CAPITOLO 6

20 5 2
                                    

Ho accettato di essere Guerriera. Mi ero promessa di essere coraggiosa, certo, ma mi sembra assurdo far parte di tutto questo. Qualsiasi cosa si possa indicare con il termine questo.
Daniel mi porta in una grotta nel bosco vicino alla ferrovia. Non riesco a capire perché appena arrivata nella Città degli Elementi, non avevo visto questo bosco. Non avevo visto neanche il villaggio. Mi viene da chiedermi se sono comparsi ora.
Al centro della grotta scorre un fiume che arriva fino in profondità, dove non si vede che il nulla. Un uccello nero mi vola sulla testa ed emetto un gemito.
"Pipistrelli" mi spiega Daniel "Tranquilla non ti fanno niente"
"Sicuro? Non penso siano gli animali più socievoli che esistono"
"Sì ma se non li fai niente loro non ti mordono" dice sedendosi a terra. Io lo imito.
Non so perché mi abbia portata qui. Io mi sono limitata a seguirlo senza fare domande. Non so come ma sto trattenendo il mio lato curioso.
"Perché mi hai portata qui?" chiedo.
"Così. Non sono sicuro che tu voglia stare nel villaggio e devo spiegarti cosa significa essere Guerriera" mi risponde Daniel.
Tende la mano contro un mucchio di rametti poggiati a terra e questi si accendono. Fuoco! Ha acceso un fuoco. Ma ciò che mi meraviglia è che lo ha fatto come se fosse la cosa più naturale al mondo!
Spalanco la bocca e Daniel notando la mia espressione mi chiede:
"Che c'è?"
"Lo... lo... lo hai fatto tu?" chiedo ancora con gli occhi fissi sul fuoco.
"Sì, perché? Oh, scusa. Mi ero dimenticata che tu qui sei nuova. Da noi è normalissimo usare i poteri se sei un Guerriero"
"Anche io ho i poteri?"
"Certo. Anche tu proteggi un Elemento"
Rido nervosamente.
"Io non sono in grado di fare... quello!" dico indicando il fuoco con la mano e una scarica di ghiaccio si scontra con i legnetti e spegne il calore. Ritraggo subito la mano e la stringo con l'altra talmente forte che diventa bianca.
"No, infatti. Tu sei in grado di spegnerlo" Daniel ride e riaccende il fuoco "Ghiaccio. Questo è il tuo Elemento e quindi il tuo potere. Non ci hai messo molto ad imparare ad usarlo"
"Ok qui è tutto sempre più strano e, sinceramente, mi fa paura" dico il più seria possibile.
"Tranquilla ti ci abituerai. Hai appena saputo di essere Guerriera, è normale che tutto questo adesso ti faccia paura"
"Tu da quanto lo sai? Di essere un Guerriero, insomma"
"Da quando avevo 6 anni. I miei mi hanno preparato ad esserlo ma ancora non avevo i poteri. Sono cresciuto conoscendo il mio dovere. Sono stato sempre abituato a combattere, Alis. Per me è stato... diverso"
"Io a quell'età ho sofferto per la perdita di mia madre" dico. Non volevo dirglielo. Non voglio che mi compatisca perché ho perso la mia figura materna. Sono in grado di affrontare la realtà da sola. No, devo smetterla di fingere: io non sono in grado di affrontare nulla di tutto ciò.
"Mi dispiace. Io ho perso i miei a 11 anni. Ho usato i miei poteri per la prima volta nel giorno del loro funerale. Alcuni non credono alle coincidenze ma... non so. Forse ho sempre avuto i poteri. Forse li usiamo quando siamo motivati. Io quel giorno avevo bisogno di sfogarmi. Di solito non lo racconto a nessuno, ma quel giorno, Alis, ho messo a fuoco casa. Stavo per uccidere mia sorella solo perché ero afflitto dal dolore. Te lo dico perché non voglio che tu faccia il mio stesso errore: non usare i tuoi poteri come mezzo di sfogo"
Rimaniamo in silenzio. Non so cosa dire. Non c'è niente da dire. Nessuno mi aveva mai detto nulla - oltre a Chantal- di sé. Sento che Daniel ha bisogno di aiuto. Io non sono forte. Ma lui è solo. Ed io non posso aiutarlo.
"Allora Rose chi è?" chiedo.
"È mia zia. Ha cresciuto me e Rebecca come se fosse nostra madre. Insieme a mia sorella, è l'unica persona importante che mi resta. Ho perso tutti ormai"
"Non hai mai pensato di lasciare tutto? Di scappare per trovare un posto migliore. Di dimenticare?"
"Tu sei scappata appena hai saputo di essere Guerriera? Ci hai abbandonati?" mi sta facendo la stessa domanda che gli ho fatto io, perché sa che io gli darò la sua stessa risposta.
"No" dico piano.
"Perché?"
"Non lo so. Forse perché sono buona, anche troppo e questo mi nuoce. Non avrei mai trovato il coraggio di abbandonarvi. Sono una Guerriera e devo seguire il mio dovere. Per te è stato lo stesso?"
Lui annuisce. Non si può scappare dalla realtà. Lo sappiamo entrambi. Prima o poi ci si rivolterà contro.
"Però, sono scappata dalla Terra. Il fatto che Anna mi sia apparsa in sogno è stata solo una motivazione per venire qui. Ci sono venuta perché avevo già intenzione di scappare. Ho abbandonato mia sorella, Daniel" dico con voce strozzata "Sono solo una codarda"
"No, non sei una codarda Alis. Sapevi che tua sorella sarebbe stata al sicuro. Abbiamo tutti bisogno di scappare. La realtà è troppo dura da sopportare. Tu non hai deciso di dimenticare questo mondo e di tornare alla normalità. Una codarda non si sarebbe comportata come te. Sii fiera di quel che sei"
Sii fiera di quel che sei. Lo sono? Penso di no. Ma non voglio esserlo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 19, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

RUN AWAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora