Bruschi Risvegli

444 11 0
                                    

Alexander Lightwood è un coglione, un vero idiota fottuto, in tutti i suoi 25 anni si è sempre vantato di essere quello ragionevole in famiglia, il tipico bravo ragazzo un po' nerd che preferisce le biblioteche polverose ai pub. Lui è sempre stato così, noioso e vergine, sia di segno sia di fatto o almeno lo era fino al giorno precedente prima che si fottesse da solo...pessimo uso di parole, ma può valere anche in senso pratico in realtà. Ripercorriamo ora gli eventi che lo hanno portato a camminare alle sei del mattino sotto i lampioni accesi della Bolevard con uno sguardo da cane bastonato. Quella mattina si era svegliato a causa dei cerchi alla testa, non era un buon bevitore, non reggeva per nulla l'alcol. Si era rizzato seduto scacciando giù la bile che stava risalendo, a fatica aveva messo a fuoco il luogo in cui si trovava. Quella non somigliava alla sua stanza o a quella di Jace, un gemito di fastidio gli giunse alle orecchie, di scatto si volto a fissare il ragazzo al suo fianco. No, aspetta, ci doveva essere una spiegazione a questo, non poteva averlo fatto con uno sconosciuto, non era da lui. Silenzioso cercò di uscire dal letto, ma appena mise i piedi a contatto con il fretto pavimento una fitta al basso ventre per poco non lo fece ricadere sul letto rumoroso. A quanto pare aveva fatto sesso davvero con uno sconosciuto, ma che gli era saltato in testa? Quanto aveva bevuto la notte prima? Stringendo i denti si alzo e raccolse le sue cose dolorante prima di fiondarsi in bagno. Si rivesti senza osare guardarsi allo specchio, prima di lasciare il bagno si sciacquo la faccia, cercando di rendersi presentabile e fu allora che noto che il suo collo era pieno di marchi rossi, cazzo, provò a coprirli chiudendo il colletto della camicia ma alcuni erano ancora visibili. Sbuffando rinuncio, al momento la sua priorità era uscire da quel posto prima che il suo partner occasionale si svegliasse. Disgustoso, aveva appena avuto la tipica botta e via, aspetta ma è così che gente chiama le storie di una notte vero? Dannazione, basta pensarci. Si diresse veloce nel salotto alla ricerca del capotto, un gatto dal pelo bianco lo fissava dai sottecchi appollaiato sul divano. Alec raccolse il cappotto cercando di non dar fastidio al gatto, l'ultima cosa che gli serviva era che la palla di pelo miagolasse. Uscito dall'appartamento si accorse che il sole stava sorgendo placido, si preannunciava una giornata primaverile delle tinte fredde. Respirò a pieni polmoni cercando di eliminare quella sensazione sgradevole di errore, la sua prima volta l'avrebbe voluta avere con qualcuno che amava, non voleva mica un principe azzurro ma magari qualcuno per cui valeva la pena rischiare tutto. Quel qualcuno non era mai arrivato nella sua vita e lui aveva aspettato, intanto il tempo però era trascorso implacabile. Si era laureato e aveva iniziato a lavorare per la madre, un giorno l'azienda sarebbe stata sua, lui era il successore dell'impero dei Lightwood. Frugo nelle tasche contento di trovare le chiavi del suo appartamento, le giro nella serratura pregando che né Jace né Izzy fossero ancora tornati. E questa volta ebbe fortuna, sua sorella e il suo migliore amico non c'erano, probabilmente entrambi si stavano ancora riprendendo dalla sbronza della sera prima a casa di una delle loro conquiste. Buon per lui. Si diresse in bagno deciso a farsi una doccia lenta e accurato. L'acqua bruciava al contatto con le varie ferite, Alec notò infastidito che aveva molti più morsi di quanto credesse, il caro sconosciuto doveva amar molto mordere...aspetta forse era un cannibale? No, anche se aveva visto un documentario...no....non poteva essere, doveva tenere a bada la sua immaginazione. Si avvolse nell'accappatoio diretto verso la sua camera ma fu bloccato da una voce femminile acuta. << Alec sono tornata >> trillò la sorella apparendo in corridoio. Alec sorrise teso cercando di coprirsi il più possibile, ci mancava solo dover spiegare a Isabel perché avesse dei succhiotti. La ragazza però lo superò senza neppure guardarlo trillando ancora << La testa mi sta scoppiando, abbiamo un'aspirina? >>. Lui rispose sincero << Penso sia nell'armadietto dei medicinali >>. Lei annuì brevemente con la testa prima di sparire dentro la sua stanza. Lui veloce entro nella sua, per questa volta era salvo, doveva ringraziare la sua buona stella e il fatto che izzy avesse ancora i postumi della serata precedente in caso contrario era certo che l'avrebbe capito. Doveva assolutamente fare qualcosa per quei segni e per il dolore ai fianchi prima del pranzo in famiglia....

La brezza del mattino fece capolino dalle finestre scompigliando i capelli del giovane, Magnus tese la mano alla ricerca del calore del giovane corpo ma infastidito notò che se n'era andato. Lentamente si mise in piedi, indosso la sua vestaglia e attraverso il salotto notando il suo adorato gatto leccarsi le zampe annoiato. Giunse in cucina dove attivo la macchina del caffè asserendo << Mio caro fiorellino non è carino andarsene senza salutare >>....

Mai Fidarsi di un Uomo dal Sorriso PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora