A Mess~H.S.

3 Capitolo

È un giorno nuovo. Dopo la cena di ieri, finalmente oggi riprenderò la mia vita in mano. Mi sveglio prima del suono della sveglia e svuoto tutto il mio armadio per trovare qualcosa da mettere. Indosso i miei soliti vestiti comodi, un maglione color verde acqua, dei jeans e delle converse. Metto tutto il necessario nello zaino e sono pronta. Scendo fino in cucina per la colazione e mi trovo davanti il paradiso. Mia madre sa quanto sono golosa, e ha deciso di farmi iniziare la giornata con una carica in più. Finito di mangiare le mie uova alla bacon mi dirigo fuori casa ad aspettare l'autobus.

In un primo momento sono sola, qualche minuto dopo vedo un'ombra avvicinarsi, un ragazzo. Harry Styles. Il mio giorno della mia nuova vita si è rovinato. Stava per aprire bocca ma si fermò quando l'autobus si ferma e mi salva da quello che stava dicendo. Salgo con fretta e mi dirigo verso la fine dell'autobus e a raggiungermi c'è Harry.
« Non riuscirai a scappare da me così facilmente,Camille.» disse, facendomi rabbrividire quando pronunciò il mio nome.
Non risposi.
Stetti lì ad aspettare che l'autobus si fermava al più presto possibile davanti alla mia nuova scuola, con lo sguardo di Harry addosso.

Dopo un paio di minuti, che sembrò un'eternità, l'autobus si fermò. Scesi di corsa e mi dirigo verso la scuola. Salgo in segreteria per sapere quali sono le mie lezioni. A prima ora ho matematica e non ho idea dove si trova l'aula. Chiedo a un po' di ragazzi ma non sanno aiutarmi o mi prendono in giro perché sono nuova. Ad un tratto, una ragazza, si avvicina a me e mi dice: « Sei nuova qui,vero?»
«uhm,si.»
« Sai dov'è la tua classe? Ti ho visto spaesata.»
Disse la ragazza dalla folta chioma castana. La guardo attentamente: fisico perfetto, senza nessun difetto...e resto colpita dai suoi grandi occhi nocciola. Sono bellissimi e trasmettono pace ,serenità e tranquillità.
Gli rispondo con un cenno della testa.
Mi prende il foglio delle lezioni dalla mani e lo scruta attentamente.
«Siamo nella stessa classe!!» disse all'improvviso entusiasta.
Mi prese la mano e incominciammo a correre verso l'aula.

Entrati in classe, occupiamo l'ultimo banco, ancora non c'era nessuno. Helen, intanto, stava cominciando a essere simpatica. Mi ha parlato del suo primo anno in questa scuola e che è stata bocciata per i pessimi voti. Dopo qualche minuto la campanella suona, e la classe si riempie poco a poco.
Quando entra il professore di matematica, la classe cala in un silenzio. Si capiva che era arrabbiato per i suoi movimenti molto meccanici e ha messo anche una sinfonio di mozart molto inquietante.

Finisce la lezione e la mattinata passa velocemente e arriva l'ora di pranzo. Helen mi fa cenno di seguirla verso la mensa, È un luogo piuttosto grande e luminoso con molti tavoli di legno. Prendiamo qualcosa da mangiare e ci sediamo in un tavolo, cominciando a mangiare e, chiacchierando per conoscendoci meglio. Ad un certo punto la nostra conversazione viene interrotta da Harry che entra dalla porta seguito da altri ragazzi. Helen mi fa segno di avvicinarmi a lei e mi sussurra:
« Guarda Harry Styles,Niall Horan e William Styles,sono i ragazzi più popolari della scuola»
Vediamo Harry e i ragazzi che si avvicinano a noi e si siedono al nostro tavolo, mentre Helen sta per avere un colasso, nella mia mente affiorano brutti e spiacevoli ricordi.
« Buongiorno ragazze!» sorride smagliante William, prendendo posto accanto a Helen, che ormai non ci sta più con la testa.
Harry, come previsto, si siede accanto a me.
« Salve! Il mio nome è Niall, ma potete chiamarmi Nello.» disse il biondino arrossendo leggermente.
Finito il pranzo con risate e chiacchiere insensate. Prima di tornare in classe, Harry mi fermò.
« Camille, domani sera i genitori di Niall saranno fuori città e lui darà una festa, che ne dici di venire e caso mai porti pure la tua amica.» disse facendomi l'occhiolino.
« non so, poi ti faccio sapere.» dissi farfugliando.
E se ne andò senza salutare.

Dopo aver detto ad Helen dell'invito di Harry a casa di Niall,lei,tutta euforica mi dice:
« dobbiamo per forza andare. Chiaro? Te ne rendi conto ci hanno invitato i ragazzi più invidiati di questa fottuta scuola!»