"Dio, Lord Perceval è così... meraviglioso"
"Beh, grazie, lo so"
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Gaia non ha mai niente in programma. Quando si prefissa un obiettivo non va mai secondo i piani, sempre a causa di qualche scherzo del destino. Non aveva in programma né di diventa...
I wanna hold you, I gotta hold you Hold you baby close to me, close to me, yeah I wanna hold you, I gotta hold you Hold you baby, close to me, yeah
Wanna Hold You, Undercover, The Rolling Stones (1983)
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"Lo sapevo che non mi sarei dovuta fidare di te".
È ormai la decima volta che ripeto questa frase e il broncio decide di non abbandonare più il mio volto, come se volesse lasciarmi una cicatrice permanente in faccia per far notare il suo passaggio. Non che ce ne sia bisogno, visto che sono la persona più imbronciata al mondo dopo Max Verstappen.
Charles si volta verso di me e nota la mia espressione. Sbuffa e alza gli occhi al cielo. La piaga sulla mia faccia si amplia. Mentre si gira verso la strada, gli faccio una smorfia, da persona poco infantile quale sono.
Cosa ne può sapere lui?! Lui è uno sportivo! Io, gli unici sport che pratico da una vita a questa parte sono bagnare le piante grasse di mio nonno, disfare enormi valigie per rimettere tutto a posto in casa, pulire, comprare attrezzi di ogni genere e affrescare pareti. E dormire. E fare la strada camera da letto-cucina-divano.
Affrescare pareti, già. Avete letto benissimo. Nel caso non si fosse capito, no, non sono una persona normale. Io non mi metto a imbiancare e ad appiccicare la carta da parati. Oh, no, io mi metto a dipingere sulle pareti. Devo pur tenermi impegnata in qualche modo! In questa città non conosco nessuno e la spiaggia non mi fa impazzire, soprattutto se sono da sola. Almeno dipingere mi riesce meno odioso di sistemare e rimettere in ordine, che sono delle attività su cui ho una necessità fisiologica di procrastinare. E non è perché sono una persona disordinata, ma perché ho delle paranoie strane che devono essere soddisfatte...e per quello ci vuole molto tempo e tanta, tantissima pazienza.
I miei vestiti in ordine cromatico sono un mero esempio che sfiora i disturbi ossessivo-compulsivi. Mia madre potrebbe tenere una conferenza di ore su quanto sono pedante e tediosa nello sfortunato caso in cui vedessi che un vestito non è messo al posto giusto. È successo diverse volte. Mio padre ne è testimone. Non è stato un bello spettacolo.
La voce del monegasco mi riporta in maniera brusca al di fuori dei miei pensieri. Sbatto ripetutamente le palpebre per riuscire a orientarmi nella realtà.
"Che cosa ti aspettavi, scusa?" aggrotta le sopracciglia, come se fosse logico e normale scorrazzare a piedi per tutta Montecarlo senza una meta!
"Qualcosa che non richiedesse di camminare per tre chilometri? Speravo che lo sforzo fruttasse almeno qualche racconto divertente sui tuoi colleghi e su di te...e invece no! Cos'è, ora faremo anche i settantotto giri richiesti in meno di due ore?" con il caldo, il mio livello di irritazione e sarcasmo aumentano all'inverosimile, tanto da far sembrare la prima una pena dantesca per chi mi sta accanto e per il secondo...oramai una mia affermazione assurda sembra più che convinta. Già, le persone non riconoscono il mio sarcasmo. Il che è un guaio, siccome io vivo e mi nutro di sarcasmo.