Un desiderio

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Torna dentro dopo una decina di minuti, supera a passo spedito il soggiorno dove le ragazze stavano ballando sulla musica martellante e troppo alta per dirigersi al piano superiore e trovare un po' di quiete, la testa gli scoppia e ha solo voglia di stendersi in un letto qualunque e chiudere gli occhi.
Recupera il suo zaino dal corridoio e si fionda nella prima stanza che trova chiudendosi la porta alle spalle, con sua grande sorpresa però vede Giovanni seduto sul letto con il libro di matematica aperto davanti a se.

Non riesce a trattenere una sonora risata nonostante in quel momento si senta uno schifo, Giò si porta una mano in faccia e ride a sua volta rendendosi conto di quanto sfigato possa sembrare in quell'istante.
"Ma sei serio??" Chiede Martino stendendosi sul letto vicino a lui.
"Sì zì, sono troppo preso male.. mi aiuti??" Chiede Giò con occhi supplicanti, che se non avesse già passato quell'orrenda fase in cui aveva una mezza cotta per lui gli sarebbe bastato un secondo netto a dirgli di sì.
"Manco morto, sto malissimo..ho bevuto troppo."

Giovanni chiude il libro e si stende a sua volta guardandolo intensamente, lo sta facendo ancora. Quando lo fissa così è perché ha capito che qualcosa non va, sta solo cercando di indovinare che cosa sia.
"Hai parlato con Niccolò?" Dice poi, centrando il punto perfettamente.

Martino fa una smorfia e chiude gli occhi, si porta una mano in fronte e inizia ad arrotolare un dito tra i capelli come faceva sempre quando doveva affrontare un'argomento di cui non voleva parlare ma infondo forse sì. Viveva di contraddizioni, lo sapeva bene ormai.
"Sì..cioè..più o meno."
"Che vor dì più o meno?" Chiede Giò sorridendo.
"Ma niente, gli ho solo detto di starmi lontano, tutto qua."

Giovanni si alza sull'avambraccio e gli toglie le dita incastrate tra i capelli, lo faceva sempre quando Martino era troppo preso dai suoi conflitti interiori da non rendersi conto di quel vizio che aveva.
"E perché avresti dovuto dirgli una cosa del genere scusa?? Non ti piaceva?"
Martino sospira pesantemente e si gira di schiena per non guardare la sua faccia giudicante, Giò aveva ragione, ma non aveva intenzione di litigare anche con lui.
"Lasciamo perdere dai, ormai è andata. Voglio solo dormire.."

Apre gli occhi dopo una lunga dormita, ha la bocca impastata e un braccio completamente addormentato che formicola fastidiosamente, si gira dall'altro lato del letto e vede Giovanni che dorme con la testa sopra al libro di matematica. La stanza è buia e non sente più nessuna musica, dev'essere notte fonda e probabilmente stanno già tutti dormendo. Si alza per andare in cucina a bere un po' d'acqua, almeno il mal di testa sembra passato adesso..

Prende un bicchiere e lo riempie buttandone giù mezzo tutto d'un fiato, fa due passi per arrivare fino alla sala e nota subito qualcuno che dorme sul divano tutto avvolto in una coperta, pensa subito che sia Elia dato il ciuffo di capelli scuri che intravede ma non appena si avvicina abbastanza da vederci meglio, lo riconosce subito. Niccolò se ne sta rannicchiato su quel divano con la coperta fino alle orecchie, dorme beatamente e Martino rimane a fissarlo per qualche minuto in silenzio, è così bello da fargli tremare lo stomaco anche così.

Cerca di avvicinarsi ulteriormente per poter guardarlo meglio, ma non si accorge della lattina vuota sul pavimento davanti a lui e la pesta inavvertitamente facendo rumore. Chiude gli occhi e rimane immobile per qualche secondo sperando di non averlo svegliato, ma quando li riapre la testa di Nico è girata verso di lui e lo vede stropicciarsi gli occhi con una mano per riuscire a vedere qualcosa.
Non dice niente, si sente pietrificato e pieno di vergogna, col suo bicchiere mezzo vuoto in mano e l'espressione colpevole.

"È acqua?" Dice Niccolò con un sussurro assonnato.
Martino gli porge il bicchiere e rimane lì come un imbecille davanti al divano in piedi.
Niccolò beve quello che resta della sua acqua e poi gli afferra un braccio per tirarlo sul divano con lui, lo fa sedere ai suoi piedi e sistema la coperta per coprire entrambi, Martino rimane fermo e non sta capendo niente in quell'istante, ma Nico si rannicchia con la testa appoggiata alla sua spalla tenendo saldamente il suo braccio con entrambe le mani.
Ha un sorriso in volto e gli fa una tenerezza infinita.

L'anno che verrà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora