Era ormai venerdi e tutti, nonostante sperassero che tutto andasse liscio ormai avevano capito che non Lexie non sarebbe tornata. Il giorno dopo per quelli che andavano a scuola a La Valliera c'era scuola quindi Benjamin, Fred e Melissa ritornarono a casa mentre le altre rimasero a casa di Greg. Il giorno dopo ci sarebbe stata la festa al Bark e l'atmosfera festiva non si faceva sentire per niente. Apparte chi aveva scuola erano rimaste tutte a casa di Greg, erano tristi ma cercavano di non pensarci cosi misero musica ad alto volume e iniziarono a ballare. Ad un certo punto il telefono di Emanuelle iniziò a squillare. Era un numero sconosciuto, e pensando fosse uno scherzo di Fred non rispose poi però notò che Fred non riceveva i messaggi in quel momento, pensò poi che le stesse chiamando dal cellulare dei genitori allora confrontò i numeri dei genitori ma il numero era diverso e dunque capirono che Fred aveva il telefono spento. Dapprima lo lasciò squillare un pò come era sempre solita fare poi però rispose. Non riusciva a sentire molto bene per via delle canzoni ad alto volume ma appena rispose stette qualche minuto al telefono e poi di istinto chiuse. Da quel momento in poi il suo umore che gia non era dei migliori peggiorò ulteriormente. Laure la vedeva molto arrabbiata e perciò cercò di coinvolgerla. La prese per mano e la ragazza, nonostante non ne avesse voglia la segui però non ballò come facevano gli altri anzi, si sedette sul divano a braccia conserte con un'espressione pensierosa e infastidita. Gli altri ballavano, Laure, che era da sempre stata una ragazza buona di cuore e molto sensibile voleva aiutarla, le si avvicinò e le chiese cosa non andava poi per gentilezza le porse la cioccolata calda appena cucinata e gliela versò nella tazza, non l'avesse mai fatto, la cioccolata cadde tutta nel vestito di Emanuelle la quale esplose e con parole abbastanza aggressive attaccò Laure, Emanuelle le disse:<< Mi sono proprio stancata, lo hai capito che non mi sei d'aiuto?>>. Laure dapprima guardò il soffitto, poi si morsicò un po il labro inferiore: stava per scoppiare a piangere le si vedevano gli occhi lucidi lucidi e iniziò a tentennare, Emanuelle adirata disse:<< Come se piangere servisse a qualcosa >> poi disse:<< Io vado, ci si sente domani se mi gira diritto>>. Poi usci sbattendo la porta. Non era mai stata cosi, doveva essere successo qualcosa sicuramente poiché Emanuelle non si sarebbe mai permessa di fare una cosa del genere, in quel momento aveva proprio avuto un comportamento infantile e sembrava un'altra persona e non piu la persona matura che era sempre stata. Laure si mise a piangere e Camille la consolò. Erano le due del mattino e tutti si fecero venire a prendere, tornarono a casa e si addormentarono. Laure fece fatica ad addormentarsi aveva la sensazione e la paura di aver perso un'amica a lei cara, come poteva aver fatto una cosa del genere, Camille le aveva detto che era normale sbagliare poiché non siamo tutti robot ma Laure non ci credeva, pensava che se fosse stata un pò meno sbadata non sarebbe andata a finire cosi. Difficilmente poi anche lei si addormentò e il giorno dopo tutti si svegliarono, chi per andare a scuola, chi per andare in palestra e chi per avvantaggiarsi con i compiti. Laure si svegliò verso le dieci. Era ancora triste per ciò che era successo ma cercava di dimenticarlo, si alzò dal letto velocemente e andò a fare colazione: c'erano tante cose buone da mangiare ma lei si limitò solo a prendere una fetta di pane con marmellata e basta, doveva proprio essere giu di morale come non era mai stata. Scrisse a tutti su whatsapp, anche a Lexie, nonostante sapesse bene che probabilmente non sarebbe più tornata le scrisse comunque, giusto per pensare di averla ancora vicino a sé e avere una spalla in più su cui contare. Dopo mezz'oretta successe una cosa che le fece rizzare i capelli in testa: dalle notifiche vide che Lexie le aveva risposto su whatsapp. Come poteva essere che una loro amica le scriveva si e no ogni due- tre giorni e perchè non era venuta da loro. Era molto strana la faccenda, la ragazza apri il messaggio e lesse : ".- .. ..- - --- / -- .. / ... - .- -. -. --- / .. -. ... . --. ..- . -. -.. --- / -.. ..- . / ... .. --. -. --- .-. .."
Non capiva cosa potessero significare quelle frasi, dei punti, dei trattini e delle virgole che cosa potevano significare. Laure non sapeva come capire cosa volessero dire quei segni disposti in quel modo. Stava cercando di capirci qualcosa quando sua mamma la chiamò. Voleva dirle ciò che pensava e ciò che stava succedendo ma in quel periodo non era in buoni rapporti con i genitori. Per ogni cosa facesse, nonostante ci mettesse tutta se stessa i genitori la sgridavano e lei se la prendeva e di lì partivano litigate durature e arrivavano anche a tre giorni senza parlare, sempre la stessa storia. Aveva da sempre voluto parlare con qualcuno e aveva cercato tante volte di convincere i suoi a mandarla dallo psicologo e finalmente c'era riuscita. Sua mamma la accompagnò da una psicologa il cui studio si trovava a 10 km di distanza da casa loro. Non sembrava male: era una signora robusta, bassa, dai piccoli occhi verdi e dai capelli ricci e rossi, aveva un naso piccolino e un'espressione facciale simpatica che la faceva sembrare felice. Si chiamava signora Parks ed era nuova, appena vide Laure la accolse a braccia aperte e la fece accomodare calorosamente. La ragazza si sedette in una comodissima poltrona e raccontò tutto ciò che era successo in quei giorni che la turbava e le fece vedere il telefono con il messaggio in cui erano riportati i simboli che la psicologa si appuntò nel suo taccuino. Passarono un'ora intera a dialogare e finirono verso l'una del pomeriggio, la signora salutò la ragazza e Laure tornò a casa. Si sentiva più libera del solito, un pò come se avesse un sacco pieno di sacco e se ne stesse liberando uno ad uno alla volta. Tornata a casa si buttò nel letto e si addormentò. Doveva avere energie per la festa al bark.
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