Prologo: I gotta hold you

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Oh yeah, I gotta hold, I gotta hold you
Hold you baby, close to me

Wanna Hold You, Undercover, The Rolling Stones (1983)

Quando entro nella casa di mio nonno, inizio finalmente a respirare

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Quando entro nella casa di mio nonno, inizio finalmente a respirare. Tiro un sospiro di sollievo e porto l'ultima grande valigia nella camera che uso di solito, che non è ancora stata toccata. Non cambia mai, neanche a distanza di anni.

Il sole filtra dalle serrande abbassate e mi carezza il volto come delle piume gialle, degli spicchi d'oro zecchino che mi riscaldano la pelle.

Chiudo gli occhi e mi butto di peso sul letto matrimoniale; non prendo neanche in considerazione l'idea di spostarmi nella camera padronale. Ho fatto già abbastanza cambiamenti in una volta, non posso infrangere anche questa mia personale abitudine di sistemarmi qui. Ci metterei mesi per adattarmi. E io dei mesi non li ho.
O, almeno, se l'esito della mia domanda sarà positivo...allora, forse, ne avrò uno, ma non di più.

Sento l'odore salmastro e l'aria frizzante del mare che mi pizzica le narici. Mi accorgo di non vedere l'ora di alzare le serrande e godermi il panorama.

Inoltre, devo anche accertarmi delle condizioni in cui è il giardino. L'anno scorso, io e la mia famiglia non avevamo alloggiato molto spesso in questa casa, quindi non avevo assolutamente idea se il giardiniere fosse passato settimanalmente a controllare le condizioni delle adorate piante del nonno.

Alzo la serranda e la luce quasi mi accieca.

Il giardino è meraviglioso come sempre, quasi come un'oasi nel deserto o una gemma rara incastonata su un diadema di una regina. Potrebbe addirittura fare invidia ai bellissimi Jardin exotiques di Monte Carlo!

La sensazione che si prova lì in mezzo è di pace e di tranquillità assoluta. Nessuno potrebbe disturbare e tutti i problemi sembrerebbero dissolti in fumo, anche se, ovviamente, non è così. Anche nel Paese delle Meraviglie Alice, alla fine, ha dovuto guardare in faccia la realtà. Mio nonno lo aveva voluto proprio per quel motivo. Un suo personale Wonderland. Chi meglio di lui poteva sapere quante responsabilità gli gravassero sulle spalle, tanto da trascurare la sua vita privata?

Quando ero bambina mi ricordo di quanto cambiasse il suo comportamento. Sembrava che in lui vivessero due persone diverse: quella di città, burbera e solenne, e quella di mare, serena e amorevole. Mi metteva il suo cappello di paglia, che mi cadeva sugli occhi, e poi mi faceva sedere il braccio a lui. Leggeva ad alta voce e facevamo i cruciverba. Questo è uno dei motivi per cui amo leggere; quando leggo sento ancora la sua voce roca e profonda raccontarmi una delle tante vite di un libro.

Nessuna preoccupazione, nessuna responsabilità, nessuna malattia.

Ma ora non è il caso di pensarci.

ℐ 𝓌𝒶𝓃𝓃𝒶 𝒽ℴ𝓁𝒹 𝓎ℴ𝓊, but I just can't be seen with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora