Invece dovresti essere qui, insieme a tua moglie molto incinta," esordì la voce di Samaire.
"Ormai siamo alle battute finali, Samie," replicò lui.
"Capisco, ma non credo proprio che accadrà stasera. Riv, ho bisogno che tu venga a casa subito."
River ebbe un tuffo al cuore.
"C'è qualcosa che non va?"
"Ne abbiamo già parlato, River. Mi hai detto che se avevo bisogno che tu venissi a casa per qualsiasi ragione, tutto quello che dovevo fare era chiedere. Questa sono io che te lo sta chiedendo."
"Voglio sapere la ragione!" controbatté River, pensando se per caso, fosse in programma una gita fino all'ospedale.
"La saprai quando arriverai a casa," lo liquido lei, riappendendo la cornetta.
Lui guardò sbalordito il ricevitore. Sua moglie gli aveva praticamente appeso il telefono in faccia. Non lo aveva mai fatto prima. Riappese anche lui, prese la giacca e uscì di corsa. Se sua moglie non stava per partorire, avrebbero avuto una piccola discussione sul galateo telefonico.
Parcheggiò nel vialetto della loro nuova casa e lui notò che le luci sull'albero di Natale erano accese. Era una cosa meravigliosa... la calda sensazione che Samaire lo stesse aspettando, ma allo stesso tempo, si riprometteva di non contare su di lei.
Segretamente si chiedeva se, perdendo la compagnia, avrebbe perso anche lei. Rigettò quella possibilità, però il dubbio rimase, fastidioso e doloroso come un mal di denti. La casa sembrava immersa nell'oscurità.
"Samie?" chiamò nell'ingresso.
Un brivido di preoccupazione gli scese lungo la schiena.
"Piccola?"
"Sorpresa!" gridò un coro di voci.
La luce si accese improvvisamente e River vide un piccolo gruppo di persone davanti alla porta del salone. Vide il capo del personale e sua moglie, due ragazzi dell'ufficio legale, Neo e una tipa con i capelli rossi, Jude e Samaire.
Ci volle un attimo, prima che ricordasse che era il suo compleanno. Dopo la morte di sua madre non lo aveva praticamente più festeggiato, anche perché cadeva molto vicino a Natale. Samaire sorrise e fece un passo verso di lui.
"Buon compleanno, tesoro!"
"Ma come hai... fatto?"
"Ti eri dimenticato che oggi è il tuo compleanno, vero?" gli chiese Samaire, scuotendo la testa.
"Questo mi consola un po'..."
Jude li raggiunse.
"Tua moglie sembra che stia per scoppiare dalla gioia."
River le fece scivolare un braccio intorno alla vita.
"Mia moglie è bellissima, vero?"
Samaire lo guardò attentamente e sorrise. Era veramente raggiante. Poi si girò verso l'amico di suo marito.
STAI LEGGENDO
UNA NOTTE NON BASTA (1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")
Chick-Lit1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI" Lavorano fino a notte fonda per concludere un progetto ambizioso. Si lasciano andare a qualche drink di troppo e vengono letteralmente travolti dalla passione! Per Samaire Armstrong non è che la realizzaz...