4.

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Simone quella mattina l'aveva passata interamente a mettere a posto la cantina insieme a suo padre, avevano ritrovato vecchie foto ormai date per disperse ed una quantità esagerata di giochi che lui utilizzava quando era piccolo. Tra di essi erano saltati fuori dei barattolini di colori per dipingere con le mani ancora totalmente intatti e Simone aveva pensato che portarli ad Enea fosse l'unica soluzione possibile per non farli finire in un cassonetto.

Lasciò casa all 15.45 con la confezione di colori e una maglia vecchia on mano, che poggiò sul sedile del passeggero prima di dirigersi verso la scuola. Solo in quel momento si chiese se Manuel sarebbe stato d'accordo nel fargli usare quei colori, ma pensò che con la sua maglia addosso i danni su Enea sarebbero stati minimo, fatta eccezione per le mani.

Quando entrarono dentro casa Simone guardò Enea saltellare per il salone abbandonando lo zainetto si piedi del divano e sorrise pensando a quanta energia era in grado di emanare quel piccoletto per giornate intere.

«piccolè vieni un attimo qua, mettiti seduto al tavolo» Enea eseguì le indicazioni di Simone e si posizionò al suo posto sul tavolo, poco dopo si trovò sotto il naso la scatola di cartone tutta colorata e lui vide i suoi occhioni verdi illuminarsi come mai li aveva visti. «ti piacciono?»

Quella domanda fu abbastanza inutile visto che, prima ancora di rispondere, Enea aveva già iniziato a scartare la scatola facendo sorridere Simone che si mise seduto al suo posto a tavola, davanti a lui.

«ci possiamo giocare?» Simone annuì.
«si, ci possiamo giocare, però devi metterti questa così non ti sporchi i vestiti»

Gli passò la maglia che aveva portato ed Enea si affrettò ad infilarla, non si preoccupò del verso e Simone non ritenne importante farglielo notare, tanto avrebbe dovuto sporcarla e basta. Si alzò da lì per andare a prendere dei fogli bianchi e tornò da Enea che stava già cercando di aprire uno dei barattolini.

Vederlo così felice gli metteva addosso un senso di soddisfazione che poche volte aveva provato in vita sua, ogni sorriso di quel bambino era sintomo del fatto che stava facendo un buon lavoro e al momento era quello a cui aspirava.

Iniziarono a colorare quei fogli con le dita imbrattate di qualsiasi colore ed Enea non smetteva un secondo di ridere, sporcando di proposito le mani di Simone e la sua maglia vecchia che aveva addosso.

«vuoi fare un disegno per papà?» Enea annuì grattandosi la guancia con le dita sporche di giallo e macchiandosi inevitabilmente, Simone sorrise alla vista di quel viso paffutello sporco di colori lavabili.
«a papo piace il verde» disse afferrando il barattolino di quel colore.

Non poté fare a meno di pensare al fatto che il primo giorno Enea gli aveva passato il pennello di quel colore e che fosse anche il suo preferito, portò lo sguardo sul bambino che si era ricoperto la mano di verde e aveva lasciato l'impronta al centro del foglio con un sorrisino soddisfatto.

Si chiese quanto si sarebbe divertito se effettivamente al suo posto ci fosse stato suo padre e quanto si sarebbe divertito Manuel nel vederlo così contento. Senza pensarci troppo estrasse il telefono dalla tasca e ruotò il busto alzando il braccio in alto per inquadrare se stesso, il tavolo ed Enea, che appena si accorse della foto mise su un sorriso enorme.
Da quella foto si rese conto che non solo il viso del bambino era macchiato, ma anche lui aveva una riga blu sullo zigomo che non sapeva minimamente come si era fatto.

Sorrise ed inviò la foto nella chat con Manuel che in quel momento era intento ad avvitare dei bulloni di una moto, sentì il telefono vibrare in tasca e si affrettò ad estrarlo trovando la notifica di Simone. Appena aperta la chat un'espressione felice e confusa si fece largo sul suo volto, vedere Enea sorridere in quel modo era la cosa più bella per lui, ma tutto quel colore sparso su di loro e sui fogli non sapeva da dove fosse uscito fuori.

Nani e giganti buoni. | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora