Incontro/scontro

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Un anno dopo circa.

Martino chiude il libro di matematica e si porta le mani sulle tempie, chiunque abbia autorizzato i professori a fare un compito in classe la prima ora del lunedì dovrebbe essere pubblicamente linciato. Soprattutto se quel Sabato sera lui e i contrabbandieri avevano in programma una festa di ben due giorni a casa di Silvia, approfittando dell'assenza prolungata dei suoi genitori.

Erano passati mesi dall'ultima volta in cui erano riusciti ad organizzare una serata con tutte le ragazze, e visto che Sana compiva gli anni proprio quel Sabato avevano preso la palla al balzo e deciso di farle una festa con i contro fiocchi. Non sa perché quella ragazza  aveva iniziato a stargli sempre più simpatica, era successo e basta, tutto partì da una serata in cui si era offerto di riaccompagnarla a casa dopo un concerto, visto che non aveva nessuna voglia di tornare da sua madre che in quei giorni sclerava più del solito.

Avevano camminato un bel po' parlando di un sacco di cose, lui le chiedeva del suo credo religioso e lei gli rispondeva con pazienza, facendo a sua volta domande sulla sua vita. Gli piaceva parlare con lei, non era mai banale e riusciva a fargli dire cose che non aveva mai confessato a nessuno prima di allora, nemmeno a Giovanni.

Si prepara per la festa ed esce di casa felice di passare un intero weekend con i suoi amici più stretti, alla festa ci saranno anche altre persone che non conosceva, tipo il fratello di Sana e qualcuno di quelli di Villa, forse Incanti.. ma probabilmente soltanto loro e le ragazze si fermeranno lì per la notte, o almeno lo spera, casa di Silvia è bella grande ma non ci saranno sicuramente letti per tutti, e lui non ha nessuna intenzione di dormire per terra. Bastavano tutte le notti passate a Bracciano su quel pavimento gelido, ha già scontato la sua pena.

Quando arriva ci sono soltanto le ragazze e Giovanni, Sana deve ancora arrivare come tutti gli altri invitati. Li aiuta a mettere in tavola del cibo e poi si apre una birra rifugiandosi in terrazzo con Giò.
"Come sei messo in matematica?" Gli chiede il suo amico con una faccia disperata.
"Lascia perdere.. mi sa che farò domani notte sveglio a farmi i bigliettini."
Dice Martino ridendo.
"Possiamo anche farli stanotte, io mi sono portato il libro.."
Martino lo guarda con occhi sbarrati e gli ride in faccia.
"Ma sei scemo?? Ti porti il libro di matematica ad una festa? Tu non sei normale.."
Giovanni ride a sua volta e strizza gli occhi per un momento.
"Lo so zì.. ma se la festa poi è na merda io mi chiudo in camera a studiare."

Si mettono comodi sulle sedie del terrazzo, poco dopo anche Elia e Luchino li raggiungono e stappano qualche altra birra.
Stanno parlando tranquillamente tra di loro cercando di sovrastare la musica già alta che Silvia aveva acceso poco prima, quando sentono le ragazze salutare Sana e Luchino spalancare la bocca guardando nella direzione del salotto.

"Nooooo...non ci credo regà!! Guardate un po' chi c'è! Non è Rami quello? Il tipo di Amsterdam!?"
Luchino indica le persone appena entrate in casa e Martino sente lo stomaco contorcersi, non ha nemmeno il coraggio di voltarsi a guardare, spera soltanto che Luca si stia sbagliando.
"Oddio è vero!! È lui!"
Replica Elia, alzandosi insieme agli altri per andare a salutarlo.

Martino rimane seduto per qualche secondo, la sua testa sta viaggiando fortissimo, pensa a come sia possibile che Rami sia lì.. e soprattutto sta sperando con tutto il cuore che non ci siano anche i suoi amici, anzi, spera che Niccolò non sia con lui.
Perché ok che è passato un anno e non si erano mai più visti o sentiti, ma lui purtroppo non era mai riuscito a toglierselo dalla testa.

Si alza a fatica e si gira respirando forte per calmarsi, Rami sta salutando gli altri e sembra sia solo. Si avvicina a lui e lo abbraccia brevemente con un sorriso, solo quando si staccano nota due occhi verdi dietro di lui. Due bellissimi e profondissimi occhi verdi che avrebbe riconosciuto in mezzo ad altri mille.
Niccolò se ne sta lì a guardarlo, stupito e confuso quanto lui nel ritrovarsi dopo tutto quel tempo.
Basta un sorriso, un breve e sincero sorriso di Nico ed è come se qualcuno avesse aperto una gabbia di farfalle dentro al suo stomaco, si avvicina e lo saluta con due brevi baci sulle guance come se tra loro non ci sia un gigantesco conto in sospeso.
Niccolò sembra impassibile, non lo guarda nemmeno in faccia dopo quello scambio asettico, continua a parlare con Luchino che li sta travolgendo di domande sul come mai fossero lì.

L'anno che verrà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora