Imposto il navigatore e digito l'indirizzo fornito da Samantha, che dista a soli dieci minuti da casa mia.
A quale dopo, avrà intenzione di propormi?
« Stai calma, è solo un'amica. Amica momentanea, che non conosci personalmente ma fisicamente.» mi sprono sentendomi agitata.
Sono una persona che ha sempre organizzato la sua vita in base a progetti imposti dal giusto equilibrio delle cose, quindi: ottimi voti a scuola, una buona università, un buon lavoro, comprare casa in buon quartiere e costruirci una famiglia se fosse. Tutto doveva seguire lo schema che mi era prefissata, con i suoi alti e bassi, ma il risultato che pretendo di ottenere per sentirmi realizzata della mia vita è sempre stato questo. Talvolta, già ora provo a immaginarmi da vecchia, mentre dondolandomi sulla veranda di casa, ripercorro con la mente tutto il percorso che ho fatto: e potermi così dire « Brava Keyline»
È andato tutto secondo i piani?
Assolutamente no, cioè pensavo di essere sulla strada giusta e invece in amore ho fallito. Scatenando una reazione a catena che ha investito progetti, come famiglia e "vissero per sempre felici e contenti", figli e vecchiaia. Tutti accuratamente sfumati in una sera con un solo sms.
Mi hanno sempre detto che "ciò che è destinato a te, troverà il modo per incontrarti": sarà mai pur vero?
Se penso all' incontro avvenuto con Samantha un po quella frase risuona strana, ma mi risuonerà veritiera solo quando questo incontro casuale porterà veramente a qualcosa di concreto. In che percentuale, incontrarsi sul taxi per puro sbaglio faccia nascere tra due persone qualcosa? Che sia amicizia o altro, credo nel destino e nella coincidenza degli eventi: quindi io e Sam eravamo dove dovevamo essere, in modo tale che le nostre vite si incrociassero.
La chiamata lavorativa di questa notte proviene da Melida Baker, che tra l'altro era già per strada nel momento in cui ho risposto. Passare a prendere Samantha, mi allungherà un po 'il tragitto, ma essendo notte fortunatamente le strade sono meno affollate. Melinda mi rimprovererà sicuramente del ritardo, ma non importa.
Quando arrivo lei è già fuori che mi aspetta.
« Ciao! Veloce sali... Che non dobbiamo correre! ma volare per strada!» la incito non appena apre la portiera. Lei si siede, mi adocchia e sorride
« Ciao!»
« Ti trovo bella sveglia! Hai finito da poco?» gli chiedo cercando di spegnere, in una conversazione, la tensione che provo in questo momento. In vista di quel "dopo" che tanto sembra rassicurare lei ma non me.
« Fatico ad addormentarmi. Cosa andiamo a salvare?»
« Ti ricordi di quei famosi cuccioli? Ecco, la mamma ha deciso di partorire adesso! Quindi non direi proprio a salvare, ma andiamo a presentare al mondo dei nuovi coinquilini.»
« Non ho mai assistito a un parto! Oddio! Ma posso stare a guardare?» esclama eccitata quanto una bambina a un parco giochi.
« La padrona è un tipo strano...! Ma gli spiegherò che sei un allieva... Quindi fingiti tale.»
« Fai iniziare le allieve di notte?»
« Perchè non dovrei?! Anche la notte fa parte del pacchetto quando decidi di studiare un ramo della medicina.» gli ribatto « Anche se non appari come una studentessa che ho tirato giù dal letto, spero che Melinda sorvoli nei dettagli.»
In jeans e felpa, Samantha profuma da cocco. Da casa e da una semplicità che si nota provenire direttamente da casa.
« Non che tu appari tanto meno addormentata di me!» mi guarda « Sembra che tu provenga da una serata decisamente fuori casa!»
Io invece, al contrario suo sembro pronta ad uscire per un appuntamento: quando Sam mi ha scritto se poteva unirsi ci ho messo qualche minuto nel decidere cosa mettermi, e mi son pure leggermente truccata cosa che, in altre occasioni se potevo partire direttamente in pigiama lo avrei fatto.
« Ero a cena da amiche.» mento. In parte. « Ho semplicemente rimesso i vestiti che avevo.» mento nuovamente, dato che a cena da Alexia mi sono presentata molto più formale.
Arrivate alla clinica, la signora Baker è in piedi che mi aspetta davanti alla porta, e noto subito dall'occhiataccia nervosa, tutto il suo disappunto in merito a quel leggero ritardo che ho fatto.
