Capitolo 28: Sfaccettature

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Caro google, sono di nuovo depressa.
Sono stata sotto quella maledetta pioggia per un un paio di minuti, dopo che Samantha si è allontanata: quindi oltre che depressa, sono quasi certa certa che mi prenderò anche un bel raffreddore.
Sono depressa e forse ammalata.
Ma contavo proprio così poco per lei? Me lo son chiesta così tante volte pur di avere un motivo per avercela con Sam, che oramai non ho più idee da inventarmi per dare una giustificazione al suo comportamento.
Eppure sento che non è finita, o forse sì, chi lo sa?
Che confusione! La mia menta naviga tra l'odio e l'amore, in cerca di spiragli per illudermi o rimproverarmi che devo andare oltre.
Quando sono salita in macchina mi sono sentita talmente a pezzi che a stento sono ripartita: ho corso senza una meta precisa o almeno credevo, dato che quando ho parcheggiato, mi sono ritrovata davanti al vialetto della casa di Alexia e Emily.
Sono scesa senza ombrello, tanto ormai di asciutto, non avevo neppure le mutande: quando ho suonato il citofono e la porta si è aperta, mi son lanciata tra le braccia di Alexia piangendo.
« Keyline...» sospira lei dolcemente
« È finita... non ne vuole più sapere di me. Finita. È andata via.» Singhiozzo disperata, abbracciata come un koala ad Alexia che rimane ferma come un palo. Lei mi lascia così per un paio di minuti, poi cerca di lottare da quella presa, afferrandomi per le spalle.
« Allora... intanto per cominciare ti dai una calmata, ok? Ti prepariamo una doccia, dei vestiti asciutti, una tisana e poi ne parliamo.» adocchiando la sua maglia, che umida per colpa mia presenta una chiazza a livello del seno.
Provo a obbiettare « Non me la sento di approfittarne!» ma lei insiste «Fradicia così è già tanto che ti faccia entrare! Vorrei obbligarti a spogliarti sul ciglio della porta, ma non voglio vederti nuda, mia moglie è gelosa!» ironizza vedendola arrivare.
« Dimentichi che Alexia è una maniaca del pulito» interviene Emily porgendomi un asciugamano.
« Abbiamo i nostri difetti!» gli controbatte lei, mentre io credo di non aver avuto manco la forza per fare un sorriso. Ad ogni modo giustamente le ho accontentate, ho pianto nuovamente sotto il getto d'acqua e mi sono ricomposta lottando nel trattenermi.
« Mi dispiace... credo di non avervi mai fatto una improvvisata di questa portata.» mi scuso una volta tornata in cucina.
« Key, insomma... questa storia ha scioccato me! Non oso immaginare te! Insomma Samantha Reynolds?» Incalza ancora Emily incredula, porgendomi una tazza fumante che profuma da cannella.
Resto in silenzio mentre osservavo quel vapore sciogliersi nell'aria, sento il nodo alla gola ma cerco di mandarlo giù come se fosse un boccone amaro.
« Gli ho urlato contro.» afferro il cellulare, svelando nuovamente quell'articolo « L'ho giudicata, resa colpevole di qualcosa che forse non ha fatto.»
« Ma lei come ha reagito?!»
« Mi ha guardato male. Delusa, da me e da un idea che credo l'abbia distrutta.» mi appoggio le mani nel viso, per sorreggere la testa mentre guardo quella foto di lei, che troppo bella, non sembra felice.
« E basta? Non ti ha detto nulla...? Fatto nulla...? È andata via e basta?»
Guardo Emily con gli occhi lucidi « È andata via. È finita...» concludo, troppo stanca per rielaborare o raccontare tutta la dinamica.
« È tutto così strano! Come può una figlia di un miliardario, passare a servire piatti in un ristorante? Anche se adesso, tutto il suo silenzio, ha un senso.» Incalza nuovamente Emily guardando Alexia, che alza le spalle.
« Avevo tutto davanti agli occhi. Sono stata a casa sua, ho suonato il campanello... ho reso il suo cognome invisibile.» commento senza riuscire a farmene una ragione.
« Perchè non ti interessava...» mi risponde Emily « Non ti interessava sapere chi era. Ti sei innamorata di lei e basta!»
La guardo e riprendo a piangere. Entrambe mi vengono vicino e mi abbracciano.
Quel giorno è stato uno tra i più pesanti della mia vita: ho confidato dei cento mila dollari donati ai miei e non soddisfatta Alexia è proseguita con la sua teoria, che la nostra storia per Samantha fosse solo per un passatempo.
Caro google: come si ripara un cuore fatto a pezzi in due volte in breve tempo?
A distanza di sette giorni, mi ritrovo finalmente a casa dopo essermi nuovamente gettata nel lavoro come una macchina senza sosta: digito quella domanda nella speranza di vedere se realmente ci sono consigli utili; meravigliandomi di come ci siano link di vario genere che affermano con certezza, che se entri nella loro pagina potranno guarire la tua delusione in men che non si dica. Insomma: tra i consigli di mangiare sano ( non ho idea di cosa centri), praticare sport ( sono maledettamente pigra), evitare di stare a casa e uscire a socializzare ( il lavoro può valere come socializzazione?) e altri di varia natura... mi fanno capire da subito, che son proprio un caso disperato.

Insegnami a restareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora