È notte. Sono vicina ad una ferrovia e i lupi mi stanno inseguendo. I lupi: il mio incubo peggiore, la mia paura più grande. All'improvviso vedo una luce ed una donna che mi ripete "Vieni da me, Alis, corri". Entro nel tunnel di luce ma non arrivo abbastanza dentro da vedere cosa c'è oltre.
Mi sveglio di soprassalto e urlo più forte che posso, prima di rendermi conto che sono di nuovo nella mia camera. Sempre stesso sogno. È una settimana che questo incubo mi tormenta. La prima notte ho sognato di trovarmi vicino ad una ferrovia, ero scappata di casa e dall'ombra vidi avvicinarsi delle bestie. La seconda notte le bestie presero forma: lupi. Iniziai a scappare ma più correvo e più mi sembrava di essere nello stesso punto. La notte seguente iniziai ad allontanarmi e gli alberi intorno a me scomparvero, solo luce. La quarta notte dalla luce comparve una donna che iniziò a dirmi di andare da lei. Nelle notti seguenti ho cercato di superare la luce e sta notte l'ho attraversata. Devo scoprire che cosa c'è oltre. Devo scoprirlo, so che è importante. Devo.
Lynn entra in camera mia e accende la luce.
"Alis stai bene?" dice porgendomi un bicchiere di acqua.
"Sì pulcina, grazie" adoro chiamarla pulcina, lo faccio da quando era piccola.
"Un altro brutto sogno? Puoi raccontarmelo se vuoi. Un peso è meno pesante se si porta in due"
"No non preoccuparti. Piuttosto, iniziamo a prepararci, sono le sei. Papà è già andato a lavoro?"
"Sì, ha detto che sta sera torna più tardi"
"Come se fosse una novità" sospiro infilandomi le pantofole a forma di unicorno. Avrò anche 17 anni ma non ho mai perso la mia fissa per gli unicorni.
Scendo in cucina e trovo una tazza di latte con un pezzo di torta di mele. Mia sorella è un tesoro e una fantastica cuoca, a differenza mia che so preparare a stento i tramezzini.
Dopo aver fatto colazione ci cambiamo per poi avviarci verso scuola. La fermata dell'autobus è a circa cinquecento metri da casa nostra. Mentre camminiamo le foglie rosse scricchiolano sotto ai nostri piedi. Siamo in autunno. Ho sempre amato questa stagione perché mi sa di cambiamento. Il paesaggio inizia a trasformarsi e dei colori sgargianti dell'estate non ne rimane nessuno. Tutto si perde, tutto è diverso quando poi arriva l'inverno. Penso che l'autunno sia un po' come la mia vita: rappresenta il cambiamento dell'estate all'inverno, così come il cambiamento della mia vita dalla bambina felice, coccolata dai suoi genitori, alla diciassettenne responsabile, costretta ad essere forte.
L'autobus arriva e saliamo. Inizio a guardare il paesaggio fuori dal finestrino, pensierosa. Come una raggazza smarritasi nel mondo. Lynn scende alla fermata prima della mia. L'autobus si ferma e scendo anche io mentre una folata di vento mi scompiglia i capelli.
All'entrata della scuola non trovo Chantal, così quando suona la campanella entro da sola. Immersa nei miei pensieri, mi accorgo di quanto io sia piccola in questo mondo. Tutti i ragazzi e le ragazze sono impegnati a farsi scherzi, ridere, urlare, correre per i corridoi: godersi l'adolescenza. Io, invece? Beh io sembro essere la classica ragazza studiosa piena di soddisfazioni, ma in realtà, io non sono fiera di quel che sono.
Entrata in classe vedo Chantal seduta all'ultimo banco, pallida in volto e con gli occhi rossi. Deve di sicuro aver pianto. Non è da lei piangere, è sempre stata allegra, deve esserle successo qualcosa.
"Ehi Chant, che succede?" chiedo sedendomi al banco vicino a lei.
"Oh Alis! Non posso farcela non ce la faccio..."
"A fare cosa?"
"A dirti che... Ah, basta. Non cambierà le cose non raccontartelo e quindi: i miei devono trasferirsi a Dublino per lavoro, e... Io devo andare con loro" dice scoppiando a piangere.
"Che? Dublino in Irlanda? Cami non puoi! Per favore non andartene, sei la persona più importante che ho. Io non ce la posso fare se te ne vai!" adesso sto piangendo anche io. Non ho mai pianto per qualcuno ma questa volta le lacrime sembrano uscirmi da sole, senza che io possa farci niente. Anche la mia migliore amica mi abbandona. Mi chiedo cosa ne sarà della mia vita.
"Alis, i miei non vogliono ragioni. Ho cercato di convincerli in tutti i modi" si ferma e mi guarda, magari per cercare conforto nel mio sguardo, ma io sono l'ultima delle persone in cui cercare conforto "Ti voglio bene, Alis"
Silenzio. Nessuna delle due parla. Vorrei dirle che anche io le voglio bene, la vorrei abbracciare ma so che se lo facessi, non resisterei.
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RUN AWAY
RandomAlis è sempre stata la principessa dei suoi genitori ed è vissuta in un mondo di fantasia fino all'età di 7 anni. Poi sua madre è morta per una gravidanza e lei ha aperto gli occhi alla realtà. A 17 anni, vorrebbe scappare e andare lontano ma il ben...