« Allora Sam, lascia parlare me. Ti spiego brevemente che quella in postazione è Melinda Baker. Anziana, pensionata, credo! Ho molti, molti soldi...! Questo le permette di guardarti dall' alto al basso. Ma cerca di non soffermarti molto a farci caso.» le dico prima di uscire, senza darle modo di dire qualcosa, seria Sam esce con me.
« Melinda! Allora... Bella nottata per far diventare mamma la piccola Susan!» esclamo disinvolta mentre apro l'ambulatorio.
« Le avevo detto ieri che non mancava molto! Conosco le mie bimbe, e lei essendo dottoressa, dovrebbe conoscere di più i segnali!" Mi risponde in tono acido.
« Posso captare si, ma non prevedere tutto. Le neo mamme sono sempre un po 'imprevedibili.»
Catturata dalla presenza di Samantha, Melinda non mi risponde subito.
« Ha bisogno di sostegno psicologico? È questa ragazza chi è?»
Ancora tesa, non riesco a capire come mai fatico ad aprire.
« Lei è Samantha! È una studentessa, nel pomeriggio mi ha chiesto se può svolgere del tirocinio non pagato per imparare qualcosa. Quindi cosa c è di meglio di un parto cesareo di un bulldog per iniziare?» mi volto, la guardo, e ringrazio il cielo di essere riuscita ad aprire « Giusto Sam?» chiedo aprendo e invitandole ad entrare.
« Giustissimo!» mi risponde.
La guardo e gli faccio l' occhiolino, lei sorride e si presenta alla Baker recitando la sua parte meglio di un tirocinante reale. Ma conosco Melinda, e mi stranisce come resti ferma immobile ad osservandola in volto, alla ricerca di qualcosa che non riesce a darsi una risposta.
La piccola Susan, in questo giro, è realmente pronta al parto: i bulldog sono estremamente delicati, in quanto possono esserci complicanze dovute alle dimensioni dei cuccioli, dove nella grande maggioranza dei casi si opta quasi sempre per un cesareo.
Informo delle varie procedure a Melinda, assicurandola che andrà tutto per il meglio e chiedendole cortesemente di ritornare a casa lasciandomi lavorare in tutta tranquillità. D Diciamo che più che un invito, glie l'ho imposto con molta gentilezza, dato che non ho voglia di avere in piena notte un segugio dietro alla porta che aspetta. Stranamente comprende, e dopo le sue mille raccomandazioni e la promessa che una volta terminato la chiami: esce dalla clinica lasciandomi lavorare senza oppressioni.
Mi metto all'opera subito: tranquillizzo la piccola Susan, preparo l'occorrente e faccio sedere Samantha su un sgabello lontano dal tavolo operatorio. Mi sento comunque stranamente tranquilla, sebbene lei stia ferma a fissare attenta, porgendomi numerose domande a mano a mano che mi vede lavorare. Tutto termina per il meglio nel giro di un'oretta: mamma e cuccioli stanno bene, e una volta sistemata la neo famiglia in un box accogliente per la notte, non perdo tempo per informare e tranquillizzare la proprietaria.
Guardo Samantha che al contrario mio è ancora tutta eccitata per l'esperienza appena fatta senza accusare nessun sintomo di stanchezza. Mi aiuta dove può, e una volta pronte a tornare in auto, si siede carica come quando l'ho fatta salire.
« È stata... la notte più, strana! Eccitante! E fuori dal comune! Che io abbia mai vissuto!» esclama soddisfatta. « Anche se per te era solo lavoro.»
« Oh no! È la prima volta che lavoro con una persona che mi guarda. Intesa come estranea. Non credo di aver mai chiamato nessuna delle mie amiche a farmi assistenza.» le rispondo mettendo in moto l'auto ma lasciandola in folle. « Potrei pensarci sai?»
« Pensare di fare il veterinario?»
« No... Ma la tirocinante non pagata, si!» si espone guardandomi dritta negli occhi « Sempre se posso...»
Fingo di rifletterci.
« Non sei stata tanto zitta come avevi detto.» la rimprovero ironica « Potrei pensarci.» affermo « Anche se mi sembra brutto fare la figura di quella che ha licenziato alla prima nottata di lavoro.»
« È un sì?»
« È un si.» gli sorrido ma senza guardarla.
E ora? Vorrei chiederle di quel dopo, ma partendo e riguardando l'ora mi viene difficile pensare abbia ancora voglia di fare altro.
