Il marchingegno d'inchiostro

Il patto

Carcere di Stillwater, qualche giorno dopo.

Il tatuatore venne ispezionato a dovere dalle guardie carcerarie prima di essere lasciato da solo con Vi. Ai polsi della ragazza pendevano le manette, una precauzione in più dati gli episodi di rabbia e ribellione ricorrenti.

"Simpatici i tuoi amichetti di quaggiù."

Vi si limitò a fare una smorfia sarcastica.

"Suppongo sia arrivato il momento delle presentazioni. Mi chiamo Faul..."

"Risparmiami le presentazioni tatuatore, non sono in vena di chiacchiere." rispose seccata Vi.

"Guarda che non hai bisogno di fare la spaccona con me, 516. O forse dovrei chiamarti Violet." ribattè Faul a tono.

Vi rimase incredula. "Come sai il mio nome?"

Faul sospirò e la guardò negli occhi. "Da dove pensi che venga, ragazza? Conoscevo Vander e Benzo. Anch'io sono stato loro cliente e mi hanno aiutato innumerevoli volte. Mezza Città Sotterranea era in debito con loro, e io non sono da meno."

Sentendo nominare il suo padre adottivo e mentore, Vi aprì la bocca con stupore e dolore.

Faul continuò. "Non mentirò ragazza, quando ho saputo che le cose si erano messe male con Silco non ci potevo credere. Nella Città Sotterranea giravano innumerevoli voci. C'è chi diceva che erano morti tutti, chi diceva che tu e Powder eravate riuscite a scappare, chi pensava invece che foste tutte e due qui dentro. Adesso so che almeno uno dei figli di Vander si è salvato."

Violet si sentì impazzire. "Devi raccontarmi tutto ciò che sai! Ti prego! Sto qua dentro da due anni e nessuno mi dice cosa succede là fuori!".

"Allora tu devi spiegarmi una volta per tutte com'è iniziato tutto il caos. Prima però, dobbiamo discutere del tuo tatuaggio. Poi passeremo a tè e biscotti. Se non hai le idee chiare, parlami di te stessa. So che non ti piacerà, ma in questo modo potrò farmi venire in mente un progetto ed esprimerlo al meglio sulla tua pelle. Affare fatto?"

Faul tese la mano, e Vi la strinse con forza.