Buon Umore

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Alec era certo di essere un pessimo alunno, aveva commesso di nuovo lo stesso errore, si era lasciato ammaliare da Magnus. Aveva completamente dimenticato della cena con la madre, un errore di pura distrazione che non era da lui. Stanco girò le chiavi nella serratura, cercando di fare meno rumore possibile, non aveva la forza per discutere con la sorella. Peccato che questa volta non fu fortunato come la prima, la luce del salotto era accesa, il vociare distinto della televisione riempiva l'appartamento. Dannazione. Si trascinò fino all'uscio del salottino, Isabel abbassò il volume della televisione con placidità e alzò lo sguardo duro sul fratello. << Mi dispiace, lo avevo dimenticato >> ammise Alec con lo sguardo basso e aggiunse << Avevo del lavoro da finire e non mi sono accorto dell'orario >>. << Bugiardo >> lo riprese Isabel scuotendo leggermente la testa e ribatte << Sai benissimo di essere pessimo a mentire, quindi perché lo stai facendo Alexander? >>. Ahi, aveva appena usato il suo nome completo, niente soprannomi o vezzeggiati, pessima cosa. << Isabel, io davvero non volevo >> provò il fratello sedendosi a fianco della donna. << Sai che io e la mamma non andiamo d'amore e d'accordo ma teneva a questa stupida cena, non si sarebbe aspettata che il suo figlio prediletto mancasse >>. << Lo so >> asserì Alec appoggiandosi allo schienale stanco. Rimasero in silenzio per qualche minuto prima che Izzy chiedesse << Con chi eri? E non mentire, sappiamo entrambi che non ne sei capace >>. << Con Magnus >> rispose sincero con un sospiro. << Oh, quindi ora non è più il Signor Bane ma Magnus >> gli fece notare pacata Isabel e aggiunse << Gli avvocati non hanno un qualche codice etico che gli impedisce di andare a letto con i loro clienti? >>. << Non sono stato con lui, Izzy, ero andato a parlagli di lavoro e non mi sono reso conto dell'orario >> disse il fratello optando per una mezza verità, una bugia bianca. << Certamente, hai passato l'intera serata con lui parlando di leggi e processi. Mi credi scema? >> lo apostrofo acida lei e ribatte << Una mezza bugia rimane una bugia, Alexander >>. << Va bene, hai vinto >> si arrese il maggiore e ammise << Sono andato da lui con l'intento di convincerlo ad andare in aula, poi però lui mi ha raccontato di come lui e la sua ex moglie si sono conosciuti. Non era una bella storia, Izzy, non mi sentivo di lasciarlo, così sono rimasto e abbiamo parlato di altre cose. Credo di essermi lasciato trasportare, tutto qui. >>. La sorella si voltò a fissarlo attenta, quasi volesse scorgere quelle parole non dette, bloccate tra le labbra. << Non accadrà di nuovo >> disse convinto Alec, non avrebbe permesso a Magnus di avere un tale controllo su di lui ancora, anche se una piccola voce fastidiosa nella sua testa gli ricordava che aveva già fatto in passato una promessa simile ed era finita con le sue labbra che divoravano quelle di Magnus, quelle perfette e deliziose labbra a cui doveva smettere di pensare. << Lo hai convinto? >> gli chiese Isabel riportando la sua attenzione alla televisione. << Si >> rispose veloce Alec. << Immagino che questo farà contenta la mamma almeno >> disse la sorella, rialzando il volume, segno che la conversazione era finita. Alec ancora frastornato si diresse verso la sua camera, si abbandonò sul letto svuotato ma stranamente calmo. Non solo era riuscito ad evitare le ingombranti domande della sorella su quel sentimento senza nome che pesava sul suo petto ma aveva anche rubato un bacio a Magnus, quella serata era stata davvero sorprendente, domani gli sarebbe toccato affrontare sua madre.

Maryse era brava a nascondere le sue emozioni dietro un sorriso finto ed educato, la sua machera per il lavoro la aveva brevettata per anni, però in quel momento percepì le crepe attraversare il suo volto. La gente come il Signor Bane non cambia idea, le persone come lui sono arroganti e saccenti non ascoltano nessuno, testarde quasi fino alla nausea. Eppure, ecco la sorpresa, Magnus l'aveva contatta per avvisarla che voleva procedere con la causa, aveva riconsiderato la sua decisione iniziale preferendo seguire i consigli di Maryse. Quella conversazione l'aveva lasciata con l'amaro in bocca, non era completamente convinta di quelle parole, era certa che gli stesse sfuggente un tassello ma non comprendeva quale fosse, forse suo figlio era riuscito a trovare il giusto pulsate da cliccare per far crollare il cliente, infondo sapeva che Alec aveva un grande potenziale e questa ne era la prova, giusto? Un leggero bussare la distolse dal flusso dei suoi pensieri. << Posso? >> chiese Alec affacciandosi dalla porta. << Certo, tesoro, vieni pure >> disse la donna pacata. << Mamma scusa per ieri, ho avuto un imprevisto e non sono riuscito a liberarmi >> disse lui nervoso, aveva lo sguardo basso quasi volesse sotterrarsi per il rimorso. Maryse sorrise dolcemente << Non ti preoccupare, possiamo organizzare un'altra cena tutti insieme >>. Oh, davvero? Nessuno sguardo di velata disapprovazione, nessuna domanda su cosa fosse più importante della famiglia o frecciatina sarcastica su quanto lei avesse lavorato per loro? La donna era ancora di ottimo umore, che avesse iniziato a fare uso di qualche droga? Forse Max aveva ragione dopo tutto, sua madre non era mai stata così accomodante durante i suoi 25 anni di vita, in questi casi però era meglio godersi la situazione. << Ho appena parlato con il Signor Bane, non so quale magia tu abbia fatto ma ora vuole continuare in tribunale. Ottimo lavoro, Alexander >> disse lei orgogliosa. Che fosse quello il motivo del suo buon umore? << Non ho fatto davvero molto mamma, sono certo che anche lui si sia reso conto dell'errore che stava per compiere >> mentì Alec, come spieghi a tua madre nonché tuo capo che hai passato l'intera serata con il vostro cliente piuttosto che andare a cena con lei e il resto della famiglia? Tralasciando il bacio, che era certo si sarebbe trasportato fino alla tomba senza mai confessarlo. Semplicemente non lo fai, sorridi e accetti colpevole i complimenti che non ti meriti.

Magnus fischiettava una vecchia canzone che ricordava di aver sentito quando era piccola, la stessa che suo nonno canticchiava in macchina mentre lo accompagnava alle elementari, una canzone vecchia quasi quanto lui e che racchiudeva momenti di pura felicità persa. La porta del suo ufficio si spalancò facendo intravedere la figura sospettosa di Raphael, l'ispanico lo riprese << Simon mi ha chiamato asserendo che sembri posseduto >>. Magnus scettico alzò un sopracciglio, posseduto? << Sono solo di buon umore, è così strano? >>. << Si >> rispose lapidario Raphael accomodandosi nella poltrona di velluto e aggiunse << Alexander? >>. << Indovinato, quel ragazzo è delizioso >> ammise l'altro senza davvero provare a mentire. << Ed è il nostro avvocato >> gli fece notare Raphael serio. << Lo so benissimo, infatti al momento sta preparando il processo contro la mia ex moglie >> lo informò Magnus. << Sul serio? Hai deciso finalmente di prendere a calci la stronza? >> mormorò sorpreso l'ispanico strabuzzando gli occhi. L'altro annuì piano << Alexander è stato molto convincente, non riesco a dire di no a quel ragazzo, i suoi occhi saranno la mia rovina >>. << Quasi quasi lo assumo, forse riesce a convincerti a completare il tuo lavoro in tempo >> progetto divertito Raphael. << Magari >> concordò Magnus e riprese << Non dovrei inventarmi stupide scuse per vederlo, mi basterebbe cambiare stanza >>. Raphael rise a quelle parole facendogli notare << Povero Alexander, ha incantato l'uomo sbagliato. >>

Mai Fidarsi di un Uomo dal Sorriso PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora