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«Felix scendi sono qui fuori»
«Si non preoccuparti ora arrivo devo solo prendere il caricatore del telefono»
Il biondo chiuse la chiamata e mise le ultime cose nello zaino, prese la valigia ed uscì di casa dove trovò Minho in macchina e sul sedile posteriore Jeongin. Li salutò con la mano, mise le sue cose nel baule, si sedette sul sedile del passeggero e finalmente andarono verso l'aeroporto. Non erano in ritardo, ma comunque era meglio arrivare prima, almeno si sarebbero evitati la coda, e infatti fu così. Passarono tutti i controlli e fecero il check-in molto in fretta, ritrovandosi perfettamente in orario.
«La partenza dell'aereo diretto da Seoul a New York è prevista per le 12.35. Tutti i passeggeri sono pregati di dirigersi all'imbarco»
Era il loro aereo e tutti e tre erano super emozionati di partire. Si scambiarono degli sguardi elettrizzati e salirono uno dopo l'altro sull'aereo.
Erano circa a metà delle ore di viaggio e non avevano smesso di parlare e di ridere fino a quando Jeongin li abbandonò calandosi nel mondo dei sogni.
«Tutto ok?»
«Uhm si certo, perché?»
«Non so Minho, mi sembri un po' strano»
«No davvero sto bene.. mi fa solo un certo effetto andarmene»
«Per quella storia?»
«Già, ultimamente ci ripenso e mi chiedo come sarebbero andate le cose se non fosse successo»
«Minho lo sai che io ci sono per tutto, nel bene e nel male, e da amico mi sembra giusto dirti che è andata come era destino che andasse, rimuginare sul passato non cambierà il presente»
«Lo so e hai ragione, in fondo non vorrei nemmeno che le cose cambiassero adesso»
«E allora non pensarci, goditi semplicemente una vacanza con i tuoi amici, ok?»
«Hai ragione Lix». Il castano sorrise al biondo che ricambiò allungando una mano e passandola sulla guancia dell'amico per poi asciugare una lacrima che era caduta impercettibile sul suo volto. I due si guardarono per qualche secondo, era uno sguardo pieno di affetto, trasmetteva un legame che solo due amici che si erano sempre spalleggiati a vicenda potevano avere. Poi, quasi comunicando con la mente, si girarono e si misero ad ascoltare qualche canzone della loro playlist, lasciandosi avvolgere dalle braccia di Morfeo. Perfino Minho era tranquillo in quel momento, nonostante fosse difficile per lui ricordare e soprattutto parlare di quell'argomento; la presenza di Felix lo calmava, non si preoccupava di mostrarsi più emotivo con lui, era l'unico che conosceva il suo passato e il suo lato sensibile, era come una medicina, una persona di cui non avrebbe mai potuto fare a meno. E la cosa era assolutamente reciproca.

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«Non ne potevo più di stare seduto» disse Jeongin stiracchiandosi mentre scendevano dall'aereo.
«Nemmeno io e poi ragazzi siamo a New York, io non vedo l'ora di vedere ogni singolo angolo della città!» aggiunse Felix, subito stroncato da Minho che lo riportò alla realtà: «Prima dobbiamo recuperare i bagagli e andare in hotel, poi penseremo al resto».
Minho sembrava il meno elettrizzato del gruppo, ma in realtà era davvero felice di essere in quella città. Di fatto però restava il più grande, anche se solo di qualche mese rispetto al biondo, quindi era quello con più responsabilità.
I tre si diressero verso un taxi che li portò di fronte all'hotel, dove incontrarono una donna sulla trentina gentilissima che gli consegnò le chiavi della loro unica camera.
«Wow» fu l'unica cosa che il moro riuscì a pronunciare seguito dagli amici che rimasero a dir poco sbalorditi da quello che si poteva definire un vero appartamento, dall'arredamento moderno bianco e nero, dalla grandezza delle stanze, dalla vista della città che le immense vetrate concedevano. Non erano stati loro infatti a scegliere la camera, avevano semplicemente optato per l'hotel che gli sembrava il migliore fra quelli nominati nella lista sul sito del college. Quell'anno infatti gli iscritti furono decisamente più numerosi degli anni precedenti e le camere dell'istituto risultarono insufficienti per tutti, per questo erano stati scelti alcuni hotel nella zona.
«Non mi aspettavo una cosa del genere» affermò sempre più sorpreso il maggiore, che ancora non si capacitava di trovarsi in un posto del genere con quello che ormai gli sembrava un pagamento da nulla.
Vagando in giro trovarono le due camere da letto, una delle quali poteva ospitare due persone; quella sarebbe stata la camera di Minho e Felix, mentre la stanza singola fu lasciata a Jeongin. Sistemarono le loro cose e si sedettero stanchi sul divano nero.
«Che si fa?» chiese il biondo con un velo di impazienza nella voce.
«È ancora pomeriggio, volendo possiamo iniziare a vedere la zona per imparare a orientarci» propose Minho e la sua risposta fu subito assecondata da Jeongin.
I tre chiusero la porta di casa, scesero al piano terra con l'ascensore e uscirono dall'edificio ritrovandosi ufficialmente a camminare per la prima volta fra le strade di New York.

angolo autrice
salve salve sono tornata, purtroppo è un periodo davvero impegnativo von la scuola quindi ho poco tempo per scrivere e sono anche poco ispirata, spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto e ci rivediamo al prossimo <3

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 16, 2022 ⏰

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