« Ti riporto a casa? Non voglio sentirmi responsabile se sbagli piatti per colpa del sonno» La vedo sospirare e guardare fuori dal finestrino come assorta nei suoi pensieri.
« Samantha?!» La richiamo indecisa su quale strada prendere e cercando di evitare quel silenzio imbarazzante che si creano in queste situazioni.
« Credi che a George dia fastidio se questa sera gli rubo ulteriormente il posto?» Mi chiede molto tranquillamente tanto da non farmi accorgere che il semaforo stava diventando rosso, facendomi frenare di scatto.
« Vuoi dormire da me?!» Le chiedo cercando di tenere un certo contegno.
« Onestamente non ho voglia di tornare a casa da sola... e credo nemmeno tu.» Mi guarda quasi come volesse stuzzicarmi. « Abbiamo parlato di un dopo... Ricordi?»
Keyline mantieni la calma: solo dormire, niente di più e niente di meno.
« Credo che... George se ne farà una ragione.» balbetto insicura. « Vuoi passare per casa a prenderti un cambio?»
« Non serve! Dormo in mutande e reggiseno, ma se hai qualcosa per potermi cambiare o prestarmi...meglio, risparmieresti un giro troppo lungo.»
Fosse per me, con quello che indossa, appena varchiamo la soglia di casa, il cosa mettersi per dormire sarebbe l'ultimo dei suoi pensieri.
« Keyline, è solo una proposta gettata li, tanto per... non finire con un parto cesareo questa serata! Portami pure a casa se preferisci.»
« Vieni solo per dormire?» Le chiedo ulteriormente, facendola ridere.
-" Bere no di certo! Credo che devo ancora smaltire la sera prima. Solo dormire... Anche in divano.» Mi risponde sogghignando un sorriso che potrei definire malizioso. « Prometto che non rubo nulla.» alzando le mani in segno di resa.
« Va bene.» Dico accettando la sfida.
Quando arriviamo a casa mia, ho il cuore che pulsa a mille: eccoci qua, nella nostra seconda notte assieme, dove il ricordo della precedente arieggia ancora nell'aria. Lei si guarda attorno come se volesse ricercare quel particolare per agganciarsi a una scena precisa di me e lei. Forse, è anche per questo che mi ha chiesto di poter ritornare nuovamente da me, ed è strano come mi senta tanto a mio agio anche se a breve avrò un infarto. Le porgo un pigiama pulito e nel mentre aspetto che esca dal bagno, mi sistemo in divano ad aspettare.
« Allora come mi sta...?» domanda con tanto di piroetta.
« Non abbiamo la stessa taglia, ti sta un po larghino»
Ok, devo iniziare a mettermi a dieta.
« Meglio! Così dormo comoda.» avvicinandosi e sedendosi sul divano.
« No...! Vieni a letto!» dannazione, al solo pronunciarlo mi viene caldo, e vederla tornare in piedi ora, con un mio pigiama addosso mi fa pentire di avergli detto di si.
Imbarazzo, che davanti ai suoi occhi verdi che alzano le sopracciglia, in un sorriso che non commenta la mia esclamazione, silenziose torniamo nella nostra scena del crimine.
« Sei sicura?» si ferma prima di entrare.
« E tu, sei sicura?»
Vedendola annuire, la invito a entrare.
« Ho chiesto a Mr George...a una sola condizione però.»
« Cioè?»
« Se ti alzi... Vedi di svegliarmi senza scappare.»
Samantha sorride e si mette sull'attenti come un soldato che ha appena ricevuto un ordine e una volta che prendiamo posizione, mi viene difficile cercare di prendere sonno.
« Come ha fatto la tua ex a scegliere un'altra?» mi chiede cercando forse un colpevole in quella storia finita male « Scusami. Argomento sbagliato?»
« In realtà, dovresti chiederlo a lei. Mi ha lasciato per una collega di cui non dovevo preoccuparmi...»
« Le hai scoperte tu?»
« No.» affermo scocciata di essere stata tanto ignorante « Non so nemmeno da quanto andasse avanti, avevo notato dei comportamenti strani. Ma cosa vuoi, non pensi mai che la persona che ami manderebbe tutto all'aria. Durante uno dei suoi viaggi per lavoro mi ha scaricato tramite un sms.»
Seppure è buio, mi volto a guardare a Sam e noto che girata da un lato, e ferma a fissarmi:
« Che stronza.» la commenta.
