Peter Parker

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Pov: non vai molto bene a scuola e così chiedi aiuto a Peter per il tuo progetto di biologia.
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«Un'altra insufficienza, y/n. Se continui così, ti dovrò bocciare» gracchiò quell'arpia della mia professoressa di biologia.
Non risposi, semplicemente guardai sconfortata quella dannata F scritta in rosso.

«Complimenti, Peter» sentii dire al ragazzo che sedeva al banco di fianco al mio.
Mi girai a guardarlo.
«Grazie» rispose questo, mentre annuiva leggermente.

Aveva preso A+.
Una fottuta A+.
Io non riuscivo a prendere più di F, e questo ragazzo così anonimo prendeva A+.
Non era giusto.

«Dove cazzo è la giustizia in questo mondo?» borbottai tra me e me.
«Come?» chiese il ragazzo, con una faccia confusa, pensando che dicessi a lui. Pensiero legittimo, visto che stavo fissando alternativamente lui e il suo compito perfetto.
«Nulla. Parlavo da sola»

Mi ripetei per quella che forse era la milionesima volta che non era giusto che lui prendesse A+ e io una misera F, poi decisi di lasciare perdere.

Quando la campanella suonò, il ragazzo prese velocemente lo zaino, lo skateboard e la macchina fotografica e se ne andò, quasi lanciando il proprio compito sulla cattedra per fare più in fretta.

Lo seguii rapidamente.

Dovevo mettere da parte il mio orgoglio, almeno per una volta, e chiedere aiuto.

Se fossi stata bocciata, probabilmente i miei genitori mi avrebbero uccisa.

Mi avvicinai a lui e iniziai a camminargli vicino.
Lui capì subito che volevo parlargli. «C'è qualche problema?» chiese con tono pacato.
«Si, uhm... Peter, giusto?»
«Mh mh»

«Ho visto che sei andato molto bene al compito, quindi stavo pensando che magari, non so, potresti aiutarmi con il mio progetto di fine anno» mi grattai la testa imbarazzata e mi feci leggermente più vicina a lui.
Mi guardò per un attimo, in silenzio, poi rispose «Sì, va bene. Scegli tu dove e quando vederci»
«Grazie mille. Ci sentiamo oggi per organizzarci meglio»

Mi allontanai, girando la testa rapidamente per nascondere un sorrisetto vittorioso.

***

Quando tornai a casa, lanciai lo zaino sul divano e corsi in cucina: stavo morendo di fame.

Finito di mangiare il mio panino andai in camera mia, mi sdraiai sul letto e presi il telefono.

Fissai lo schermo spento per mezz'ora buona, scrivendo, cancellando e riscrivendo nella mia mente il messaggio da mandare a Peter.

Accesi il telefono e digitai.
"Ehi Peter. Sono y/n. Che ne dici di vederci domani dopo la fine delle lezioni, al laboratorio di biologia?"

In quel periodo, visto che l'anno stava quasi per finire, la preside aveva deciso di lasciare la scuola aperta anche dopo la fine delle lezioni, in modo che chi ne avesse bisogno avrebbe potuto usare i laboratori e cose simili.

La risposta non tardò ad arrivare.
"Per me va bene. Ci vediamo domani ;)"

***

Il giorno dopo andai a scuola e le lezioni passarono in fretta, nell'attesa che finissero per poter iniziare quel dannato progetto di biologia.

Io e Peter ci incontrammo davanti al laboratorio. I corridoi erano deserti.

«Pronta?» mi chiese mentre mi apriva la porta e mi faceva strada.
«Come non mai» risposi ironica.
«Vedrai che sarà divertente»

Ci sedemmo al tavolo, gli spiegai cosa dovessi fare e iniziammo a lavorare.

Lo seguii per un po', ma poi la mia mente iniziò a vagare altrove.
Fissavo le sue mani, che muoveva con l'abilità di chi in un laboratorio ci lavora ogni giorno. Fissavo lui mentre non mi vedeva e fissavo le espressioni di entusiasmo e concentrazione sul suo viso.

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