CAPITOLO 5

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Non so cosa pensare. Non so se essere felice di aver scoperto di avere una mamma di cui non conoscevo l'esistenza, o urlare a tutti il dolore che mi sta venendo allo stomaco per aver scoperto che appartengo ad un'altro mondo. Sembra quasi impossibile, o forse lo è. Forse sto sognando e presto mi sveglierò da tutto questo. Magari sto solo guardando un film.
Alis, non fare l'idiota, ma ti pare che guardi un film e non te ne accorgi?
Anna tossisce, magari per distrarmi dai miei pensieri e gliene sono grata.
Mi schiarisco la voce.
"Perché nessuno mi ha mai detto niente?" chiedo.
"Avevo detto a James e Cristina di tenerti il più lontana possibile da questo mondo e la tua vera storia, ma negli ultimi tempi la tua presenza è fondamentale"
In quel momento scendono le scale due ragazzi: un ragazzo e una ragazza. Lei ha i capelli biondi, un bel fisico e gli occhi grigi. Anche lui ha i capelli biondi ma gli occhi sono marroni, profondi. Non li conosco, ma qualcosa mi dice che sono fratello e sorella.
"Ciao ragazzi" li saluta Anna "Voglio presentarvi una persona: lei è Alis, è mia figlia. Vi avevo raccontato di averla lasciata sulla Terra ed essergli apparsa in sonno l'ha aiutata a trovare questo mondo, a quanto pare"
Cosa? È lei la donna che tormentava i miei incubi. Ma si, come ho fatto a non riconoscerla subito? Apro la bocca per chiederle di più, ma la ragazza mi stinge la mano e io mi giro a guardarla.
"Piacere, mi chiamo Rebecca. Benvenuta su questa terra"
"Alis. Grazie" rispondo.
"Daniel tu non ti presenti?" chiede Rose rivolta al ragazzo.
"Ehm... Si... Ciao, io sono Daniel" lo guardo negli occhi ma distolgo subito lo sguardo. Non so perché ma il suo sguardo mi intimorisce. Non sembra essere un tipo molto amichevole.
"Ciao" rispondo, semplicemente per educazione. "Perché mi hai tormentata nei sogni fino ad adesso? Che motivo avevo di venire qui, oltre a conoscerti?" chiedo ad Anna.
"Ci stavo giusto per arrivare. Rebecca ti va di raccontare tu questa storia? Di sicuro ne sai più di me"
"Certo. Allora" inizia lei "i titani ci attaccano da dieci decenni e la Città degli Elementi ha avuto bisogno di qualcuno che la proteggesse, qualcuno in grado di mantenere la pace e con poteri particolari: è nata quindi la compagnia dei Guerrieri. In tutto siamo cinque e ognuno di noi protegge un elemento fondamentale alla prosperità di questo mondo: ghiaccio, fuoco, natura, vento, luce"
Siamo.
"Sei una Guerriera?" le chiedo.
"Sì, e anche Daniel e... te"
Spalanco gli occhi per l'assurdità di quella affermazione. Io, quella ragazza acida, egoista, incapace di credere in sè stessa, quella ragazza che non sogna più e non crede neanche in ciò che vede. Io, Guerriera?
Penso a come una piccola affermazione può cambiare tutto. A come la verità può cambiare tutto. Ora tutto è diverso. O forse è ancora come prima. Non lo posso sapere.
"Io... Sono la peggiore delle persone adatta a questo ruolo, non posso" dico prima di scappare fuori casa, come una vigliacca: l'unica cosa che mi riesce bene.
Arrivo a una decina di metri più avanti e mi siedo a terra con la schiena appoggiata al muro. Sto crollando. Non ce la faccio più, non riesco a credere più in niente, sono cresciuta: è questo il problema. Allora, piango. Piango tutte quelle lacrime che non sono riuscita a versare in undici anni, piango forse per liberarmi del mostro che ho dentro. Non so perché lo sto facendo, forse la scoperta della mia vera storia è una scusa e sto piangendo perché non voglio più essere sola. Voglio qualcuno che venga qui, mi asciughi le lacrime e mi dica "Io ci sono" perché ho bisogno di qualcuno che ci sia. Voglio stare sola. Sono sola. Ma sono stanca di essere sola.
Un tuono rompe il silenzio mentre le gocce iniziano a scendere dal cielo ornato di nuvoloni grigi. Anche il cielo sta piangendo.
Daniel arriva e si siede vicino a me. Non dice niente e fissa il vuoto davanti a noi. Mi asciugo le lacrime, anche se non ce n'è più bisogno: ho il viso bagnato dalla pioggia e non si riconoscono le lacrime dalle gocce d'acqua.
"Non devi nascondere il pianto" mi dice Daniel, calmo "Sai, si dice che piangere non significa essere deboli, ma essere stati forti per troppo tempo. Io so che tu sei forte"
Mi giro a guardarlo: ha i capelli tutti bagnati e il viso ricoperto di goccioline. Perché lo sta facendo? Chiunque se ne sarebbe andato. Non ha senso rimanere sotto la pioggia. Soprattutto se è per una come me.
"Tu non mi conosci. Non sai chi sono. Io, io non sono forte e in questo momento sono la persona più debole che esista"
Si gira a guardarmi ma non reggo il suo sguardo e guardo dall'altra parte.
"Smettila di abbassare lo sguardo ogni volta che ti guardo, Alis. Non devi sottometterti agli altri, tu sei di più. Sei speciale"
"Lo dici solo perché sono una Guerriera, Daniel!" adesso sto urlando "Tu e questo mondo avete bisogno del mio potere, non di me. Io sono stanca di essere delusa dalle persone, sono stanca di essere scelta solo per la mia 'utilità'. Dovete capire che c'è dell'altro oltre al mio aspetto, oltre a ciò che sembro. Anche io ho un cuore..." l'ultima frase sembra quasi un sussurro mentre un'altra lacrima mi riga il volto.
"Scusa, non ti abbiamo capita e siamo stati troppo precipitosi con questa storia. Sei libera di andartene e di dimenticarci, Alis. Ora, scegli tu"
Non posso. Ho 17 anni! Non ce la faccio a fare scelte e anche se in questo momento voglio scappare da tutto questo, so di dover rimanere e di dover affrontare la realtà. Sono una Guerriera, colpita dall'istinto di protezione. Sono troppo buona, è questo che mi rovina. Non potrei mai abbandonare questo mondo solo per paura. È il momento di usare quel briciolo di coraggio che mi rimane. Devo essere coraggiosa, adesso. Devo essere forte.

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