« Già... Ma meglio così, non andava bene da un po '. Io non ero pronta a lasciarla, non di mia spontanea volontà.»
« La ami ancora...?»
La vedo abbassare lo sguardo, così decido di voltarmi a mia volta.
« È difficile annullare il sentimento, per quanto una persona possa averti ferito. Ma più che amare, credo che ormai sono solo legata a quello che siamo state, ma ci sto lavorando...»
« Comprendo che sia difficile si. Ma se posso dire la mia, sono certa che se ne pentirà.»
« Non sono così santa sai! Ho dei valori... ma se un rapporto non funziona, di solito, non è mai sempre e solo colpa di una persona»
« Oddio! Non la starai mica giustificando?!»
« Assolutamente no...! Cioè, ci ho pensato molto sai. Magari l'ho trascurata per il lavoro... tornavo a casa stanca, e non le davo le attenzioni giuste.» sebbene fosse reciproca la cosa.
« Keyline...! Sbagliare è una scelta! Soprattutto quando decidi di fare i corni a una persona!»
« Hai ragione.» sussurro piano « E il tuo lui? Cosa aveva che non andava?»
« Piaceva ai miei.»
« Ah.» esclamo stranita « Ed un male?»
« Nel mio caso si.» esclama seria, tornando supina. « Posso farti una domanda?»
« Si...»
« Cosa si prova ad amare una persona dello stesso sesso?»
Mi alzo leggermente. Lei volta lo sguardo. Ma aspetto a rispondere.
« Cosa si prova ad amare invece una, del sesso opposto?» controbatto lasciandola stupita.
« Non vorrei dare risposte stupide. Perchè l'unica che vorrei dare ora, lo è!»
« Prova... Poi sarò io a giudicarla.» la tranquillizzo.
« Normale.»
Annuisco immaginandomi che sarebbe stato un aggettivo appropriato alla mia domanda.
« Ok! Era stupida!» si corregge.
« Non è stupida! È sensata... anche per me è normale amare un altra donna.» poi ci ragiono « Credo che sia stato per colpa dei miei fratelli! Quando andavamo al mare, mi fermavo a guardarli... Dio erano pelosi come le scimmie...!» scherzo, facendola ridere.
« Davvero?»
« Si!» affermo convinta, in una delle domande che mi feci anch'io quando cercavo di capire come mai ero opposta alla natura umana « Ma no! Poi ho realizzato che sono nata così è basta. E l'ho accettato.»
Samantha torna a girarsi.
« Ti sei ricordata di qualche particolare di me e te?»
« Non ho mai dimenticato nulla.»
« Mi hai presa in giro?» mi alzo con la schiena.
« Fingersi ignoranti ogni tanto non è un male. Ti aiuta a capire un po meglio certe dinamiche, prima di arrivare a conclusioni affrettate.» mi guarda e mi sorride, si morde il labbro e torna supina per sbadigliare.
« Buonanotte Samantha.» tornando supina a mia volta, cerco di trattenere il fiato dalla voglia che ho di farle provare da sobria le varie emozioni che abbiamo già provato.
Ma lei, già con gli occhi chiusi sembra stia già dormendo. Averla così vicino, nel mio letto e con la mia biancheria addosso mi farebbe venir voglia di avvicinarmi, stringerla e baciarla: invece mi limito a mordermi il labbro e sperare che un giorno, questo momento possa realmente accadere.
Ebbene si, cara Samantha: non so tu cosa stia combinando dentro la tua testa, ma ti stai facendo spazio e non mi importa se mi vengono a dire che non conosco ancora nulla che ti riguardi. Sei giovane e con l'identità ancora da definire ma sento una chimica nei tuoi confronti che nemmeno con Brittany sentivo da tempo.
« Grazie.» le bisbiglio sottovoce, sentendo finalmente il sonno che si sta prendendo possesso del mio corpo, con la sagoma di Mr George che da in piedi al bordo letto, guarda Sam e la sua postazione ora occupata.
Caro gattone paffuto, quel lato del letto sarà sempre tuo: ma perdonami se, per stasera, mi piace l'idea che quella persona che ora mi dorme accanto faccia un domani, suo quel posto.
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Insegnami a restare
RomanceUn'ironica coincidenza dà inizio ad un sentimento nuovo e mai provato prima, un sentimento che stravolge, che pone la vita di fronte a infiniti dubbi e alla propria verità. Ed che così che senza preavviso, ma in un modo naturale e passionale, viene...