Ho sempre creduto nella magia. Ero la piccola principessa dei miei genitori ed ero sicura che niente mi avrebbe potuto fare del male. Solo che la vita non è sempre dalla nostra parte ed io lo scoprii quel giorno: il 18 Novembre, il giorno del mio sesto compleanno. Mia madre venne ricoverata perché la mia sorellina doveva nascere. Ero piccola per capire che la gravidanza era a rischio. E mentre Lynn veniva alla luce e mia madre abbandonava questo mondo, io stavo tranquillamente giocando con le bambole a casa di mia nonna. Come reagii alla morte di mia madre? Lacrime. Potevo anche avere sei anni ma ero abbastanza matura per capire cosa vuol dire perdere una madre. Per capire cosa significa non credere più alla magia e al mondo rose e fiori che i miei genitori mi avevano disegnato.
Adesso ho 17 anni, vivo a Boston e cerco di sorridere. Detto così sembra che io abbia la peggiore delle vite ma, è così. Il mio unico desiderio è scappare, andare lontano, dimenticare tutto e tutti, ma non potrei mai lasciare mia sorella sola con mio padre, la persona che ha cercato di ucciderla, perché sua moglie era morta. Lynn non sa il vero motivo della morte di nostra madre ed io non gliel'ho detto per non farla sentire in colpa. Perché lei non ne ha nessuna di colpa. Ha 11 anni e cresce bella e felice. È la bambina più serena che conosca ed è la mia ragione di vita.
Viviamo in una villa molto grande con mio padre che è a lavoro la maggior parte del tempo. Il che è un bene, visto che quando è a casa non fa altro che urlare, sbattere le porte e non sorridere mai. Sono passati undici anni e lui ancora non si rassegna della morte di mia madre. Io, a differenza sua nascondo le lacrime agli occhi di Lynn e quando lei non è in casa mi sfogo con il mio cuscino. Già, il mio caro cuscino che ha visto più mie lacrime di qualunque altra persona.
A scuola vado abbastanza bene anche se non ho amici. L'unica persona che mi sopporta è la mia migliore amica Chantal. La classica ragazza dal cuore d'oro, amica di tutti. La conosco da quando mi sono trasferita qui a Boston all'età di cinque anni. Da piccole ci piaceva giocare insieme a truccarci e a travestirci da fatine. Adesso stiamo proggettando il nostro futuro. Quando avremo finito il liceo vogliamo trasferirci a Londra e vivere assieme; mi piacerebbe portare con noi anche mia sorella ma non penso si possa fare. Comunque, senza mia sorella, io non vado da nessuna parte.
Mi piace disegnare, anzi penso che sia anche grazie al disegno se sono riuscita ad affrontare la mancanza di mia madre. Tramite il disegno trasmetto le mie emozioni. Attraverso quei colori riesco a trovare sfogo e, anche se non mette di buon umore disegnare visi che piangono, a me fa stare bene.
A volte scappo di casa e vado nella foresta fuori città. Mi capita in giorni più tristi degli altri ma non resto mai nella foresta per tanto tempo. L'ultima volta sono rimasta per un intero giorno ma la sera sono tornata a casa. Non è giusto far preoccupare mia sorella per uno stupido capriccio. Forse neanche io mi sono rassegnata della perdita di mia madre ma penso sempre che devo essere forte; se non lo faccio per me almeno devo proteggere mia sorella: voglio che lei abbia un'infanzia felice e non voglio che sia triste come lo sono io.
Ah dimenticavo una cosa: il mio nome è Alis. I miei genitori mi hanno chiamata così perché Alis significa "Alice", la bambina del paese delle meraviglie. Ero sempre stata destinata ad un mondo di fantasia.
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RUN AWAY
RandomAlis è sempre stata la principessa dei suoi genitori ed è vissuta in un mondo di fantasia fino all'età di 7 anni. Poi sua madre è morta per una gravidanza e lei ha aperto gli occhi alla realtà. A 17 anni, vorrebbe scappare e andare lontano ma il ben...